Emanuele Trevi, scrittore e critico letterario, è nato a Roma nel 1964. Ha esordito in narrativa nel 2003 con I cani del nulla (Einaudi) e ha pubblicato per la collana Contromano di Laterza Senza verso (2005) e L’onda del porto (2005). Dopo Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010), è arrivato secondo al premio Strega 2012 con Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie). Nel 2021 ha vinto il premio Strega con Due vite (Neri Pozza). È autore di numerose curatele e saggi, tra cui Istruzioni per l’uso del lupo (Castelvecchi, 1994). Ha pubblicato i libri-intervista Invasioni controllate (con Mario Trevi, Castelvecchi, 2007) e Letteratura e libertà (con Raffaele La Capria, Fandango, 2009). Collabora con la Lettura e il Corriere della Sera. È conduttore di programmi radiofonici per Radio3.
Altre opere
Viaggi iniziatici. Percorsi, pellegrinaggi, riti e libri, Utet, 2021
Sogni e favole, Ponte alle Grazie, 2019
Il popolo di legno, Einaudi, 2015
Karénina. Prove aperte d’infelicità, Eir, 2014
Il viaggio iniziatico, Laterza, 2013
Musica distante: meditazioni sulle virtù, Mondadori, 1997; Ponte alle Grazie, 2012
Materiali
- Annalena Benini (intervista), Il Foglio, 8 maggio 2021;
- Claudio Marrucci (intervista), minima&moralia, 10 novembre 2020.
Giudizi degli allievi
- La sua lezione è stata un confronto sull’idea della scrittura e dello scrittore. Ascoltarlo dopo aver letto Qualcosa di scritto è stato senz’altro suggestivo. Mi sarebbe piaciuto si calasse meno nel ruolo dello scrittore che ce l’ha fatta e ci parlasse di più della genesi del romanzo, concetto per me imprescindibile (Serena Talento);
- Ho apprezzato il libro e il suo modo scanzonato di scrivere. Il suo intervento è stato piacevole e interessante; fin da subito però mi è parso di assistere a una lezione di scrittura creativa piuttosto che alla genesi del suo romanzo atipico, sul quale peraltro avevamo lungamente lavorato. Fuori tema! (Guendalina Banci);
- Trevi fa lo scrittore, non l’insegnante: nonostante questo, è stato in grado di parlarci del suo mestiere (e soprattutto di come lo vive in prima persona) in maniera quasi accademica (Marisa Di Donato);
- Qualcosa di scritto mi è piaciuto parecchio e ho seguito la l’incontro con Trevi con entusiasmo; l’ho trovato reale;
- Una persona che sa rispondere alle critiche con pacata educazione. Ma non mi è piaciuto il suo libro, né mi ha entusiasmato la sua lezione (Kathrine Budani);
- Scrittore umile, ma egocentrico, comunque coinvolgente. Più volte ha evitato di rispondere alle domande raggirandole con difficoltà;
- È stato un piacere starlo ad ascoltare per tre ore, e non lo dico solo perché credo fermamente che sia un bravissimo scrittore;
- È l’incontro che mi è rimasto meno impresso, ma l’idea mi è sembrata da subito affascinante (Ilaria Attenni);
- Incontro interessante, mi spiace solo del fatto che non ci sia stato un vero confronto con l’autore (Margherita Serino);
- Il fatto di leggere il suo libro al fine di valutarlo some se fosse un manoscritto di un esordiente – e avere la possibilità di far leggere a Trevi il mio giudizio – è stato un privilegio (ammetto che, al tempo stesso, mi ha provocato un po’ d’ansia). Qualcosa di scritto mi ha colpita molto, e anche il suo autore;
- Forse ci si poteva aspettare qualcosa di più da uno scrittore del suo calibro. È stata comunque un’ottima occasione quella di averlo conosciuto di persona (Angelo Murtas);
- È stato un incontro piacevole, quello con Emanuele Trevi, che si è rivolto a noi più con il tono della chiacchierata tra amici che con quello del professore che ha qualcosa da insegnare. Avevamo letto (e analizzato a fondo) Qualcosa di scritto, per cui il discorso è partito da lì, per poi passare ad altro: la nascita di Fazi, il ruolo decisivo degli editor nella genesi dei suoi libri, le varie realtà editoriali con cui ha collaborato. Unica pecca: ho idea che abbia perso un po’ di umiltà per via del successo crescente… e poi, poi è della Lazio (Francesca Lenti);
- Ha un po’ deluso le mie aspettative (Veronica Giuffré);
- Devo dire che dopo aver letto il suo libro (Qualcosa di scritto) mi aspettavo una persona esplosiva, non so perché, forse perché ha scritto di Pasolini o perché ha avuto a che fare con Laura Betti, “la pazza”. Invece mi è parsa una persona calma, forse timida, e mi è piaciuto per questo. La sua lezione, in cui ci ha raccontato del libro e del suo percorso di scrittore, è stata illuminante
- Interessante;
- Avevo già apprezzato due dei suoi libri. Di presenza è come nella scrittura: parla di tutto, tranne di ciò che ti aspetteresti. Un piacere ascoltarlo. Ma sarebbe stato bello se avesse discusso più a fondo del suo ultimo libro (Innocenzo Falgarini);
- La sua opera su Pasolini mi ha entusiasmato. L’opera compiuta in aula un po’ meno. Verboso e confuso, disorientato dal fatto che ci fossimo presi la briga di esaminare il romanzo in ogni sua piega (Milena D’Aloia);
Mi è dispiaciuto che si sia parlato poco o niente del suo libro, ma l’incontro è stato comunque tra i miei preferiti. Grande umanità, splendida lezione di scrittura (Giuliana Fasolo).
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