Alcìde Pierantozzi
Ivan il terribile
Rizzoli, 2012
È la cattiveria di Ivan a essere così seducente? Oppure la sua tenerezza improvvisa, capace di annullare le barriere con cui gli altri ragazzi lo tengono a distanza? Di lui i coetanei sanno poco: solo che ha quindici anni ed è appena tornato in paese dopo sei mesi di carcere minorile. Ma tutti, maschi e femmine, osservando i suoi occhi di un verde magnetico, avvertono con timore l’attrazione che può innescare a suo piacimento. Soltanto in due a Roccafluvione hanno il coraggio di avvicinarlo, a poco a poco, al maneggio o a scuola: sono rivali, Sara e Federico, ed entrambi pensano di averlo conquistato, prima di scoprire la sua natura selvaggia. Sara è insicura, rabbiosa e sgraziata nonostante la passione per i cavalli; nasconde desideri feroci e una capacità di abnegazione fuori dal comune. Federico, appena arrivato dal Nord, ha un fascino irrequieto e parla come un adulto. Alle spalle hanno storie familiari dolorose e sogni tenaci, come quello comune di partire in viaggio con Ivan, anche a costo di allearsi a sua insaputa. Un van per cavalli, una notte umida, un sogno in lontananza, un’eccitazione e una violenza che non credevano di desiderare. Ivan scioglierà le loro asperità, facendoli sentire vivi e in pericolo. Alcìde Pierantozzi ha scritto di un’adolescenza che spaventa perché è vera: scaltra ma capace di assoluto; spietata. Ivan il terribile ci educa a una crudeltà nuova, e ci accompagna in un viaggio struggente attraverso una provincia dimenticata, fino al cuore del disastro delle nostre famiglie.
Leggi un estratto.
Hanno detto di Ivan il Terribile:
- Un libro vero, uno dei pochi libri veri scritti in Italia negli ultimi anni.
Marco Missiroli
- Ivan il terribile è libro in presa diretta sul reame televisivo e adolescenza… la tv overemotional si insinua a tutti i livelli della narrazione: le tonalità emotive alte e scomposte, il senso del dramma pompato a forza. Il ritmo frenetico dato dall’alternarsi dei punti di vista, rafforzato da capitoli brevi che culminano in climax sfiancanti e che tengono il lettore in sospeso come per assicurarsi il suo ritorno dopo la pausa pubblicitaria. È forte questo muoversi nella terra sconosciuta dell’adolescenza usando modelli finzionali pop.
Aldo Grasso
- Alcìde Pierantozzi confeziona un romanzo crudo, autentico e moderno su sentieri di crescita accidentati, famiglie in avaria, giovani che lottano per trovarsi.
Carlotta Vissani, D la Repubblica
- Impietoso e bravissimo è Alcìde Pierantozzi che, con dialoghi serrati, al ritmo delle chat, racconta una storia forte, stridente, intrisa di Facebook e talk show.
Florinda Fiamma, Rolling Stone
- Un capolavoro sull’adolescenza. Tra le inquietudini di Dostoevskij e la magia di Stephen King.
Giuseppe Genna
- Pierantozzi scrive un romanzo nuovo nella letteratura italiana, un romanzo inquietante e amaro, che sa dire, meglio di tante analisi sociologiche, la realtà soffocante della vita della nostra provincia e dei disagi emotivi dell’adolescenza.
prideonline.it, primo luglio 2012
- Un romanzo che sotto molti aspetti riscrive il mito del regnante russo in chiave contemporanea, a partire proprio dai nomi dei protagonisti.
finzionimagazine.it, 31 maggio 2012
- Alcide Pierantozzi dell’adolescenza s’è fatto cantore e studioso, intrecciando una storia ricca di nerbo e momenti convulsi, in cui i tre personaggi principali, Ivan, Sara e Federico funzionano e interagiscono come esistenze sonda che, attraverso le proprie esperienze, le proprie reazioni, i propri drammi pregressi e i propri immaginari differenti ma sotto sotto complementari, permettono di scavare a fondo nell’età che più di ogni altra, nell’era in corso, si manifesta come inesplicabile.
l’Unità, 18 maggio 2012
- Un’inquietudine di fondo che trae origine dalla capacità dello scrittore di saper cogliere e descrivere, nella loro crudezza, scenari di miseria materiale ed emotiva contro i quali si staglia, dibattendosi, la già tormentata, e nel contempo fragile, temperie adolescenziale.
Ilaria Caputo, flaneri.com, 4 maggio 2012
- Una storia raccontata ingegnosamente, magnificamente scritta e con un finale struggente, in grado di incollare facilmente il lettore alle pagine.
malicuvata.it, 10 aprile 2012
- Un romanzo che si addentra nei lati più oscuri, spietati e complessi dell’adolescenza e descrive con maestria la vita in una provincia dimenticata.
contattonews.it, 7 aprile 2012
- Alcìde Pierantozzi ha scritto di un’adolescenza che spaventa perché è vera: scaltra ma capace di assoluto; spietata. Ivan il terribile ci educa a una crudeltà nuova, e ci accompagna in un viaggio struggente attraverso una provincia dimenticata, fino al cuore del disastro delle nostre famiglie.
leggere54.blogspot.it, 6 aprile 2012
- Un libro crudo e tenero allo stesso tempo, come lo è solo l’adolescenza, terra di mezzo, età di contrapposizioni violente e inconciliabili.
Sandra Bardotti, wuz.it, 3 aprile 2012
- Per tutti quelli che sanno che crescere è come camminare su un campo minato.
bookblister.com, 26 marzo 2012
- Un romanzo spietato e violento su quel periodo di passaggio in cui si può ancora essere tutto, ma in cui si vorrebbe essere una cosa soltanto: persone.
thesmokers.wordpress.com, Il Riformista, 15 marzo 2012
- Pierantozzi ci guida nell’abisso vorticoso dell’animo degli adolescenti plasmando un romanzo intenso, capace di rimettere in discussione i fondamenti dell’agire umano.
Satisfiction, 6 marzo 2012
Dalla rassegna stampa:
- prideonline.it, primo luglio 2012;
- finzionimagazine.it, 31 maggio 2012;
- l’Unità, 18 maggio 2012;
- Ilaria Caputo, flaneri.com, 4 maggio 2012;
- malicuvata.it, 10 aprile 2012;
- contattonews.it, 7 aprile 2012;
- leggere54.blogspot.it, 6 aprile 2012;
- Sandra Bardotti, wuz.it, 3 aprile 2012;
- bookblister.com, 26 marzo 2012;
- thesmokers.wordpress.com, Il Riformista, 15 marzo 2012;
- Satisfiction, 6 marzo 2012.
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