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Giorgio Terruzzi
Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna

Giorgio Terruzzi, Suite 200

“La sua vita? Quella. Questa. Un trionfo motoristico pagato cifre esorbitanti. Mascherato dalla consapevolezza di essere Ayrton Senna. Un’iradiddio. Un fenomeno”.

*

Sabato 30 aprile 1994, Castel San Pietro Terme, Hotel Castello. Nella Suite 200 si consuma l’ultima notte di Ayrton Senna. Mancano poche ore al Gran premio di San Marino e c’è una cupa tensione nell’aria. Nel primo pomeriggio è morto Roland Ratzenberger, dopo uno schianto a oltre trecento all’ora contro il muro della curva Villeneuve; il giorno precedente Rubens Barrichello si è salvato per miracolo dopo un brutto incidente in prova.
Senna è scosso, non vuole correre, ha paura, vuole che tutto si fermi. Quella sera il fratello Leonardo è andato a trovarlo. Gli ha fatto ascoltare un nastro che contiene alcune registrazioni compromettenti di Adriane, la sua fidanzata, l’unica persona con cui riesce a trovare un po’ di pace. Senna sa bene quanto è invisa alla famiglia, e il gesto del fratello è solo l’ennesimo tentativo di separarli.
Sarà una notte di pensieri, riflessioni, tutta la sua vita verrà passata al setaccio: il complesso rapporto con il padre, i suoi chiacchierati amori, la rivalità con gli altri piloti (Piquet, Prost, l’astro nascente Schumacher), l’afflato mistico che preme dentro di lui e l’urgenza di una svolta, «restituendo a chi ha meno», in silenzio, a modo suo.
Terruzzi, grazie allo stile secco e ritmico che contraddistingue la sua scrittura, ricostruisce con lente psicanalitica la complessità di Senna pilota e uomo, disseziona l’origine del mito. Ne viene fuori un ritratto intimo e inatteso, avvincente nel suo approssimarsi al momento fatale: la storia di un campione al cospetto del suo talento, ma anche il profilo di un mondo che dopo il primo maggio 1994 non sarebbe stato più lo stesso.

 

 

 

 


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