Raffaele Riba
Un giorno per disfare
“L’uomo ha innalzato città sulla natura, facendola affiorare qua e là a suo piacimento. È convinto di aver costruito un habitat più comodo e funzionale di quello che aveva prima. Ma, come accade agli animali negli zoo, i suoi istinti, i suoi atteggiamenti innati, vengono fuori dagli interstizi, dai buchi, dagli spazi lasciati vuoti”.
*
12 aprile 2004, Disneyland Paris. Durante la celebrazione del dodicesimo anniversario del parco, Matteo Danza, dottorando in Etologia, procede lungo Main Street vestito da Pluto e con un gesto definitivo si dà fuoco sotto gli occhi increduli dei visitatori. Jacques Vian, cinquantenne, inviato di «Le Monde», afflitto dai primi disturbi del Parkinson, assiste alla scena e scatta cinque fotografie, l’involontario inizio di una faticosa indagine sulla vita di Matteo e sulla propria. Attraverso una fitta trama di relazioni che coinvolgono anche Agnès e Christiane, madre e figlia in qualche modo responsabili e vittime dell’urlo disperato di Matteo, Jacques scoprirà di essere, al pari degli altri personaggi di questo romanzo, nelle spire di un cortocircuito esistenziale, nient’altro che la versione in scala ridotta del vicolo cieco evolutivo che affligge l’uomo, illuso di poter calpestare la natura a proprio piacimento.
Jacques diventa così il cantore dell’utopia di Matteo e ne suggella il sacrificio, convinto anche lui della necessità di «riordinare le nostre convinzioni e correggere il punto di fuga».
Un giorno per disfare si è aggiudicato il premio Zocca Giovani.
Rassegna stampa
Carlo Grande, La Stampa, 10 novembre 2015;
E.R., La Bisalta, 9 febbraio 2015;
Matilde Quarti, doppiozero.com, 31 gennaio 2015;
Sergio Roic, Corriere del Ticino, 8 gennaio 2015;
Mario Sammarone, La Città, 11 dicembre 2014;
Emanuela D’Alessio, viadeiserpenti.it (intervista), 18 novembre 2014;
Emanuela D’Alessio, viadeiserpenti.it, 16 novembre 2014;
meltybuzz.it, 9 novembre 2014;
Mauro Maraschi, L’Indice dei libri del mese, novembre 2014;
Monna Lisa, lankelot.eu, 3 ottobre 2014;
flatlandia.radiondadurto.org, 29 settembre 2014;
Redazione, La Provincia, 23 settembre 2014;
Liana Messina, F, 17 settembre 2014;
Angelo Murtas, Mucchio, primo settembre 2014;
Carolina Crespi, Film tv, 20 agosto 2014;
Fabrizio Ottaviani, il Giornale, agosto 2014;
Redazione, Stop, 14 agosto 2014;
radio3.rai.it, libro del mese di agosto di Fahrenheit;
Sabina Minardi, l’Espresso, primo agosto 2014;
Ernesto Brambilla, Donna al Top, 31 luglio 2014;
Gianluigi Bodi, senzaaudio.altervista.org, 28 luglio 2014;
Luciano del Sette, Alias del manifesto, 26 luglio 2014;
Cristina De Stefano, Elle, 17 luglio 2014;
Marzia Fontana, il venerdì, 11 luglio 2014;
Paolo Piccirillo, Il Mattino – ed. Salerno, 10 luglio 2014;
Redazione, leggereacolori.com, 9 luglio 2014;
Alessandro Beretta, la Lettura del Corriere della Sera, 6 luglio 2014.
In evidenza
La storia di una distanza incolmabile tra uomo e uomo, tra esistenza ed esistenza.
Matilde Quarti, doppiozero.com, 31 gennaio 2015
Un romanzo scritto con l’urgenza di dare conto di aspetti di vita da angolazioni diverse. Un buon esordio.
Mario Sammarone, La Città, 11 dicembre 2014
Una struttura geometrica, poliedrica.
Emanuela D’Alessio, viadeiserpenti.it (intervista), 18 novembre 2014
La rivelazione letteraria del 2014.
meltybuzz.it, 9 novembre 2014
Un bellissimo libro.
flatlandia.radiondadurto.org, 29 settembre 2014
Un’indagine tra le relazioni che non sono mai davvero come sembrano.
Sabina Minardi, l’Espresso, primo agosto 2014
Perfetto così com’è. Un libro sulla solitudine umana. [...] Riba non ti propone una storia lineare, ti invita a unire i puntini.
Gianluigi Bodi, senzaaudio.altervista.org, 28 luglio 2014
Dalla profondità di un gesto disperato e apparentemente folle, nasce un romanzo che rivela l’inevitabile scontro tra il progresso e la libertà.
Redazione, leggereacolori.com, 9 luglio 2014
Romanzo breve dai molteplici pregi, Un giorno per disfare racconta la vita di un uomo che si interroga sul futuro dell’umanità e che considera la nostra specie una sorta di maledizione terrena che si è autoinflitta la punizione del vivere in cattività all’interno di un mondo posticcio e ipertecnologico ma traditore della natura da cui proveniamo.
Sergio Roic, Corriere del Ticino, 8 gennaio 2015
[…] un romanzo complesso e profondo, una riflessione filosofica senza averne la presunzione o l’impostazione accademica, una rappresentazione polifonica della solitudine di uomini e donne, delle loro vite ordinarie occupate a farvi fronte, a tentare una nuova capacità di sperare.
Emanuela D’Alessio, viadeiserpenti, 16 novembre 2014
Un giorno per disfare merita di essere affrontato, in quanto romanzo filosofico, pregno di contenuti ed episodi significativi: è proprio questa densità, orchestrata con garbata intelligenza, a far spiccare Riba tra gli autori della sua generazione. Un romanzo ambizioso, sicuramente da leggere, e da discutere.
Mauro Maraschi, L’Indice dei libri del mese, novembre 2014
La scrittura di Riba sembra plasmarsi perfettamente ai toni scabri ed essenziali delle esistenze che racconta. C’è una sorta di incantevole desolazione in tutto questo: la malattia, l’incomprensione, la delusione, l’emarginazione, il fallimento. Un giorno per disfare è un romanzo profondo e profondamente riuscito perché riesce ad estasiare il lettore suscitandone l’immediata empatia.
Monna Lisa, lankelot.eu, 3 ottobre 2014
Una storia dura ma che fa arrivare il lettore a conclusioni importanti.
Redazione, La Provincia, 23 settembre 2014
Un’opera intelligente che s’interroga sul senso della vita, sul contrappeso ideologico del progresso e della libertà, sul concetto di evoluzione corrotta; e lo fa con una prosa semplice, pulita e schietta.
Angelo Murtas, Mucchio, primo settembre 2014
Quello di Riba è […] un romanzo filosofico; e tuttavia ciò che lo rende un’opera non solo intellettualmente stimolante, ma riuscita è che l’autore […] «dimostra» la sua tesi costruendo attorno al protagonista un castello di destini incrociati che ne intercettano la vicenda con una bravura che rende la lettura di queste pagine intensa, e spesso commovente.
Fabrizio Ottaviani, il Giornale, agosto 2014
Le pagine di Riba attraggono, prima di tutto, per il loro stile asciutto, quasi da reportage.
Luciano del Sette, Alias del manifesto, 26 luglio 2014
È una storia crudele, che lascia attoniti per la tristezza del messaggio e al tempo stesso ammirati per la perizia del messaggio.
Cristina De Stefano, Elle, 17 luglio 2014
“…il piemontese Riba, tutor alla Holden e già autore di racconti, costruisce una storia sulla solitudine e il dolore prodotti dalla pretesa dell’uomo di dominare la natura.”
Marzia Fontana, il venerdì, 11 luglio 2014
“[…] l’identità del narratore si chiarisce in corsa giocando bene con il disorientamento di chi legge […]”
Alessandro Beretta, la Lettura del Corriere della Sera, 6 luglio 2014
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