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Martina Donati da Oblique
Martina Donati, fiorentina, laureata in Giurisprudenza all’università Sapienza di Roma, lavora da anni nel mondo dell’editoria e dei media. Ha ricoperto il ruolo di ufficio stampa per case editrici romane come DeriveApprodi, Fanucci, Arcana, Fazi. Dal 2009 al 2013 è stata responsabile editoriale per la narrativa presso Giunti e dal 2012 è coordinatrice editoriale alla Newton Compton.
Nel 2015 ha pubblicato il libro Keep calm e diventa vegano e nel 2017 la guida Il Mangiavegano, entrambi per Newton Compton.


Giudizi degli allievi

  1. Simpatica, frizzante, onesta. La sua breve lezione è volata. Mi è piaciuta la sua schiettezza;
  2. Forse è la persona che più di tutte ci ha dato chiaramente la temperatura di una casa editrice;
  3. Una forza della natura;
  4. Molto professionale, maestra nel suo campo;
  5. Una macchina da guerra, come l’ho definita durante tutto il corso! Personalmente non mi piace il dover vendere a tutti i costi e con tutti i mezzi un prodotto anche quando sai che questo non è di “buona” (o forse alta) qualità, ma mi rendo conto che sono le leggi del mercato (Stefania);
  6. Ipnotica. Dopo la lezione di Martina hai chiarissima la funzione e l’importanza dell’ufficio stampa in editoria;
  7. Bellissima lezione, tra le più memorabili;
  8. Mostra esattamente il clima di un ufficio stampa. Ottimo esempio di un ruolo;
  9. Frizzante. Ha trasmesso entusiasmo ma anche il duro impegno e sacrificio che comporta un lavoro del genere. Una lezione utilissima sull’ufficio stampa, tipa molto markettara (da marketing), mi piace;
  10. Efficace, diretta, senza fronzoli. Intelligentissima;
  11. Competente, vulcanica, molto comunicativa. La persona giusta per parlare di ufficio stampa;
  12. Indubbiamente molto brava, mi sono fatta l’idea che è un vero “animale da ufficio stampa”, una che riuscirebbe a vendermi anche un libro che ho già comprato (Francesco);
  13. È stata l’ufficio stampa che mi ha comunicato di più la passione per il suo lavoro. Mi è piaciuta, ed è stata lei a farmi riprendere in considerazione l’idea di fare esperienza anche in questo campo;
  14. Una bomba a orologeria, la sua lezione è stata molto istruttiva. È capace di riassumere in due ore quello che altri impiegherebbero tre giorni a dire. Rispecchia l’immagine che ho del perfetto ufficio stampa. Non voglio fare l’ufficio stampa (Rachele);
  15. Frizzante, divertente. Lezione viva, piena di aneddoti (Eleonora);
  16. Una bomba;
  17. Una professionista, senz’altro da ammirare, piena di energia e molto competente. Ha illustrato molto bene la sua professione, mi è piaciuta molto (Elisabetta);
  18. Grandissimo ufficio stampa. Sicuramente istruttiva la sua lezione. È una donna molto sicura e capace anche se la sua aggressività, necessaria nel lavoro, mi ha fatto pensare che non sarò mai un buon ufficio stampa;
  19. Un mucchio di informazioni tutte insieme, fa venire curiosità per questo mestiere (Gaia);
  20. Un vulcano, una professionista, un modello da emulare. È riuscita a darci un quadro completo del lavoro dell’ufficio stampa, arrivando perfino – ma, si sa, “è il suo lavoro” – a convincere tutti (Laura);
  21. Il vulcano in attività. Mille lapilli lanciati a destra e a manca, spesso bisognava ripararsi per non essere colpiti in pieno. Peccato per la divagazione troppo lunga sulla nostra ignoranza riguardo a direttori e capi della cultura di giornali&riviste. Un po’ troppo maestrina dalla cattedra, e noi poveri alunni delle elementari ignoranti… Ho avuto come l’impressione di essermi persa spiegazioni importanti che non sono venute per mancanza di tempo. Voto: 6½ (Emmanuela);
  22. Molto energica (Virginia);
  23. Una lezione molto pratica e chiara sulla difficoltà e l’impegno del lavoro dell’ufficio stampa (Carla);
  24. Sbalorditiva. Dà perfettamente l’idea di quanto fibrillante e decisivo sia il ruolo dell’ufficio stampa (specialmente il suo), oltre a renderne un ritratto minuzioso. Preziosi i racconti sui casi passati, ma ancora più pertinente la descrizione “in diretta” del lavoro per Breaking Dawn, uscito proprio in quei giorni. Colpa di una sua deformazione professionale, ma è riuscita a convincermi (Paolo);
  25. Troppo, ma proprio troppo esaltata. Sicuramente un nome, ma la sua lezione non è stata molto illuminante. Il racconto di alcuni casi non rende appieno l’idea di quello che può essere curare l’ufficio stampa di una casa editrice e neppure chiedere per ore nomi di giornalisti e direttori di testate. Una volta messa in luce la nostra ignoranza sarebbe forse stato il caso di insegnarci di più sul suo lavoro;
  26. Avrei voluto avere più esempi del suo lavoro. Il copertinario prima di tutto. Ci ha presentato delle idee interessanti per la promozione. Scaltre (Federico);
  27. Se la parte relativa all’ufficio stampa, ai lanci dei prodotti, alle campagne di marketing e ai rapporti con i media e la redazione è stata divertente e molto istruttiva, quella sugli esercizi sadonarcisistici ha infastidito e irritato tutta la classe. Seppur evidente che nessuno sapesse rispondere alle sue incalzanti domande sul “chi è chi” dell’editoria, la Donati ha insistito mettendo in imbarazzo prima la classe e poi sé stessa nel non recedere dall’intento di voler sciorinare per forza i suoi “preziosi” contatti. Molto egocentrica, se si fosse limitata alla lezione, avrebbe riscosso più favori. Voto 7 alla lezione, 5 all’insegnante (Francesco);
  28. Una forza della natura in perenne movimento che si traduce in un’efficace resa professionale. Oltre a un utile quadro del suo lavoro condito da momenti di piacevole ilarità, ci ha regalato il suo momento-barillari. Giustificatissimo (Moira);
  29. Una macchina da guerra. Sa come tenere sempre viva l’attenzione con la sua lezione. Trasmette passione per il suo lavoro in modo contagioso e soprattutto col suo fare, esci dalla lezione convinto che l’addetto stampa non possa che farsi alla sua maniera (Alessandro);
  30. Come si fa a parlarne male? Un fiume in piena. Grandiosa. Adorabile (Giammarco);
  31. Barillari con la gonna. Non la si apprezza in una sola lezione, avrei voluto scontrarmi con lei e sono certa che dopo l’avrei amata. Una donna con le palle, forse non si può dire ma rende l’idea! (Viola).

 

 

 



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