Dopo il corso di traduzione letteraria dall’inglese
testimonianze ed esperienze di stage e lavoro
Qualche anno dopo la fine del corso abbiamo chiesto ai nostri ex allievi:
1) Qual è stata la tua carriera editoriale dopo il corso in traduzione letteraria dall’inglese (puoi entrare nei dettagli)?
2) Con il senno del poi qual è la tua impressione su ciò che ti ha dato e continua a dare il corso?
3) Ti senti di raccomandare il corso ad altri?
Ecco le risposte in ordine alfabetico:
Dopo il corso ho iniziato una collaborazione con due case editrici che continua tuttora, con ad oggi quattordici testi all’attivo.
Il corso di traduzione di Oblique ha rappresentato per me la chiave per entrare nel mondo della traduzione, che prima vedevo lontano e inaccessibile. Le lezioni mi hanno permesso non soltanto di migliorare le mie competenze, ma anche di comprendere i punti su cui dovevo ancora lavorare e soprattutto come rendermi competitivo sul mercato.
Raccomando assolutamente il corso per il taglio pratico e l’esperienza degli insegnanti.
Raphael Branchesi, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2012
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Dopo una prova risultata positiva presso la casa editrice Fanucci, nel marzo 2013 ho iniziato a tradurre per loro e tuttora continuo a collaborarci. Ho tradotto finora cinque romanzi, quattro per la collana Leggereditore e uno per la collana di fantascienza. È stata un’occasione preziosa perché ho potuto fare pratica quasi subito dopo il corso, mettendo a frutto gli insegnamenti e imparando a adeguare il lavoro di traduzione alle norme e alle tempistiche di una specifica realtà editoriale.
Rigore e professionalità sono le parole d’ordine di questo corso e dei suoi organizzatori, ciò che davvero lo distingue e lo rende efficace: si lavora concretamente sui testi tramite numerose esercitazioni pratiche, che ho trovato molto utili grazie alle puntuali correzioni degli insegnanti.
L’impegno richiesto è notevole, poiché si lavora anche da casa, ma notevole è anche la disponibilità dei docenti e dei coordinatori: nel mio particolare caso, dopo il corso mi è stato concesso di svolgere un periodo di tirocinio presso Oblique Studio che mi ha aiutato a migliorare le mie competenze. Insomma è un corso che dà molto a chi ha voglia di impegnarsi molto, e a chi lavora con lo stesso rigore e la stessa serietà con cui vengono condotte le lezioni.
Assolutamente sì. Ho iniziato a frequentare il corso in traduzione letteraria da principiante, nonostante avessi già avuto esperienze lavorative in àmbito editoriale, e in poco tempo il corso è riuscito a fornirmi gli strumenti adeguati e le possibilità giuste per intraprendere seriamente il mestiere.
Caterina Chiappa, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2012
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Pur avendo frequentato il corso con estremo interesse, devo ammettere di non essermi immediatamente tuffata nel mondo editoriale inviando curriculum alle varie case editrici, partecipando a eventi letterari o cercando di coltivare pubbliche relazioni in grado di facilitarmi l’accesso a questo settore. Questo non perché non ne sentissi l’esigenza, ma semplicemente per mancanza di tempo, essendo già impegnata in un’attività lavorativa a tempo pieno e avendo una vita familiare piuttosto intensa. Ciononostante, grazie all’intervento di Oblique, mi è stato chiesto di partecipare a un paio di prove di traduzione, una delle quali si è poi concretizzata in un contratto per la traduzione di un libro. Naturalmente non si tratta di una grande casa editrice né di un capolavoro letterario, ma è pur sempre un risultato sorprendente, almeno per me.
La mia decisione di partecipare a questo corso non è stata motivata da esigenze lavorative, come già accennato, ma da pura curiosità e desiderio di mettermi alla prova in un tipo di traduzione che mi ha da sempre affascinato moltissimo. Pur essendo venuta a conoscenza dell’esistenza del corso tramite internet e in maniera del tutto casuale, devo dire che ha superato di gran lunga le mie aspettative che, viste le premesse, erano piuttosto caute. Il corso, a mio avviso, non può, e forse neanche pretende, di insegnare a fare i traduttori letterari, visto anche l’esiguo numero di ore in cui si sviluppa. Quello che in realtà viene proposto sono tanti piccoli consigli utili, tecniche e trucchi del mestiere, trasmessi dall’esperienza diretta di professionisti di alto profilo, che in alcuni casi mi hanno davvero sbalordito per la solida struttura e versatilità culturale. Forse proprio quest’ultimo aspetto si è rivelato per me il più proficuo. L’aver avuto la prova tangibile di conoscere in realtà molto poco della realtà che mi circonda e che un buon traduttore, ma non solo, deve essere soprattutto una persona curiosa e attenta, costantemente ricettiva ai mille stimoli che, specialmente oggigiorno, gli arrivano dall’esterno.
Direi che il corso aiuta senz’altro a verificare se si possiedono le caratteristiche adatte a fare il mestiere di traduttore letterario e quindi a capire se vale la pena di impiegare tempo ed energie nel tentare questa strada. L’opportunità, inoltre, di conoscere persone interessanti che senza dubbio possono arricchire il proprio bagaglio culturale, costituisce un ulteriore valore aggiunto.
Non posso che ribadire il mio apprezzamento per la serietà e la professionalità con cui il corso è stato organizzato e condotto. Una lode speciale al direttore del corso di cui ho ammirato in maniera particolare, oltre alla competenza, il garbo e il rispetto dimostrati nei confronti dei corsisti anche di fronte a grossolane lacune o imperdonabili strafalcioni. Qualità che raramente mi è capitato di incontrare, in particolar modo tra i professionisti.
Adriana Cicalese, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2009
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Dopo il corso ho cotradotto The Guardians di Sarah Manguso per Casini Editore, Jesus Calling di Sarah Young per Intento, The Last Confession di Morris West per Castelvecchi. Attualmente sono impegnato nella traduzione di un saggio storico, Caesar di Adrian Goldsworthy, in uscita prossimamente per Castelvecchi.
Il corso di Oblique, pur essendo concentrato – ma per chi lavora è un grande vantaggio –, mi ha fornito tutti gli strumenti e le informazioni utili per intraprendere il lavoro di traduttore letterario e mi ha anche fatto capire come funziona il mondo dell’editoria e le problematiche attuali del mercato. Richiede un notevole impegno e ha un taglio pratico che dà subito la possibilità di mettersi alla prova su testi ancora inediti, corretti con grande attenzione e puntualità, valutati e discussi con gli insegnanti. Questo aspetto è molto importante perché prepara a sostenere le prove di traduzione con le case editrici, che è il metodo con cui, generalmente, si viene selezionati. Nel mio caso è stato così.
Consiglio vivamente questo corso. È impegnativo, ma anche piacevole e ha arricchito in modo non indifferente il mio bagaglio culturale. Per me è stato fondamentale. Personalmente, l’ho affrontato con molta umiltà e impegno. Non sapevo se poi avrei mai tradotto un libro. Ora, a distanza di poco più di un anno, ne ho tradotti quattro e sono rimasto in contatto con Oblique, che continua a essere un importante punto di riferimento.
Francesco Paolo Crincoli, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2013
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Dopo aver fatto il corso la mia carriera da traduttrice non è cambiata molto dal punto di vista del tipo di lavoro che faccio. Ho continuato a tradurre perlopiù dall’italiano all’inglese, e traduco saggistica, non letteratura. Va detto però che mi ero iscritta al corso proprio perché già traducevo, credo di averlo apprezzato molto anche per questo. Ad ogni modo il corso mi ha dato una sicurezza diversa nel rapportarmi alle persone per cui lavoro, tutte, e una conoscenza del settore molto ampia, approfondita, utile.
Ho scelto di fare il corso di traduzione per una serie di motivi molto vaghi, diversi tra loro, con risultati molto definiti, alcuni microscopici – ho sviluppato una vera passione-ossessione per i vari tipi di trattini che esistono e per le guerre che imperversano per colpa loro –, altri macroscopici: un modo diverso di guardare i libri, un modo diverso di entrare in una libreria, e un modo diverso di leggere, di accedere a più livelli interni alla scrittura.
Secondo me è vero che non si diventa traduttore o traduttrice frequentando un corso – ho la sensazione che si arriva alla traduzione per vie molto indirette – ma anche che questo corso sia indispensabile per chi voglia tradurre. Credo di aver ricevuto una sorta di griglia da riempire nel tempo, una mappa esaustiva che segna un percorso da fare. Per questo credo che il corso sia molto impegnativo e relativamente breve, e fornisce tutto quello di cui chi traduce ha bisogno.
Emma, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2016
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Sorprendente, mi sembra il termine più adatto. Ho finito il corso in primavera e a giugno avevo fatto già due prove di traduzione. A fine giugno mi è stato assegnato il primo romanzo da tradurre e adesso, quattordici mesi dopo, sono in attesa della pubblicazione della mia sesta opera di traduzione (in uscita a novembre).
Oblique mi ha dato tutti gli strumenti per propormi sul mercato editoriale da professionista. Non è un corso che insegna a tradurre, perché tradurre è come scrivere: è qualcosa di innato, una sensibilità che si accumula con anni di lettura e di passione. Ma indubbiamente lezione dopo lezione ho acquisito un punto di vista nuovo sulle scelte da effettuare in corso di traduzione e su come proporre il mio lavoro, elementi fondamentali di cui all’università non ho mai sentito parlare.
Assolutamente sì.
Arianna Gasbarro, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2010
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Un percorso in crescita: al termine del corso ho partecipato a due prove di traduzione, pochi mesi dopo iniziavo a tradurre il mio primo romanzo per un editore romano. Sono trascorsi quasi due anni, la collaborazione prosegue e sono molto soddisfatta delle esperienze di traduzione accumulate, che variano dal romanzo rosa al fantasy, dalla science fiction al poliziesco e al thriller. Era un sogno che prima consideravo con determinazione ma timidamente, e a cui Oblique ha risposto in modo estremamente concreto.
Il corso mi ha insegnato a leggere con spirito critico, ad acuire la mia sensibilità letteraria, a ricercare l’intenzione di un messaggio e l’estetica del testo, ad amare la ricerca a tutto tondo e ad esigere da me stessa un esercizio instancabile della curiosità e del miglioramento.
Lo consiglio e lo caldeggio.
Cristina Genovese, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2010
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Lavoro per la casa editrice per ragazzi Panini S.p.A. – Modena in qualità di editor e traduttrice in-house.
Purtroppo a oggi non ho avuto altre occasioni di lavorare in qualità di traduttrice per altre case editrici, nonostante l’esecuzione di svariate prove di traduzione… ma non mi do per vinta, in fondo bisogna imparare ad aspettare… (cit.).
Partecipare a questo corso mi ha fatto scoprire e apprezzare il mondo che sta dietro alla pagina tradotta. Mi ha insegnato che dalla lettura dell’originale alla stesura finale della versione in lingua di arrivo occorre non dare niente per scontato: l’analisi del messaggio e del linguaggio di un testo e la maniera di trasportarli coerentemente in un universo – il nostro – lontano dall’autore passa anche attraverso gli accorgimenti più banali, come chiedere al dizionario la conferma del significato di una parola apparentemente semplice o cercare su internet l’immagine di un bovindo.
Assolutamente sì.
…e per sintetizzare lo spirito di noi personaggi in cerca di autore (o semmai editore nel caso).
Grazie a tutti.
Federica Gherardini, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2009
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Un paio di traduzioni mal pagate che mi hanno consentito di tirare avanti per qualche mese (previa estorsione in sede di quanto la casa editrice mi doveva), e la pubblicazione di un libro al quale tenevo particolarmente avendone prodotta l’introduzione.
Una più acuta cognizione del mercato editoriale e di quanto sia estraneo agli interessi dei suoi consumatori più consapevoli, tanto dal punto di vista estetico che da quello contenutistico (sì il gusto per il corsivo sta affievolendosi, lo sappiamo…)
Decisamente sì: offre una plastica rappresentazione dell’operatore culturale.
Jacopo Lenkowicz, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2012
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Dopo il corso ho iniziato a tradurre romanzi di evasione e, grazie a una delle prove di traduzione offerte durante il corso, ho avuto la possibilità di pubblicare un racconto di F.S. Fitzgerald su retabloid di Oblique. Inoltre, mi sono dedicata molto allo scouting e una delle mie proposte è stata accolta da un piccolo editore, quindi al momento sto lavorando a un volume a cui tengo particolarmente per diversi motivi.
Il corso mi ha dato innanzitutto la possibilità, assolutamente non scontata, di trovare un ambiente aperto al confronto e persone disposte davvero a illustrare i meccanismi del mondo editoriale. Ho apprezzato particolarmente la cura dei materiali forniti al primo incontro, la possibilità di ricevere un feedback sulle proprie traduzioni da professionisti affermati nel settore e l’opportunità di conoscere quegli aspetti concreti che permettono di proporsi in modo professionale alle case editrici.
È richiesto un grande impegno, ma si riceve molto più di quanto ci si aspetti.
Consiglio sicuramente questo corso innanzitutto per la grande professionalità di chi lo organizza. Per me è stata una preziosa occasione per ricominciare a coltivare interessi sopiti e, da questa sorta di risveglio, sono poi scaturite esperienze che non avrei mai immaginato di poter fare, come collaborare a un festival dedicato ai traduttori editoriali oppure offrire consulenza culturale a una scrittrice americana per un romanzo ambientato nell’Italia degli anni Quaranta.
Ilaria Mazzaferro, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2018
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Ho iniziato il corso di traduzione letteraria promosso da Oblique mentre lavoravo alla mia prima traduzione, di un romanzo bello e non facile. Si trattava di The Stone Diaries, della canadese Carol Shields, pubblicato a fine 2009 da Voland con il titolo Diari di pietra. Essendo la mia prima traduzione, il corso è stato fondamentale per aiutarmi a indirizzare il lavoro nel modo giusto. Dopo quella pubblicazione, ho firmato un secondo contratto di traduzione con la stessa casa editrice per un altro romanzo della stessa autrice, dal titolo The Republic of Love, uscito nei primi mesi del 2011. Inoltre ho iniziato a collaborare con un’agenzia spagnola, la LocTeam, per la quale ho realizzato alcune traduzioni “tecniche” (didascalie di libri di viaggio, fotografici, ecc). Ho lavorato con alcuni siti per la sottotitolazione di video in lingua inglese, ho lavorato da free-lance come revisore e editor di traduzioni altrui e altre piccole collaborazioni di questo genere.
Come già accennato, il corso è stato fondamentale per evitare di cadere negli errori tipici del traduttore alle prime armi, nelle ingenuità commesse da chi non ha una visione “organica” e globale del tradurre letteratura e magari di come funzioni il mercato editoriale. Il taglio non teorico ma indirizzato al “fare traduzione” lo differenzia in senso positivo da altre esperienze possibili in questo campo e lo rende secondo me efficace e utile. Il contatto diretto con traduttori esperti è stato indispensabile per comprendere come anche i momenti meno “romantici” di questo mestiere siano necessari alla buona riuscita della traduzione. Infine, avere un’idea di base di come funzionano contratti, tariffe, pagamenti, sovvenzioni, proposte editoriali eccetera permette al corsista di introdursi nel mercato non come uno sprovveduto ma come un professionista, e quindi aiuta a promuovere la politica del bravo traduttore che viene pagato il giusto, politica necessaria in questo momento per non affossare i lavoratori di questo settore e la buona qualità delle traduzioni in Italia.
Direi di sì, soprattutto a chi non ha mai visto il funzionamento di una casa editrice “dall’interno” e a chi non ma mai revisionato o editato traduzioni altrui (esercizio utilissimo per un traduttore ma appunto accessibile in genere solo a chi lavora nell’editoria).
Barbara Ronca, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2009
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Dopo il corso di Oblique ho continuato a lavorare come traduttrice editoriale, professione che svolgo tuttora a tempo pieno. Collaborazioni con: Mondadori, Keller, Luiss University Press, 66thand2nd, Lupoguido, Bompiani e Ponte alle Grazie.
Il corso mi ha dato e continua a darmi moltissimo, è stato per me un percorso di crescita professionale fondamentale e continua a essere un punto di riferimento anche ora. Senza dilungarmi troppo su ogni singolo aspetto positivo, il corso mi ha dato maggiore consapevolezza dei miei mezzi e delle debolezze sulle quali continuare a lavorare per migliorarmi. Inoltre mi ha fornito gli strumenti per affrontare ogni testo con rigore e professionalità, per individuare un approccio plausibile e coerente al testo da tradurre e per analizzare con occhio critico un testo in autorevisione.
Decisamente sì, lo raccomanderei di nuovo anche a me stessa! È un corso utilissimo per chi si avvicina alla professione, ma anche per chi già lavora nell’àmbito.
Gabriella Tonoli, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2015
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Dopo il corso di traduzione sono tornata negli Stati Uniti, dove ho effettuato un tirocinio alla casa editrice McSweeney’s di San Francisco. Ho preso parte a vari progetti editoriali, fra cui il blog Zyzzyva e la rivista «The Juvenilia», e nel frattempo ho iniziato a occuparmi di copywriting e localizzazione. Attualmente lavoro per una multinazionale produttrice di hardware e software a Cupertino, California.
Durante il corso ho imparato moltissimo e ho fatto esperienza, grazie alle esercitazioni e al confronto con docenti e traduttori. A distanza di più di anno dalla conclusione del corso, mi rendo conto di aver acquisito un metodo di lavoro indispensabile non solo al traduttore letterario, ma anche alle altre figure del settore editoriale.
Sì, al cento percento.
Ilaria Varriale, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2013
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Per quanto riguarda la mia carriera, direi che procede tutto bene. Ho due-tre editori con cui collaboro in modo continuativo: De Agostini, Giunti e Nord. Per quanto riguarda il primo, lavoro sia con la redazione della narrativa per ragazzi (che resta il mio primo amore) che con quella della narrativa per adulti. Con Giunti e Nord lavoro sulla narrativa Ya e su quella per adulti.
Parallelamente al lavoro di traduzione, faccio anche la lettrice (per Giunti, fino a qualche tempo fa, ora per Rizzoli. Sempre in ambito ragazzi/Ya). Questa è una delle cose che sono cambiate, in meglio, dopo il vostro corso: lo scouting è un settore che mi appassiona e le prime proposte di traduzione che ho inviato alle redazioni di mia iniziativa le ho redatte seguendo i vostri consigli.
Quello che mi ha dato il vostro corso è il senso della cura del testo. Per me, che mi occupo di libri a volte non eccelsi, su cui mi si chiede di intervenire anche in modo pesante, tagliando o rimpolpando senza troppi scrupoli, è un esercizio fondamentale. Il senso del mestiere, che è fatto di ascolto, di attenzione. Di fatica e rigore. Non sto a soffermarmi sui molti pregi del vostro corso: il fatto di aver partecipato due volte credo che possa testimoniare quanto mi sia piaciuto. Quindi sì, lo consiglierei incondizionatamente.
Valentina Zaffagnini, corso in traduzione letteraria dall’inglese 2015
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