Andrea Bergamini (1966), autore di saggistica musicale per ragazzi, ha pubblicato, tra gli altri, Beethoven e l’epoca del classicismo, La storia del rock e Civiltà musicali di cui sono ancora in commercio le traduzioni francese, americana, danese, giapponese e spagnola. Nel 2001 per Enola-Castelvecchi ha pubblicato Amori grandi per grandi uomini e nel 2003 sono apparsi due suoi racconti nell’antologia Men on Men (2) a cura di Daniele Scalise e edita da Mondadori.
Nel 2004 ha fondato la casa editrice Playground.
Giudizio degli allievi
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Incontro molto interessante ma avrei preferito avesse parlato di più delle scelte editoriali della sua casa editrice (Lucrezia Pigini);
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Bergamini ci ha offerto una visione esaustiva della realtà di una casa editrice medio-piccola. Ho affrontato con estrema difficoltà l’esercitazione da lui proposta, probabilmente perché tra le prime del corso. Persona disponibile, si vede che ama il suo lavoro e si impegna per portare in Italia autori stranieri da scoprire o da “riscoprire”;
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Un professionista interessante e competente. Utile per vedere da vicino e con sguardo disincantato il funzionamento di una piccola realtà editoriale (Lorena Spampinato);
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Quella di Bergamini è stata la prima lezione esterna che ho seguito nell’ambito del corso principe. Ci ha dato modo di capire più da vicino come si lavora (e come funziona, soprattutto) in una piccola casa editrice. Interessante il lavoro di scouting con autori ancora poco conosciuti in Italia (è il caso di Gurganus), diventati punte del suo catalogo. Ricordo quella lezione come molto partecipata, o almeno, per quanto mi riguarda, ho avuto la possibilità di parlare parecchio di ruoli editoriali e affini (Federica Guglietta);
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La lezione con Bergamini ci ha permesso di capire le dinamiche all’interno di una casa editrice e il lavoro del direttore editoriale. È stata una lezione dialogica, quasi maieutica, in cui Bergamini ha cercato di farci pensare secondo una logica editoriale. Molto utile (Giulia Porcari);
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Bergamini ci ha fatto capire molto concretamente l’importanza dell’aspetto commerciale dell’editoria. Una lezione necessaria, e istruttiva (Andrea Comincini);
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Interessante. È stato il primo ospite che ci ha riportato con i piedi per terra ricordandoci che l’editoria non è fatta solo di sogni, parole e bella carta ma di conti e di un’azienda che deve andare avanti. Avrei voluto che si fosse sbilanciato di più nel raccontarci come si apre una casa editrice e le dinamiche societarie e di mercato (Veronica Abete);
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Ha trasmesso l’idea che l’editoria non è solo quella libraia, che ci sono anche altri sbocchi lavorativi. Abbiamo potuto capire come funziona una piccola casa editrice (Giulia Varalta);
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Uomo dal forte senso pratico. Di lui posso dire solo: “La casa editrice deve fatturare!”;
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Mi sarebbe piaciuto che ci spiegasse di più cosa vuol dire dirigere una piccola casa editrice. Ad ogni modo ha tracciato un quadro chiaro dell’attuale situazione del settore editoriale e di come esso non si esaurisca nell’editoria libraria ma presenti molti altri sbocchi (Elena Rovigatti);
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Lezione interessante, ma Bergamini si è dimostrato un po’ troppo freddo e distaccato rispetto agli studenti. Cosa non apprezzata: non ha consegnato la correzione individuale dell’esercitazione preparata per lui;
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Eccessivo ma incisivo: centrato su sé stesso e sul lavoro a testa bassa, dimostra come un singolo può fare la differenza e far uscire dal coro una voce innovativa. Esemplare (Ilaria Batassa);
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Della lezione di Bergamini ricordo in particolare un’indicazione: imparare le regole per poi superarle (Ilaria Azzolini);
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Un incontro interessante con un professionista che ha costruito una casa editrice a partire da un progetto e ha avuto successo. Una lezione utile per capire come si lavora in una piccola realtà e tutte le difficoltà e i sacrifici che comporta;
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Non ho mai avuto la pretesa di aprire una mia casa editrice, anche perché non penso di avere le qualità adatte a questo lavoro. Ma quando ho conosciuto Andrea Bergamini questa idea è diventata il mio scopo di vita: oggi posso dire con coscienza che non vorrei mai fondare una casa editrice. A parte l’illuminazione ricevuta durante l’incontro, con Bergamini ho capito il processo interno a una casa editrice, anche se avrei preferito saperlo con modi più gentili. Rimango sempre convinta che con un paio di orecchie e un cervello tutti sono in grado di comprendere un concetto senza sentirselo urlare (Elisabetta Rizzo);
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È stato uno dei primi ospiti. Dell’incontro con lui non ricordo molto. Però ho trovato interessante il suo percorso come editore e il suo modo di parlarcene. Mi è sembrata buona la scelta di farci riflettere a fondo sulle sue valutazioni, per farci vivere quasi in prima persona la sua esperienza;
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Molto diretto e onesto, anche a costo di apparire brutale. Attento alle esigenze del mercato e alla qualità dei libri che sceglie di pubblicare;
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A dire il vero forse è stato l’ospite che meno mi è piaciuto, credo per via del suo atteggiamento un po’ altezzoso. A parte questo, però, la sua lezione è stata comunque interessante per quanto riguarda le nozioni imparate su come è organizzata internamente una casa editrice;
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Abbiamo conosciuto Bergamini all’inizio del corso, quando ancora dovevamo capire molte cose. Lui ha avuto un atteggiamento un po’ troppo presuntuoso e respingente nei confronti degli allievi e non ricordo di aver tratto particolari insegnamenti dalla sua lezione (Sara Cappai);
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Giudizio positivo. Molto interessante la storia di Playground, e l’attenzione dedicata ad altre realtà – come la tv e le serie televisive – che incontrano e modificano il panorama editoriale (Francesco Lodato);
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Andrea Bergamini è una persona dal carattere piuttosto forte e sicuro di sé, tuttavia forse il suo approccio con i frequentanti del corso è stato a volte troppo aggressivo, nonostante non avesse motivo di fare la voce grossa;
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Ha spiegato il suo lavoro partendo dalla sua esperienza professionale, in modo utile ed esaustivo. Ha introdotto la realtà della sua piccola casa editrice e, comparandola a quella di Mondadori, ha mostrato tutte le dinamiche del panorama editoriale (Alessandra Delle Fratte);
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Mi sarebbe piaciuto che ci dicesse qualcosina in più su come presentare una casa editrice, soprattutto che dicesse qualcosa in più sulla redazione dei testi di presentazione della Playground. Tuttavia ha parlato molto della sua esperienza da piccolo editore, non so se avrò mai modo di farmi tornare utile il racconto, ma è pur sempre qualcosa da tenere a mente (Simone Traversa);
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Disponibile e gentile ha provato a coinvolgerci e in parte ci è riuscito. Si è un po’ perso quando ha voluto dimostrarci che oltre a essere un editore appassionato e di talento (questo gli va certamente riconosciuto perché la sua casa editrice propone titoli molto interessanti) è anche uno scrittore particolarmente ispirato. Avrei invece dato più spazio alle correzioni dei nostri lavori (Paolo Guazzo);
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Lezione stimolante e appassionata. Bergamini ha illustrato con schiettezza e convinzione cosa significhi lavorare in una piccola realtà editoriale, toccando sia gli aspetti imprenditoriali che gli aspetti culturali. Con la sua lezione e l’esercitazione annessa si arriva a capire come nasce e di cosa deve tener conto per crescere una piccola casa editrice e come nel tempo essa possa evolversi (Andrea Bilaghi);
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La lezione con Bergamini è stata un buon primo approccio con il mondo dell’editoria. È stato davvero bello ascoltare la sua storia e ci ha mostrato i pro e i contro del mondo della piccola editoria (Alessandra De Biase);
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Se il suo compito era di spiegarci la struttura e l’organizzazione di una casa editrice, è stato esaustivo nel darci l’idea della variegata casistica di forme che una casa editrice può assumere. Ancora più interessante è stato studiare il suo caso specifico, seguendo la genesi e le varie fasi attraversate da Playground (Giuseppe Coppola);
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È stato interessante sentire il racconto sincero di chi, tra molte difficoltà, è riuscito a creare una realtà editoriale piccola ma importante;
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Disponibile a raccontarci la sua storia. Un incontro piacevole (Francesca Faccini);
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Esponente della piccola editoria italiana. Con orgoglio e onestà ci ha introdotto nelle dinamiche del suo progetto di casa editrice, la Playground, spiegandoci le scelte intraprese nel suo percorso imprenditoriale, senza omettere i passi falsi compiuti e magari insistendo un po’ di più, con giustificata fierezza, sui successi ottenuti (Diego Fiocco);
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La sua lezione mi è piaciuta molto e lui mi è sembrato davvero innamorato del suo lavoro (Angelina Taurasi);
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Lezione tranquilla, poco pratica ma interessante per conoscere i vari retroscena del mondo editoriale (Eliana Rizzi);
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Una lezione utilissima a capire come funziona il mondo dell’editoria;
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Come riuscire a dare visibilità e futuro a un catalogo di una casa editrice appena nata? Con un’enorme abilità retorica. Questo l’insegnamento di Andrea Bergamini (Vittoria Mieli);
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Simpatico, gentilissimo, paterno e coinvolgente. Peccato per l’organizzazione dell’incontro, troppo improntato a un solo argomento, che ha tolto tempo al racconto della sua esperienza passata e alla sua attività di editore oggi;
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Consapevole, sicuro e disponibile. Una lezione molto utile, soprattutto a quel punto del corso, a capire qualcosa del mondo dell’editoria (a 360°) e dei compromessi o delle delusioni legate ad esso;
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È stato un piacere ascoltarlo: una lezione ben strutturata, ben raccontata e in grado di descrivere la differenza tra piccola, media e grande editoria dall’interno;
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Chiaro e interessante;
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Molto interessante la sua lezione per comprendere le dinamiche di una piccola casa editrice e le difficoltà che si possono incontrare nel momento della sua creazione. Persona disponibile e chiara;
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Non solo passione per questo lavoro, ma anche audacia e senso della concretezza: questa la lezione di Bergamini che in poche ore ha ricostruito e condiviso con noi la sua storia personale che si lega a quella di Playground (Tanina Cordaro);
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Interessante la sua esperienza di editore, mi ha dato parecchi spunti per un lavoro che sto portando avanti da sola da qualche mese;
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Schietto e simpatico, Bergamini trasmette passione per il lavoro di editore e non ne nasconde gli aspetti più strategici e imprenditoriali. La sua non è una lezione, non come quella di Barillari, ma una piccola immersione nella realtà del fare libri (Filippo Guidarelli);
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Una persona sincera, schietta e realista, che ha svelato quanto sia stata dura costruire e portare avanti una piccola casa editrice (Silvia Amaolo);
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Un editore pieno di passione, ha un’idea precisa di ciò che vuole offrire ai suoi lettori, è attento agli aspetti pratici e concreti del suo lavoro. Ci ha fatto riflettere su quanto sia ampio il mondo dell’editoria e sulla possibilità di applicare le nostre conoscenze anche ad altri ambiti (Gioia Tasca);
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Simpatico, appassionato, competente. A me, personalmente, il catalogo Playground non piace molto (eccezion fatta per L’uomo seme), ma ho comunque imparato molte cose, in quell’unica lezione;
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Personalità controversa, la sua lezione è stata interessante e gradevole, ho apprezzato la sincerità con cui ci ha parlato delle difficoltà del settore, coinvolgendoci con energia nei percorsi da lui affrontati per superarle. Appassionato e tenace, forse ha una lieve nota di suscettibilità (Beatrice C.);
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Un professionista molto appassionato, la sua lezione è stata interessante, stimolante e coinvolgente. Ho apprezzato l’onestà e la concretezza del suo discorso su che cosa bisogna aspettarsi dal mondo editoriale e che cosa inventarsi per poterci rimanere (Carla Pugliese La Corte);
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Una sincerità sconcertante, è stato come vedere un editore “nudo”. Non penso capiterà mai più. Una bellissima lezione, una delle migliori;
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Interessanti i progetti che lo riguardano;
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La sua lezione mi ha illuminato. Sarà stato anche perché si trattava di una delle prime lezioni, ma sentir parlare di libri necessari mi ha fatto riflettere molto. L’ho trovato disponibile e molto competente: un professionista;
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La sua è stata una bella lezione: sincera, concreta e disincantata. Ci ha fornito un quadro realistico e meno poetico dell’editoria. Mi è piaciuto molto;
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È stato interessante sentir raccontare da un testimone chiave la nascita, l’evoluzione e il compromesso” di una piccola realtà editoriale (Paolo Girella);
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L’incontro è stato molto interessante. La sua esperienza, raccontata con sincerità e totale apertura, è stata molto utile per capire come nasce una casa editrice e quali sono le prove e le difficoltà che si incontrano lungo la strada (Annalisa Rubino);
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Disponibile e aperto. La storia di Playground, tra nascita e difficoltà, è un buon punto di riferimento per capire come muoversi, quali sono le dinamiche, spesso molto semplici, che determinano la vita di una piccola casa editrice. L’unica nota: l’esercitazione fatta è passata un po’ in secondo piano (Anna Pegolo);
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Una lezione utile per capire come nasce una piccola casa editrice e con quali strategie riesce a sopravvivere nel mercato (Fiorella Sabatino);
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Navigato, cosciente del proprio lavoro nel passato e nel presente di Playground. Un incontro formativo in particolar modo per il lavoro di demitizzazione sul modo dell’editoria e sui suoi addetti; forse un po’ amaro o addirittura amareggiato. Ho apprezzato l’onestà e l’umanità che ha messo nel suo racconto;
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È stato interessante capire come è nata ed è riuscita a sopravvivere la sua casa editrice;
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Disponibile, umile e appassionato del suo mestiere (Ilaria Babbo);
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Racconta la sua esperienza personale come fondatore di una casa editrice. Sicuramente interessante, ma non indispensabile;
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È stato il primo a parlarci di come sia fondamentale stabilire una chiara identità della propria casa editrice, di come sia purtroppo necessario abbandonare delle collane e riconoscere invece quelle capaci di portarti avanti negli anni. Ha parlato con onestà (Clara Banci);
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Chiaro, disponibile e molto onesto nel raccontarci le dinamiche che regolano la piccola e media editoria;
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Interessante, disponibile, sincero, una lezione realmente avvincente sull’editoria che non si vede, purtroppo (Cecilia Gandolfo);
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Chiaro e disponibile. Molto coinvolgente il suo modo di comunicare;
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Una bella lezione sull’arte del compromesso, la sua, sulla capacità del buon editore di rispondere alle necessità del pubblico e, al contempo, di perseguire la propria “politica degli autori”;
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La lezione è stata entusiasmante. In modo semplice e umile Bergamini ci ha raccontato la sua esperienza personale relativa alla fondazione di Playground, facendoci capire come dietro la progettazione e la nascita di una casa editrice, così come delle collane che si sviluppano al suo interno, ci siano tanti aspetti da considerare e tante scelte da ponderare (Giorgia Galdiolo);
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Chiaro e disponibile, ci ha portato in regalo alcuni libri Playground. Forse una delle poche persone davvero oneste che è ancora possibile trovare in editoria. Del resto, la sua lezione ha reso bene l’idea di quanto sia difficile sopravvivere in maniera dignitosa in un mondo in cui le regole (soprattutto morali) non esistono più. È stato un incontro intenso, velato da una punta di disincanto. Peccato che alla fine lui se la sia presa con i traduttori (Daniela Pezzella);
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Ho percepito grande passione dietro le sue parole, oltre all’ammirevole visione di un’editoria asservita alle idee e agli ideali prima che al profitto. Ma ho percepito anche una persona costantemente afflitta dal complesso del piccolo editore, lamentosa e pertanto poco entusiasmante (Monica Pezzella);
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Ottimo oratore, il racconto della sua esperienza è stato tanto appassionato quanto esplicativo. In poche ore è riuscito a trasmettere, raccontare e farci capire la sua idea di editoria come “impresa culturale”;
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Ho gradito molto la parte della lezione dedicata alle piccole case editrici e al funzionamento del mercato editoriale, meno quella dedicata alla lettura delle nostre esercitazioni, perché Bergamini è stato poco obiettivo e facilmente suscettibile quando alcuni concetti espressi dagli allievi su Playground gli sono sembrati lontani dalle sue aspettative. Ricordo che in un’esercitazione aveva letto tra le righe dei pregiudizi verso l’omosessualità (da inserire tra i momenti memorabili del corso) (Annalisa Milone);
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La sua casa editrice rappresenta un bell’esempio di amore per il mondo dell’editoria. Alcune cose che ha illustrato durante la lezione erano già state dette da Leonardo, ma la sua è, in generale, una bella presenza;
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L’incontro con Bergamini è stato interessante perché ci ha fatto vedere l’editoria da una prospettiva nuova per noi studenti: quella dell’editore. Un editore alle prese con i problemi quotidiani e concreti di una piccola case editrice e con tanta passione per la scrittura e per il suo lavoro (Serena Digrandi);
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Il suo ruolo/i suoi ruoli mi hanno permesso di constatare la complessità di una casa editrice, la difficoltà di intraprendere questo percorso come editore, e di ragionare sulla costruzione di un piano editoriale in vista di un’occupazione di una fetta, seppur piccola, del mercato editoriale e librario;
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Interessante finestra sulla fatica della piccola editoria;
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Bergamini è la dimostrazione di come fare l’editore possa essere più che un mestiere una missione personale. L’incontro ha avuto il pregio di mostrare le difficoltà del mestiere, stretto tra il gusto per certi libri e la necessità di venderli. Non ho condiviso in pieno tutte le opinioni dell’editore ma nel complesso è stato un incontro utile e positivo (Cecilia Cruccolini);
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Poco professionale, nervoso, ai limiti della maleducazione; vale anche per Barillari, che però ne è consapevole e rende il tono funzionale alle lezioni; Bergamini no. Peccato: conosce il suo mestiere, ne parla anche con passione, ti dà una buona panoramica delle mille incombenze di un piccolo editore. E soprattutto vale anche per lui la regola aurea: le lezioni vanno preparate. Non puoi correggere degli elaborati senza informarti sulle consegne precise (tagli redazionali, limiti alla lunghezza) imposte agli studenti (Francesco Conte);
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Lezione molto utile anche perché ha fornito a noi studenti la possibilità di venire a conoscenza del lavoro di una piccola casa editrice. Persona gradevole (Simone Schezzini);
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Andrea Bergamini ci ha condotto dentro la realtà, quella nuda e cruda, dell’editoria. Come editore ci ha mostrato entrambi i lati della medaglia: l’attenzione nelle scelte per fare libri di qualità e l’attenzione al portafoglio. L’editoria è un’industria; i libri sono anche una merce. La sua esperienza ha voluto ricordarci che non si fa questo lavoro perché si vuol mettere in piedi un’attività economica, tanto meno redditizia, ma ha voluto anche dirci che nel momento in cui si decide di farlo non possiamo dimenticarci o ignorare che è anche questo (Francesca Truscelli);
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La lezione di Bergamini è molto utile per iniziare a capire il funzionamento di una piccola casa editrice. È una delle prime lezioni, e proprio per questo fa scoprire nuovi mondi. Bergamini insegna con chiarezza quanto sia importante la passione in questo lavoro. Il suo modo di esporre, però, non è molto incisivo (Federico Cenci);
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Bergamini ha dimostrato come una piccola casa editrice possa entrare nel mercato grazie a una collana stretta ma profonda come High school;
- Ha raccontato con competenza e sincerità la propria esperienza di editore, evidenziando la differenza che intercorre tra una linea editoriale puramente utopica e una raffinata eppure vendibile;
- Pronto a far scendere in campo i propri errori per stillare un discorso che sia fruttuoso per chi comincia. Dote non comune. Ha apportato la riflessione – giusto controcanto alla politica idealista di Oblique – su un’editoria che deve talvolta abbassarsi a un terreno fatto di scelte di mercato e compromessi. È stato molto diretto nel trasmettere il messaggio secondo cui anche una copertina ben fatta, un bel carattere e una carta di qualità sono cultura (Teodoro Patera);
- Una persona distinta che con semplicità ed estrema sincerità ci ha raccontato la sua esperienza mettendo onestamente in luce anche gli errori professionali;
- Quella di Bergamini è stata per me la lezione più bella tra quelle dei docenti esterni. Ha saputo parlarci del suo progetto di casa editrice mettendosi a nudo. È un professionista sensibile e colto con il quale mi piacerebbe tanto lavorare. Sono sicura che imparerei molte cose da lui (Irene Guida);
- È stato coraggioso e sincero. Un buon modo per spazzare via gli idealismi di un gruppo di trentenni con la testa confusa. Ha patito forse la prima parte della lezione, anche lui un po’ soffocato dal ruolo che aveva deciso di vestire di fronte a degli sconosciuti. Ma dopo mezz’ora se n’è dimenticato, per fortuna. È stata la prima volta che ho intravisto compiutamente la complessità del mondo in cui voglio infilarmi – in senso umano, intendo. È stata una splendida storia;
- È raro che un editore abbia voglia di “spogliarsi” completamente agli occhi smaniosi di una classe di aspiranti redattori. Invece Bergamini ci ha dedicato per tre ore un racconto-fiume, non solo raccontandoci come ha ideato e realizzato la Playground, ma svelandoci senza remore le difficoltà incontrate, gli errori fatti e corretti, e quelli non ancora risolti, i punti di forza e i punti di debolezza del proprio progetto editoriale: una grande lezione, non solo di editoria ma anche di passione e umiltà (Carmen Maffione);
- La sua lezione è stata per me una delle più significative, ora sono diventata una grande ammiratrice della sua case editrice di cui continuo a comprare e leggere avidamente i libri, se ci fosse un corso tenuto da Andrea correrei a seguirlo (Sara Meddi);
- è una persona molto positiva e un bravissimo professionista. Mi hanno colpito la passione con cui lavora e il rapporto che ha istaurato con noi: dopo pochi minuti si ricordava già i nostri nomi e prestava grande attenzione ad ogni intervento, questo per me è stato gratificante e mi ha incoraggiato molto (Giulia G.);
- Mi ha colpito molto il suo modo di aprirsi a noi, senza timore alcuno, ma con una incredibile voglia di trasmettere le sue esperienze;
- Bellissima lezione, articolata e completa. Bergamini si è messo a nudo, spiegando con estrema sincerità le sue scelte e stimolando la partecipazione di tutti. Ci ha permesso di entrare nella testa di un editore in tutto il processo che va dal lancio di una nuova casa editrice indipendente, passando per la crisi, fino ad arrivare al cambiamento di strategia che porta a una stabilizzazione;
- È stato molto interessante sentirsi raccontare tutto il percorso di una piccola casa editrice, errori di strategia compresi. Ho molto apprezzato anche che il docente abbia regalato un libro a ciascuno. Il più generoso!;
- È stata una lezione entusiasmante. Ci ha spiegato la fatica di far nascere una casa editrice, e ci ha rivelato con sincerità e modestia i suoi errori iniziali (Chiara Apicella);
- Lezione molto interessante. Mi è piaciuto il fatto che si sia messo a nudo davanti a noi, parlandoci a cuore aperto della propria esperienza editoriale, bella ma anche sofferta (Barbara Bevilacqua);
- Una lezione ricca di contenuti, ho apprezzato molto che Andrea ci abbia parlato anche dei propri errori, e ci abbia spiegato la genesi della sua casa editrice e la sua evoluzione. Ho apprezzato molto che ci abbia fatto toccare con mano i primi libri usciti con Playground (Stefania Curatola);
- Lezione interessante. A livello contenutistico, ma l’insegnante non è a mio avviso particolarmente incisivo (Antonio Maglia);
- Di Playground avevo sentito solo parlare, e la lezione è stata un’occasione per conoscere questa casa editrice. L’aspetto che mi ha colpito di Bergamini è, nonostante le difficoltà che ha dovuto superare la sua casa editrice, ha creduto fino in fondo alla sua missione editoriale e ha proseguito la sua avventura (Annalisa Bizzarri);
- La sua lezione è stata un seminario monografico sulla nascita e la vita di una piccola casa editrice. Sono molto soddisfatta della lezione di Andrea: mi ha aiutato a capire di più come funziona il mondo editoriale e quali sono le sue leggi. Molto utile (Francesca Giannone);
- È stato il primo intervento esterno. Ho apprezzato la sincerità con cui ci ha raccontato la sua esperienza nell’editoria, trasmettendo anche tutte le difficoltà e i problemi che ha incontrato (Michele Martino);
- Chiaro, sincero, stimolante (Raffaele Parisella);
- Andrea ci ha raccontato la sua personale esperienza di editore alle prime armi in modo chiaro e sincero, non omettendo gli errori commessi, anzi soffermandosi su di essi più che sui successi. Mi è sembrata una persona interessante e preparata, ma anche umile e alla mano. Ho divorato il libro che mi ha regalato, e da allora acquisto un “playground” al mese. Le sue scelte editoriali sono estreme, coraggiose e lodevoli (Marta Scandorza);
- La lezione che ha tenuto Bergamini è stata molto interessante, è riuscito a raccontarci la genesi della sua casa editrice mettendo a nudo idee, progetti ed errori con estrema naturalezza. È difficile trovare un editore che sveli fino in fondo i segreti del mestiere, si è messo a nudo regalandoci una lezione chiara e piacevole (Silvia Romano);
- Delizioso. Una bella persona e un bell’editore, che ha avuto l’intelligenza di far cambiare strada a un progetto affascinante ma poco redditizio, e oggi ha l’intelligenza di raccontare i propri errori (Flavia Vadrucci);
- Lezione istruttiva e di raro relax. Essendo stato il primo incontro con il business editoriale, mi ha dato il suo punto di vista, idealista e smaliziato, ed è stato in grado di spiegarlo molto bene; è servito come termine di paragone nel seguito del corso. Lezione troppo incentrata sulla storia di ogni uscita, così per mancanza di tempo si è detto molto poco su Playground oggi (Leonardo);
- Un editore sui generis, molto schietto e autocritico. Concreto nel descrivere i meccanismi del mondo editoriale e le difficoltà pratiche incontrate dai piccoli editori all’interno di un sistema di mercato monopolistico come quello italiano. Interessante è stato apprendere le strategie di elaborazione di un piano editoriale (Taddeo Roccasalda);
- Da lui ho imparato ad analizzare e studiare il progetto che c’è dietro una casa editrice. La sua lezione su Playground è stata interessante, peccato non aver avuto il tempo di affrontare tutti i punti che si era prefissato (Francesca Toticchi);
- Il mio giudizio è di parte perché mi sono innamorata di Playground e dei suoi libri. La lezione di Bergamini è stata molto interessante perché ha fatto veramente capire che cos’è una casa editrice, come nasce, quali sono le difficoltà in cui può incorrere, quanta è la passione che bisogna metterci affinché un progetto funzioni. Ma soprattutto è stato forse il primo a mostrarci come attraverso l’osservazione del catalogo di una casa editrice se ne possa capire non soltanto il valore ma anche l’essenza, il progetto, gli intenti (Chiara Rea);
- Eccentrico, geniale, filosofico, riflette l’ideale di editore illuminato, innamorato della sua casa editrice, convinto dei suoi progetti (Francesca Bragaglia);
- Ottimi i suggerimenti, durante l’incontro, per la costruzione di una collana, se non di una casa editrice; chiara e interessante l’illustrazione del percorso di nascita e di lavoro di Playground. È emersa, nell’incontro, tanta passione (e tanto sano realismo) per quel che si fa (Katia Cappellini);
- La sua lezione è stata importante per capire il valore di un progetto editoriale preciso, circostanziato (Massimiliano Borelli);
- Mi è piaciuto molto. La sua esperienza professionale (ma anche di vita) è già una lezione. Mi è piaciuto sentir dire da un editore ciò che ho sempre pensato di una casa editrice: che è un impresa che vende libri, e che deve fare libri che si vendano sul mercato, cercando di farli bene e di qualità. In Bergamini ho visto l’editore che deve fare i conti con la concretezza della gestione imprenditoriale, oltreché con la metafisica della letteratura. Molto istruttivo;
È interessante il discorso che fa sul suo percorso editoriale e sulla sua collana, sui motivi che tengono insieme i libri, ma a confronto con le altre lezioni mi è piaciuta meno (Francesca Arrigoni);
- Interessante la sua lezione; per il percorso descritto dalla sua casa editrice, per il lavoro che ne traspare, e per la sua idea di letteratura (Matteo Alfonsi);
- Esaustivo e diretto. Spiega in modo chiaro i meccanismi della piccola editoria (Rossella Muratore);
- La lezione è stata molto esaustiva riguardo al catalogo della casa editrice Playground, ma abbiamo passato troppo tempo a leggere e raccontare le trame degli ultimi libri (anche ogni singola biografia) e questo ha posto in secondo piano le informazioni tecniche e pratiche che mi sarei aspettata sullo scouting, sulle collane, su come si lavora in casa editrice;
- Una lezione interessante soprattutto perché Bergamini ci ha letto squarci di libri, illustrato le collane, raccontato la genesi della casa editrice, ci ha fatto arrivare tramite il ragionamento al motivo per cui pubblica determinati libri e autori che trattano di storie con protagonisti omosessuali. Una grande persona (Mila Tenaglia);
- Non conoscevo Playground e sono stata felice di conoscerla in questo modo. È stato inoltre molto gentile a regalarci alcuni dei libri della sua casa editrice;
- La sua esperienza di editore, raccontata con umiltà e semplicità, si è rivelata fondamentale per comprendere la nascita di un progetto e il percorso da seguire per la sua realizzazione. La sua lezione è stata avvincente e stimolante, ha saputo interagire e coinvolgere gli allievi, ha trasferito realmente l’esperienza e creato la giusta empatia (Emanuela D’Alessio);
- Mi è piaciuto molto l’approccio che ha dato alla lezione: partire dai libri pubblicati dalla sua casa editrice per spiegarcene la storia e l’idea che “sta sotto” la nascita di Playground (Giada Di Giammarco);
- Interessante lezione sul mestiere dell’editore, sul progetto e sulle scelte che stanno dietro una casa editrice. Un editore mosso dalla passione, che crede in quello che fa;
- La sua lezione è stata molto interessante perché ci ha raccontato come da un’idea e da una forte passione possa nascere una casa editrice (Eleonora Rossi);
- L’ospite più noioso di tutto il corso. L’intervento sulla nascita della sua casa editrice non è stato altro che una lettura delle quarte di copertina dei libri da lui pubblicati. Sarebbe stato preferibile entrare più in profondità nelle dinamiche del processo editoriale e nelle relative problematiche. Fondamentalmente ha dimostrato poca disponibilità a un vero scambio (Alessandra Pierro);
- Interessante l’argomento e i dati trasmessi. Scostante e freddo l’atteggiamento del docente;
- L’editore di Playground ci ha spiegato strategie, fallimenti, vittorie e motivazioni profonde del fare editoria, senza retorica e senza cinismo. Per me è stato sicuramente tra gli ospiti più importanti (Claudia Meschiari);
- Bellissima lezione. Una persona che mette completamente a nudo il proprio lavoro, svelandone tutti i retroscena con la sincerità e l’accorato riguardo di una confessione intima;
- È un professionista e un artigiano del libro, nel senso “obliquo” del termine, ci ha mostrato, con estremo realismo, il duro lavoro intellettuale che c’è dietro la creazione di una casa editrice e ci ha spiegato come e perché questa debba essere rappresentativa delle idee di un editore. Quella di Bergamini è stata una delle lezioni più belle. Con estrema sincerità e passione ha condiviso con noi i pro e i contro del suo progetto editoriale, gli “inconvenienti” del mestiere, come i soliti e spesso solidi muri che il mercato editoriale – non immune dalle mode del momento – erige, favorendo un tipo di letteratura massificata. Certo, il compromesso è d’obbligo, ma l’importante è non snaturare il proprio prodotto e non rinunciare mai alla qualità. Questo è il ricordo che mi ha lasciato Bergamini;
- Ci ha parlato apertamente su come gestisce la sua casa editrice e le difficoltà che ha trovato. È stato umile e sincero. È stata una delle lezioni più interessanti;
- Fantastico. Il primo editore che abbiamo incontrato e l’impatto è stato positivo (Alessia Caputo);
- Piccolo editore, fondatore della Playground. La sua era una piccola redazione, e proprio per questo ci ha mostrato come a volte i diversi ruoli all’interno di una redazione debbano essere svolti da una persona sola. La parte del suo intervento che mi ha colpito di più è stata quella in cui ci ha raccontato degli aneddoti sulla sua attività di editore e di come abbia tratto beneficio da alcuni errori fatti durante il percorso. Mi ha fatto capire anche quanto l’editoria – che noi giovani tendiamo a idealizzare – sia fatta di compromessi con il mondo del mercato; questa è una storia che avevo già sentito nelle librerie in cui ho lavorato, qualcosa con cui bisogna fare i conti per andare avanti (Viviana Minervini);
- Tutto il mio rispetto. Vorrei ringraziarlo sinceramente per aver condiviso con noi la sua esperienza, senza nascondere i suoi errori e le sue difficoltà, con uno spirito di sincerità che l’ha reso per me un vero e proprio esempio (Mariagiulia Di Piramo);
- Molto alla mano e comunicativo. Il suo ricordarci che l’editoria è qualcosa di tangibile e che ha a che fare anche con i numeri in senso stretto è stato molto istruttivo (Giulia Eusebi);
- Bergamini ha dato l’impressione di avere le idee molto chiare su cosa significhi fare editoria di progetto. Non si è perso in chiacchiere inutili tracciando un percorso ben preciso che ogni giovane editore dovrebbe prendere a modello. Ha trasmesso un senso di concretezza spesso assente in chi si occupa di libri (Dario De Cristofaro);
- Interessanti le spiegazioni sulle sue scelte editoriali, sull’evoluzione di Playground e sulla necessità di considerare sempre l’aspetto economico di un progetto editoriale (Lavinia Emberti Gialloreti);
- Il suo intervento mi è sembrato molto utile: concreto e chiaro (Antonella Evangelista);
- Ho apprezzato veramente molto la lezione del professor Bergamini, poiché mi ha fatto comprendere il lato economico-finanziario della struttura della casa editrice, a me completamente oscuro (Chiara Mazzetti);
- Schietto ed esemplare nell’esporre tutti i pro e i contro dell’attività di un editore;
- Direttore editoriale della casa editrice Playground. È stato molto bravo a spiegare le caratteristiche del mestiere dell’editore, soffermandosi sulla sua doppia natura, imprenditoriale e intellettuale. Grazie all’incontro con lui ho conosciuto una piccola casa editrice che non conoscevo, un progetto che esemplifica la doppia valenza dell’editore già citata. L’editoria è un’impresa culturale e come tale si deve muovere tenendo conto degli stimoli e delle reazioni del mercato, ma deve dialogare anche con valori più alti e astratti, come la cultura e il valore letterario delle opere. Bergamini è riuscito in maniera brillante a coniugare le due ali del suo lavoro ed entrato a far parte del gruppo Fandango. Mi è sembrata una persona con un buon gusto letterario e una buona capacità espositiva e ci ha pure regalato qualche libro (Anna Quatraro);
- In un aggettivo: realistico (Federica La Rosa);
- La passione per il suo lavoro e quella che ha trasmesso a noi studenti in quelle poche ore hanno reso la sua una delle lezioni più intense (Stefano Mazzara);
- Una delle lezioni che ho preferito. Molto interessante la spiegazione del piano editoriale e l’indagine sui pro e i contro dell’ingresso di Playground nel gruppo Fandango;
- Interessanti gli aneddoti sulla sua attività da editore e molto utile il racconto delle difficoltà che un piccolo editore può incontrare (Margherita);
- Uomo di cultura, ha un grande senso pratico. Ama molto le lezioni interattive (Vanessa Palmiero);
- Una lezione interessante sulla nascita e lo sviluppo di una casa editrice che punta all’eccellenza e alla perfezione, di contenuti e forme. Bergamini si è messo a nudo e ci ha spiegato con passione come si lavora all’interno di una casa editrice come la sua (Agnese De Petrillo);
- Preparato e sincero. Utile il racconto della sua esperienza (Alessandra Craus);
- Uno degli incontri più interessanti e stimolanti. Andrea Bergamini trasmette amore e passione per il lavoro editoriale e le sue considerazioni non sono mai gratuite né scontate (Monica Baroni);
- Disponibile e stimolante. Il suo intervento a proposito della propria esperienza di editore è stato molto utile per capire quanto sia importante – e proprio per questo da non sottovalutare – l’aspetto economico e imprenditoriale all’interno di una casa editrice (Claudio Panzavolta);
- Un editore coerente, un signore simpatico e disponibile. La lezione è stata piacevole, ma non la mia preferita, forse per il distacco che credo di aver letto nel suo approccio con noi.
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