Viola Di Grado è nata a Catania nel 1987 e si è laureata in Filosofie dell’Asia orientale alla University of London.. Ha esordito a ventidue anni con il romanzo Settanta acrilico trenta lana, pubblicato nel 2011 da edizioni e/o e premiato con il Campiello opera prima e il Rapallo Carige opera prima e selezionato tra i finalisti dell’International Impac Dublin Literary Award; il romanzo è stato tradotto in dieci paesi. Ha poi pubblicato Cuore Cavo (e/o, 2013), finalista ai Pen Literary Awards e agli Ipta Awards, Bambini di ferro (La nave di Teseo, 2016) e Fuoco al cielo (La nave di Teseo, 2019), vincitore del premio Viareggio selezione della giuria 2019. Traduce narrativa, collabora con diverse testate culturali, tra cui tuttolibri, e lavora come scriboterapeuta nello spazio virtuale chiamato Capanna zen.
Principali opere tradotte
Jami Attenberg, Da grande, Giuntina, 2018;
Anne Boyer, Non morire, La nave di Teseo, 2020;
Joyce Carol Oates, Nuovo cielo, nuova terra, il Saggiatore, 2020.
Materiali
- Il sito di Viola Di Grado;
- Gianmarco Aimi (intervista), Rollingstone, 17 novembre 2020.
Giudizi degli allievi
- Troppo sulla difensiva. Credo che per uno scrittore debba essere stimolante trovarsi a dibattere con un gruppo di persone che hanno letto con attenzione il suo libro e ci hanno lavorato sopra, anche se questo confronto è fatto di critiche (Adriano Masci);
- Sicuramente non è stata una giornata facile quella passata con lei. Seppur mettendosi a disposizione di noi corsisti, sembrava che quella non fosse stata una scelta sua. Si sentiva in trappola, oppure non aveva ben capito per quale motivo era lì, ovvero ricevere critiche sul suo ultimo romanzo e rispondere a domande. Sembrava più a una conferenza stampa, cosa che non ha fatto che aumentare il nostro dubbio che il suo fosse un personaggio, più che costruito, esasperato da chi la supporta e la pubblica. Un peccato, visto anche l’età molto vicina a quella di noi allievi del corso (Severino Antonelli);
- Il libro di Viola di Grado non mi ha fatto impazzire, anche se le riconosco una certa capacità di scrittura, ma il coraggio, la fermezza e la disponibilità con le quali si è presentata all’incontro mi hanno fatta ricredere (Federica Falzetti);
- Per quanto mi riguarda è stata una giornata insignificante, lei non era disposta a discutere ma solo a difendere il proprio libro. Non ho veramente capito il suo insistere sul fatto che fossimo molto tecnici, come contrapposto a un’idea romantica di ‘sentire’ il romanzo (Silvia Costantino);
- Riservata, annoiata. C’è da dire che, di fronte a domande scoraggianti che giudicavano la sua persona e il suo modo di vestire, anziché la sua scrittura e il suo libro, mi sarei annoiata anch’io. Fin troppo educata, col senno di poi (Alessandra Sciamanna);
- Confronto Stimolante (Stefano De Luca);
- Un po’ scontrosa. Non mi è piaciuto tanto l’atteggiamento che ha mostrato verso di noi, almeno in un paio di occasioni. Le domande che le sono state rivolte durante l’incontro erano tutte legittime, specie perché dopo aver letto il libro e aver dedicato tantissimo tempo ad analizzarlo è naturale avere voglia di saperne di più dalla diretta interessata, quindi, non t’incazzi quando una domanda o un’affermazione non ti garba ma rispondi in maniera aggraziata e con un po’ più di scioltezza e simpatia (Siana Schiavone).
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