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Veronica Raimo
Tutte le feste di domani

Aprile 2013

Veronica Raimo, Tutte le feste di domani
“Non ci sembra che in Italia vi sia stato uno scrittore maschio, femmina o altro, ad aver costruito una figura di donna altrettanto penetrante quanto Alberta: se immaginate un adattamento dei Dolori del giovane Werther recitato dalla giovane Stefania Sandrelli, capirete di cosa parlo.”
Giordano Teodoldi

*

I coniugi Falsini, che all’inizio degli anni Novanta devono capire come ristrutturare il loro appartamento, dodici anni prima erano soltanto Alberta e Flavio. Lei una studentessa affascinante, povera e testarda, che si sta per laureare, lui un brillante e facoltoso professore di estetica membro della commissione di laurea. Alberta cela dietro i ricattatori occhi turchini la capacità di mettere in scacco le abitudini della vita, e trasforma la sua discussione in un teatro dell’assurdo con una scena muta volontaria. Sa di prendere un votaccio ma anche di aver sedotto per sempre Flavio, colui che nel giro di un anno si ritroverà a essere suo marito. Così, per incanto o per calcolo, Alberta passa dalla vita di una comune di spiantati alla molleggiata pace borghese, dove tutto sembra una compiaciuta e terribile rappresentazione. Ma Alberta ha un’arma in più, una specie di dono, un’irresistibile eccentricità in grado di far fibrillare il senso di qualunque abisso di noia. Se decide di tradire Flavio per conoscere di quali storie si nutre il mondo, gettandosi tra le braccia di Carsten, un giovane e sfuggente scrittore americano, è per dar forma a quello che nella sua testa è un fantastico romanzo d’amore. Eppure nulla è certo in questo romanzo, perché tradimento e complicità sono due facce della stessa delirante ambizione: trasformare la propria esistenza in una partita a carte in cui ogni avversario è convinto di essere un compagno di gioco.


Altri materiali
- Il booktrailer del libro.


Rassegna stampa
- tuttomondonews.it, 15 gennaio 2015;
- stefanodonno.blogspot.de, 31 ottobre 2013;
- internodue.com, 10 ottobre 2013;
- il manifesto, 6 settembre 2013;
- sololibri.net, 10 agosto 2013;
- Amica, agosto 2013;
- La Lettura, 28 luglio 2013;
- L’Unione Sarda, 25 luglio 2013;
- Sardegna Quotidiano, 25 luglio 2013;
- Sardegna Quotidiano, 24 luglio 2013;
- Libero, 21 luglio 2013;
- libreriamo.it, 21 luglio 2013;
- Flanerí, primo luglio 2013;
- vertigine.wordpress.com, 23 giugno 2013;
- hounlibrointesta.it, 7 giugno 2013;
- La Nuova Sardegna, 27 maggio 2013;
- Il Tempo, 19 maggio 2013;
- affaritaliani.it, 13 maggio 2013;
- Corriere della Sera, 9 maggio 2013;
- sorrisi e canzoni Tv, 7 maggio 2013;
- il Giornale, primo maggio 2013;
- Rolling Stone, maggio 2013;
- Grazia, 26 aprile 2013;
- Anna, 25 aprile 2013;
- Amica, maggio 2013;
- marie claire, 20 aprile 2013;

 

In evidenza:
“Tutte le feste di domani ci ricorda che in Italia esiste anche una narrativa di valore, nascosta da qualche parte, in attesa dei suoi lettori.”
il manifesto, Carlo Mazza Galanti, 6 settembre 2013

“Una quasi Bovary rivista dunque come da un Moravia impietoso (il nome, Alberta, lo evoca, come l’ambientazione nell’interno borghese), o da un Antonioni chirurgico.”
La Lettura, Ida Bozzi, 28 luglio 2013

“Non ci sembra che in Italia vi sia stato uno scrittore maschio, femmina o altro, ad aver costruito una figura di donna altrettanto penetrante quanto Alberta: se immaginate un adattamento dei Dolori del giovane Werther recitato dalla giovane Stefania Sandrelli, capirete di cosa parlo.”
Libero, Giordano Teodoldi, 21 luglio 2013

“Non mi stupirebbe se Tutte le feste di domani divenisse un film, magari… con la sceneggiatura firmata proprio dalla Raimo, la regia affidata ad Alice Rohrwacher, tra le più talentuose registe italiane, Alberta interpretata da Regina Orioli e Flavio da Fabrizio Gifuni.”
vertigine.wordpress.com, Rossano Astremo, 23 giugno 2013

Tutte le feste di domani è un romanzo scritto in una lingua cristallina, con il giusto ritmo, provvisto di una solida impalcatura narrativa.”
La Nuova Sardegna, Giuseppe Mussi, 27 maggio 2013

“…Veronica è così, dove arriva lei porta sempre scompiglio.”
il Giornale, Massimiliano Parente, primo maggio 2013

“La nuova prova di Veronica Raimo, voce potente nel panorama delle giovani penne italiane, scardina definizioni e aspettative sui sentimenti.”
Rolling Stone, Carlotta Vissani, maggio 2013

“Il secondo romanzo della Raimo cresce potente come una partitura musicale (il titolo viene da una canzone dei Velvet Underground). Parla della trama del matrimonio, di inganni, frustrazioni, palpiti del cuore. E di cosa resta di una coppia ‘in fondo al dolore, alle parole, alle omissioni’.”
marie claire, maggio 2013

“Sono passati sei anni dall’esordio con Il dolore secondo Matteo (minimum fax), ma valeva la pena attenderli e paradossalmente, in questi tempi di produzioni seriali funestati da scrittori fin troppo prolifici, fa notizia che una scrittrice si voglia prendere del tempo per creare, reclamando la propria libertà creativa.”
hounlibrointesta.it, Francesco Musolino, 7 giugno 2013

 

 

 

 

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