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Alcìde Pierantozzi
Uno in diviso
Hacca, 2006, 2012
Bompiani 2022

Alcide Pierantozzi, Uno in diviso, Bompiani

Alcìde Pierantozzi, Uno in diviso, Hacca, 2006 Alcìde Pierantozzi, Uno in diviso, seconda edizione

Il talento fa paura. Il talento inquieta, ancora, persino in un tempo impassibile come il nostro. Soprattutto quando è giovane, e si presenta a noi con furia inaudita. La furia simbolica, sessuale, filosofica, omicida di questo libro, di questo romanzo struggente, infernale e paradisiaco al tempo stesso.
Taiwo e Kehinde sono gemelli siamesi. Il loro corpo dotato di due busti e di un solo paio di gambe ha la forma di una ipsilon, come la lingua di un serpente, ma lavorando come inservienti dietro il banco di un locale di incontri sessuali pochi conoscono la loro natura, la verità della loro carne. È solo la prima di una serie di immagini fulminanti, di una successione di pagine fosche e splendenti che alternano ossessioni, torture, gironi danteschi, filosofia, sangue, suggestioni horror, riferimenti pasoliniani, passaggi efferati e altri pieni di una grazia purissima, quasi infantile.
Uno in diviso: io, l’Italia, due gemelli con il corpo a forma di ipsilon, la Chiesa, l’aborto, i Pacs, l’omicidio, il terrore di uno sfruttamento fisico e intellettuale, il terrore di una spaccatura. Un romanzo che è un presagio, una fulminante premonizione. Una storia che descrive il crollo delle dicotomie contemporanee e ricorda il Pasolini degli ultimi film. Un terremoto che muove tutte le coscienze. L’autore ha vent’anni. Prima d’ora nessuno aveva mai osato tanto.
“Questo è un libro che frastorna, e al tempo stesso abbraccia e consola. Questo è un libro che qualcuno chiamerà maledetto, ma che io chiamerei nel modo contrario. Un libro benedetto dalla spada del talento, dalla luce sacra della letteratura.”

Leggi un estratto.


Hanno detto su Uno in diviso:
- Un romanzo straordinario, di quelli crudi e violenti che sono la mia passione.
Giorgio Faletti

- Uno in diviso è un esordio straordinario. Un’opera che ha una qualità pericolosamente definitiva.
Marcello Fois

- Questo è un libro che qualcuno chiamerà maledetto, ma io chiamerei nel modo contrario. Un libro benedetto dalla spada del talento, dalla luce sacra della letteratura.
Marco Mancassola

- Uno indiviso di Alcide Pierantozzi rappresenta un plausibile capostipite dello «strano italiano» propriamente detto.
Vanni Santoni

- Pierantozzi mescola i toni dell’elegia alla narrazione lineare, secca, senza scampo. E una ridda di motivi archetipici fanno capolino per costringersi in una materia guizzante che illumina, in fondo, un solo splendido lato: quello della generazione. È la nascita, il motivo.
Simone Biundo, artspecialday.com, 30 dicembre 2014

- Capace di una prosa che attenta a ogni forma di innocenza, lo scrittore marchigiano procede per lampi, animato da un impeto terrorista, da una lingua inedulcorabile, da un’immaginazione mai doma, e nell’avanzare visionario e psicopatologico è come se il romanzo curvasse fino a farsi circonferenza, attorcigliandosi su sé stesso.
Pierluigi Lucadei, ilmascalzone.it, 30 giugno 2012

- Scrivere che questo libro sanguini sarebbe scorretto e renderebbe male l’idea; Uno in diviso vomita, mestrua, sborra esistenzialismo, razionalismo, estetica, rabbia una pagina sì e l’altra pure.
trashicmagazine.it, 3 maggio 2012

- Non è libro da prendere alla leggera, tutt’altro. Non ha il sapore annacquato del tormentone annunciato con gli ombelichi adolescenti scoperti o le lingue sporche di latte che tentano incastri improbabili.
frammentando.wordpress.com, 12 novembre 2009

- È un romanzo lirico e crudo, decisamente vicino alla lezione, stilistica e concettuale, della magistrale Kristof della Trilogia della città di K.
Gianfranco Franchi, lankelot.eu, 16 febbraio 2009

- Se vi va di andare all’inferno, questa è una delle strade, e Alcide, il nostro Virgilio.
ilvoltapagine.com, primo ottobre 2008

- Una storia originale, che non ci si aspetta da uno scrittore di soli venti anni. Pierantozzi sa scrivere, e questo va a suo favore.
Leonardo Moro, lettera.com, 3 maggio 2007

- In bilico fra filosofico lirismo e rigurgiti post-pulp, un’opera prima fastidiosa e pericolosamente pretenziosa, vista anche l’età dell’autore, ma che non lascia indifferenti. Cosa abbastanza rara ultimamente.
il Domenicale, 21 aprile 2007

- Questo primo romanzo del giovanissimo Alcìde Pierantozzi, questa opera estrema e primaria è certezza grondante di prove offerta da uno scrittore di grande classe; una certezza che permette di immergere il corpo e le riflessioni dei lettori in un talento che ha pochissimi eguali.
Nunzio Festa, il Quotidiano, 11 marzo 2007

- Uno stile impeccabile, con lirismi che non disturbano, ma impreziosiscono una narrazione che precipita il lettore in sequenze sempre più grottesche a descrivere, senza nulla nascondere, i lati più cupi della nostra società, i bisogni e le perversioni che strattonano ognuno di noi.
Umberto Maggesi, milanonera.com, 19 febbraio 2007

- L’immaginario che il ventunenne autore mette in scena non è per palati sensibili.
Marco Lanzòl, il Paradiso degli orchi, primo dicembre 2006

- Il giovanissimo Pierantozzi, moderno epigono di decadenti, scapigliati e surrealisti, sceglie come linguaggio espressivo un grand-guignol visionario e immaginifico che dissemina il plot – giocato su diversi livelli temporali – di orrori splatter e visioni arcaiche grazie alle quali il mondo contadino, il tribalismo africano e orrori più moderni e concreti si confondono e fondono in un romanzo originale, scomodo, genialmente sgradevole.
Mangialibri, 8 novembre 2006

- Omicidio e poesia, l’infimo e l’altissimo si alternano: il Male, Dio, la vita e la morte, e poi Rousseau, Aristotele, Parmenide. Sono solo alcuni degli spunti che emergono nel testo tra una riga e l’altra, mentre i protagonisti di cimentano nelle più orribili esperienze, senza turbamento, come fosse una cosa normale.
Daniele Miggino, mentelocale.it, 2 novembre 2006

- Il romanzo di esordio del ventunenne marchigiano Alcide Pierantozzi, un lavoro sorprendente sotto molti punti di vista.
Alessandro Bertante, Pulp, primo novembre 2006

- Pierantozzi è certamente un autore di talento.
Claudia Pacciolla, Inchiostro, 7 ottobre 2006

- Forte e già molto personale il debutto letterario di Alcide Pierantozzi, giovanissimo nuovo autore di origine marchigiana.
Maurizio Marenghi, MotorTravel, 4 ottobre 2006

- Alcide Pierantozzi è da tenere d’occhio.
Blue, primo ottobre 2006

- Si tratta di materiale letterario per palati forti.
Vogue, primo ottobre 2006

- Diventerà una delle penne più lette del panorama letterario contemporaneo.
Eleonora Camaioni, ilquotidiano.it, 18 agosto 2006

- Una storia, firmata da un autore di vent’anni, che descrive il crollo delle dicotomie contemporanee e ricorda il Pasolini degli ultimi film.
latelanera.com, 9 agosto 2006

- Una serie di immagini fulminanti, di una successione di pagine fosche e splendenti.
zam.it, 9 agosto 2006

- Un ventenne di talento.
Books and other sorrows, primo agosto 2006

- Certe pagine sono un pugno nello stomaco. Ma il fastidio è più legato alla raffinatezza che non alla brutalità.
Pier Mario Fasanotti, Panorama, 27 luglio 2006

- I migliori esordi arrivano all’improvviso.
Massimiliano Parente, ilDomenicale, 22 luglio 2006

- Alcìde Pierantozzi racconta il buco nero del nostro tempo attraverso la storia di due gemelli siamesi.
Fulvio Panzeri, Rolling Stone, 20 luglio 2006

- Un romanzo crudissimo e scomodo, dal linguaggio elaborato e per nulla ventenne, che lascia ammirati.
Linus, primo luglio 2006

- Questo non è un libro per tutti e non è un libro che possono scrivere tutti.
Mania Magazine, primo luglio 2006

- Un’invettiva, violenta come tutte le invettive, ma anche sincera e necessaria.
Gabriele Dadati, Libertà On Line,15 maggio 2006

- Allucinato e allucinante. Surreale e surrealistico. Un manierismo provocatorio.
Il Resto del Carlino, 22 aprile 2006

- Tocca vertici di orrore e filosofia assoluti.
delirio.net

- “Uno in diviso di Alcide Pierantozzi […] era davvero una novità dirompente nel panorama editoriale di quegli anni, con la sua maniera schietta di raccontare la lotta tra il bene e il male. Per un anno nessuno ha parlato o scritto di questo libro, per un anno le librerie non l’hanno voluto. Poi, Massimiliano Parente ha scritto un articolo recensione su Alcide, descrivendolo come una sorta di Dostoevskij italiano. A quel punto è scoppiato il caso letterario.” Francesca Chiappa
Citato in Beatrice Carvisiglia, minimumfaxlab.com, 4 agosto 2021

 

Dalla rassegna stampa
- Marta Rosso, leparoleelecose.it, primo aprile 2022;
- Vanni Santoni, The Italian Review, gennaio 2022;
- Beatrice Carvisiglia, minimumfaxlab.com, 4 agosto 2021;
- Simone Biundo, artspecialday.com, 30 dicembre 2014;
- Claudio Balboni, labottegadihamlin.it,23 ottobre 2012;
- Pierluigi Lucadei, ilmascalzone.it, 30 giugno 2012;
- trashicmagazine.it, 3 maggio 2012;
- frammentando.wordpress.com, 12 novembre 2009;
- Intervista: agoravox.it, 30 luglio 2009;
- Gianfranco Franchi, lankelot.eu, 16 febbraio 2009;
- ilvoltapagine.com, primo ottobre 2008;
- Leonardo Moro, lettera.com, 3 maggio 2007;
- il Domenicale, 21 aprile 2007;
- Nunzio Festa, il Quotidiano, 11 marzo 2007;
- Umberto Maggesi, milanonera.com, 19 febbraio 2007;
- Marco Lanzòl, il Paradiso degli orchi, primo dicembre 2006;
- Marco Corona, Radio Veronica, 26 novembre 2006;
- Mangialibri, 8 novembre 2006;
- Daniele Miggino, mentelocale.it, 2 novembre 2006;
- Alessandro Bertante, Pulp, primo novembre 2006;
- Claudia Pacciolla, Inchiostro, 7 ottobre 2006;
- Maurizio Marenghi, MotorTravel, 4 ottobre 2006;
- Blue, primo ottobre 2006;
- Vogue, primo ottobre 2006;
- Eleonora Camaioni, ilquotidiano.it, 18 agosto 2006;
- latelanera.com, 9 agosto 2006;
- zam.it, 9 agosto 2006;
- Books and other sorrows, primo agosto 2006;
- Pier Mario Fasanotti, Panorama, 27 luglio 2006;
- Massimiliano Parente, ilDomenicale, 22 luglio 2006;
- Fulvio Panzeri, Rolling Stone, 20 luglio 2006;
- Linus, primo luglio 2006;
- Mania Magazine, primo luglio 2006;
- Gabriele Dadati, Libertà On Line,15 maggio 2006;
- Il Resto del Carlino, 22 aprile 2006;
- delirio.net.


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