Giancarlo Liviano D’Arcangelo
Invisibile è la tua vera patria
il Saggiatore
maggio 2013
Sono acciaierie, raffinerie, manifatture, miniere. Spazi immensi, milioni di metri cubi strappati alla natura e trasformati radicalmente, in cui si dispiega una forza organizzativa senza requie. Chilometri di ingranaggi, tonnellate di lamiere, fiumi di metallo liquido a innalzare cattedrali dal cuore meccanico. E poi, un giorno, il presente glorioso diventa passato, lasciando soltanto scheletri e fantasmi di polvere. Polvere nera. Un’auto accosta di fronte a quelle sopravvivenze, un uomo scende e procede a passi lenti a bordo strada. Osserva ciò che resta di quel lavoro potente e incessante. Si chiama Giancarlo Liviano D’Arcangelo ed è in viaggio tra alcuni dei siti più rappresentativi dell’archeologia industriale italiana. Per capire che cosa accade quando le macchine si fermano per sempre. Liviano D’Arcangelo ha raccolto le testimonianze delle vittime della devastazione ambientale e ricostruito le storie personali e collettive legate a quei luoghi di magnificenza e squallore, in cui da sempre l’uomo sottomette ed è sottomesso. Dal Piemonte alla Sicilia, il paese è disseminato di relitti della grande industria. Dalle acciaierie Ilva di Taranto, ancora semifunzionanti, alla centrale elettronucleare sul fiume Garigliano, in Campania, fino alle miniere di Montevecchio, nel Medio Campidano. E poi i luoghi che documentano il ruolo cruciale di alcune famiglie, come gli Olivetti a Ivrea, i Florio a Palermo o i Crespi in Lombardia, imprenditori tessili e fondatori di un villaggio operaio divenuto patrimonio dell’umanità. Invisibile è la tua vera patria unisce la forza persuasiva del reportage alla suggestione di una narrazione in costante movimento tra passato, presente e futuro, e così individua le eredità materiali e spirituali della stagione della grande industria italiana, tra promesse e inganni, benessere diffuso e degrado, ricchezza concreta e interessi privati assurti a bene comune. Per comprendere in che modo, nel nostro paese, è deflagrato lo scontro tra tecnologia e umanesimo. E tracciare, se possibile, un bilancio dei vinti e dei vincitori.
Rassegna stampa
- Le Monde, 13 novembre 2013;
- Il Mattino, 8 ottobre 2013;
- Il Salvagente, settembre 2013;
- affaritaliani.it, 2 settembre 2013;
- Nuovo Quotidiano di Puglia, 27 agosto 2013;
- Famiglia Cristiana, 22 agosto 2013;
- Il Fatto, 12 agosto 2013;
- Left, 10 agosto 2013;
- Pagina 3, 2 agosto 2013;
- il manifesto, 27 luglio 2013;
- Il Messaggero, 23 luglio 2013;
- Alias, 21 luglio 2013;
- Melog – Radio 24, 17 luglio 2013;
- la Repubblica, 17 luglio 2013;
- publialibre.it, 17 luglio 2013;
- Nuovo Quotidiano Puglia, 16 luglio 2013;
- Fahrenheit 9 luglio 2013;
- Quotidiano Nazionale, 6 luglio 2013;
- Gazzetta del Mezzogiorno, 2 luglio 2013;
- Nuovo Quotidiano Puglia, 2 luglio 2013;
- Corriere del Giorno, 2 luglio 2013;
- Corriere della Sera (Roma), 25 giugno 2013;
- l’Unità, 24 giugno 2013;
- Corriere della Sera (Milano), 21 giugno 2013;
- Avvenire, 16 giugno 2013;
- Corriere del Mezzogiorno, 14 giugno 2013;
- l’Unità, 30 maggio 2013.
In evidenza
“Il processo di smantellamento tutt’ora in corso all’Ilva di Taranto, la storia dei grandi villaggi operai, il primo afflato della globalizzazione nella Sicilia dei Florio, l’incredibile mondo dei minatori sardi, la straordinaria esperienza delle fabbriche Olivetti. È sporcandosi le mani in tutte queste storie umane che si ritrova la nostra patria invisibile.”
Roberto Carnero, Il Mattino, 8 ottobre 2013
“…un saporitissimo cocktail di osservazioni, ricordi, sensazioni emozionanti e studio delle dinamiche industriali tra economia e impatto ambientale.”
Lucia Pulpo, affaritaliani.it, 2 settembre 2013
“Invisibile è la tua vera patria […] è un reportage narrativo dai luoghi che hanno rimodellato l’Italia e il modo di pensare il lavoro: dall’acciaieria Ilva di Taranto alle miniere del Sulcis, dal Luneur di Roma alle Officine Olivetti, ci accompagna in un viaggio da Nord a Sud, passato, presente e futuro.”
Roberto Carnero, Famiglia Cristiana, 22 agosto 2013
“…una lingua tesa e poetica, rara in un saggio. […] D’Arcangelo non è un nostalgico. È un archeologo che sa dove i segni di vita sono ancora vita.”
Furio Colombo, Il Fatto Quotidiano, 12 agosto 2013
“Liviano D’Arcangelo fonde inchiesta, memoir, diario, racconto letterario facendo tornare alla mente del lettore uno scrittore come W.G. Sebald e il suo Gli anelli di Saturno (Adelphi). E in questo pellegrinaggio in cerca di reperti di archeologia industriale sono spesso incontri di forte impatto, anche emotivo.”
Simona Maggiorelli, Left, 10 agosto 2013
“Giancarlo Liviano D’Arcangelo […] rivitalizza una forma di reportage narrativo alla Capote e alla Wallace, in cui il proprio stato d’animo, perfino la propria storia personale si intrecciano alla narrazione in presa diretta. […] Invisibile è la tua vera patria è un libro importante, necessario – ed è bello che venga da uno scrittore trentenne che sceglie di fare i conti con il presente, di spostare gli occhi dove guardano in pochi.”
Paolo Di Paolo, Il Messaggero, 23 luglio 2013
“Il tour italiano di D’Arcangelo è una piacevole sorpresa. Innanzitutto per lo stile dei suoi reportage: intrisi di lavoro giornalistico ma con un filo narrativo forte e originali trovate.”
Angelo Mastrandrea, Alias, 21 luglio 2013
“…un’opera letteraria anomala, a metà tra il reportage giornalistico e la prosa, con slanci narrativi che fanno dimenticare il punto di partenza per portarci altrove. […] Un esperimento riuscito.”
Giorgio Falco, la Repubblica, 17 luglio 2013
“Giancarlo Liviano D’Arcangelo […] passa in rassegna con l’occhio chirurgico del narratore di razza i luoghi e le vite dell’industria italiana smantellata negli ultimi anni.”
Rossano Astremo, Nuovo Quotidiano Puglia, 16 luglio 2013
“Un libro che racconta, meglio di alcuni manuali specifici, la storia di questo Paese.”
Matteo Massi, Quotidiano Nazionale, 6 luglio 2013
“Invisibile è la tua vera patria […] è l’ambizioso reportage del declino della grande industria italiana ‘che non c’è’, raccontato attraverso i luoghi e la vita contraddittoria di benessere diffuso e degrado, in cui gli interessi privati si trasformano in bene comune.”
Pasquale D’Arcangelo, Gazzetta del Mezzogiorno, 2 luglio 2013
“…coraggioso reportage narrativo che accompagna il lettore tra gli stabilimenti di un’Italia ormai ex industriale.”
Alessandro Zaccuri, Avvenire, 16 giugno 2013
“Una vera sorpresa per il panorama editoriale italiano: una scrittura «psicogeografica», territoriale, rabdomante, animata da senso civico e istanze di conoscenza, carica di riferimenti dotti, da Benjamin a Mumford Lewis […]. Un viaggio da camera vivamente consigliato.”
Enzo Mansueto, Corriere del Mezzogiorno, 14 giugno 2013
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