Leonardo G. Luccone
Il figlio delle sorelle
Ponte alle Grazie
24 marzo 2022
(2 edizioni)
Leggi Mismarriage una porzione di Il figlio delle sorelle uscita su Exchanges, rivista letteraria dell’Iowa University (Landmarks, Spring 2023). La traduzione è di Sabrina Fountain.
Leggi un estratto. Ascolta Ade Zeno che legge qualche pagina.
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Il risvolto
Voci. Voci immaginarie che risuonano nella testa del narratore protagonista. Voci di persone reali, che dialogano e si accavallano: la figlia Sabrina, che lo ha ritrovato dopo quindici anni e vuole ricostruire un rapporto, l’ex moglie Rachele, la nuova compagna Gilda e sua figlia Carlotta. Voci dal passato: che cosa è successo quando lui e Rachele inutilmente e disperatamente cercavano di avere un figlio? Com’è stata concepita Sabrina? Ricordi, situazioni e persone paiono sdoppiarsi, ripetersi, in un gioco di specchi deformanti; il vero e il falso sembrano confondersi... Ponendo al centro della scena un uomo con gravi problemi mentali, circondato da donne, e affidandosi con maestria al dialogo come forma privilegiata della narrazione, Luccone costruisce un seducente apologo sulle ossessioni e la liquefazione della famiglia tradizionale. La fragilità degli umani vi è messa a nudo con un montaggio originalissimo, che segue i dettami della memoria: una memoria inaffidabile, ferita, mutilata. Il figlio delle sorelle è un libro struggente e conturbante: la luminosa conferma di un autore dai mezzi eccezionali.
*
Nel presente c’è Sabrina, alle soglie dell’età adulta, che ha appena ritrovato il padre dopo più di dieci anni; c’è la madre ferita e abbandonata, che l’ha cresciuta ma non è riuscita a ricostruirsi una vita; c’è Carlotta, la figlia della nuova compagna del padre, diventata in breve tempo la sorella che Sabrina ha sempre desiderato.
Nel passato, quasi vent’anni prima, c’è quella stessa coppia prima del crollo: non riescono ad avere figli e ci provano in ogni modo, anche con l’aiuto di Silvia, la sorella di lei, fino al miracolo – la nascita di Sabrina –, che ha effetti devastanti sulle vite di questi pochi personaggi in una Roma appena accennata.
Un inaspettato viaggio di padre e figlia nella Sicilia profonda mostra le radici mitiche di questa storia e i fondamenti della sorellanza.
A raccontare è il padre di Sabrina, un uomo con seri problemi mentali e anni di ricoveri alle spalle, stremato dalle macchinazioni di tutte le sorelle, che è convinto di subire.
Il figlio delle sorelle è un romanzo sulle ossessioni e sulla liquefazione della famiglia tradizionale, costruito su un’impalcatura di omissioni. Luccone mette a nudo la fragilità dei personaggi con un montaggio che segue i dettami della memoria e uno stile vagheggiante sostenuto da dialoghi in presa diretta.
Materiali
- Comunicato stampa del libro;
- Copertina in alta definizione;
- Copertina in media definizione;
- L’autore.
Dicono di Il figlio delle sorelle
- Valentina Durante, Facebook, 2 giugno 2024;
- Veronica Nucci, quaerere.it, 9 novembre 2022;
- Tamara Baris, treccani.it, 7 novembre 2022;
- Daniela Brogi, Facebook, 15 ottobre 2022;
- Magda Crepas, Limina, 3 ottobre 2022;
- Giacomo Tinelli, Alias, 25 settembre 2022
- Maria Elena Rovitta, Poetarum Silva, 7 settembre 2022;
-
Donata Zocche, ezrome.it, primo settembre 2022;
- Eugenio Giannetta, Avvenire, 25 agosto 2022;
- Eduardo Savarese, Il Riformista, 7 luglio 2022;
- Beatrice, langolodeilibri.it, giugno 2022;
- Angelo Lupo Timini (intervista), Suoni d’inchiostro, radiostart.it, 20 giugno 2022;
- Giusy Laganà, viaggiletterari.com, 18 giugno 2022;
- Redazione, Quotidiano del Sud, 17 giugno 2022;
- Stefania De Biasi, appuntidicarta.it, 7 giugno 2022;
- Marina Finaldi, mardeisargassi.it, 6 giugno 2022;
- Martina Asero, Ima AndtheBooks (da 10m25s), 6 giugno 2022;
- Marco Renzi, L’Eco del Nulla, 2 giugno 2022;
- Mirella Armiero, Corriere del Mezzogiorno, 28 maggio 2022;
- Alessandra Fassari (intervista), La Sicilia, 28 maggio 2022;
- Maria Teresa Trucillo, ostelloletteratura.it, 25 maggio 2022;
- Antonietta Molvetti, lucialibri.it, 24 maggio 2022;
- Gino Ruozzi, Domenica, 22 maggio 2022;
- Beatrice Sciarrillo (intervista), lanternaweb.it, 18 maggio 2022;
- Michela Marzano, la Repubblica, 16 maggio 2022;
- Michela Fregona, cultweek.com, 16 maggio 2022;
- Redazione, lasiciliaweb.it, 11 maggio 2022;
- Andrea Paolucci, rocknread.it, 9 maggio 2022;
- Antonio Sgobba, Petrarca (da 10m05s), 8 maggio 2022;
- Vittorio Macioce, il Giornale, 6 maggio 2022;
- Emma Fenu, culturaalfemminile.com, 2 maggio 2022;
- Elio Bussolino, Rockerilla, maggio 2022;
- Giacomo Giossi, il manifesto, 30 aprile 2022;
- Giacomo Giossi, L’Eco di Bergamo, 25 aprile 2022;
- Loredana Lipperini (intervista), Fahrenheit, 22 aprile 2022;
- Mario Schiavone, Satisfiction, 22 aprile 2022;
- Mario Capello, Huffington Post, 21 aprile 2022;
- Redazione, Quotidiano del Sud, 16 aprile 2022;
- Gloria M. Ghioni, criticaletteraria.org, 13 aprile 2022;
- Gabriele Ottaviani, convenzionali.wordpress.com, 11 aprile 2022;
- Valeria Zangano, rivistablam.it, 11 aprile 2022;
-
Renato Barilli, renatobarilli.it, 8 aprile 2022;
- Monica Pezzella, quartacorda.com, 7 aprile 2022;
- Federica Velonà, Railetteratura (intervista), 30 marzo 2022;
- Chiara Martini, Wrap up, 30 marzo 2022;
- Tiziano Gianotti, Linkiesta, 28 marzo 2022;
- Nicola H. Cosentino, la Lettura, 27 marzo 2022;
- Giulia Becker, Lucrezia Bernardo (intervista), Rtl news, 26 marzo 2022;
- Michele Neri, Il Foglio, 25 marzo 2022;
- Antonio Prudenzano (intervista), Il Libraio, 24 marzo 2022;
- Caterina Bonetti, Gli Stati Generali, 24 marzo 2022;
- Alice Pisu, minima&moralia, 23 marzo 2022;
- Rachele Palmieri, Facebook, 23 marzo 2022;
- Benedetta Pallavidino, Carta vetrata, 23 marzo 2022;
- Redazione, Rivista Blam, 28 febbraio 2022;
- Redazione, D newsletter, 26 febbraio 2022.
In evidenza
“Convincente ed emozionante nella originalità, sia della scrittura per destrutturazioni, per deliri lessicali di assonanze del protagonista, sia nella resa linguistica del chiacchiericcio umano in cui si celano segreti e dolore. Ancora bellissimo il tema della ‘dolenza paterna’, così potente e originale già in La casa mangia parole. Pagine che temo riflettano una realtà davvero perturbante. Per questo esse possono disturbare, mentre diventano una denuncia con il loro spessore etico senza retorica, da sottinteso ‘il re è nudo’.”
Marcella Cioni
“[…] un romanzo, molto bello, letto e riletto, entrato con il tempo e le riletture nella sezione ‘manuali’ per: costruzione del dialogo (ritmo, impiego intelligente e tonico delle pause), vividezza e sapidità lessicale, capacità di giocare immaginificamente con la lingua, con il rapporto tra forma, suono, significato ed etimo.”
Valentina Durante, Facebook, 2 giugno 2024
“Uno stile […] lirico e sperimentale nel suo accostare le parole per rimandare a un suono, una nenia che serve a obnubilare la mente del protagonista, a cullarlo nei propri pensieri. Le assonanze e le ripetizioni delle parole rendono il ritmo delle frasi ossessivo e questo fatto sembra proprio ricalcare i pensieri del nostro personaggio, la sua paranoia. […] giocare con le parole è certamente l’arte di questo scrittore e non si può che restarne affascinati.”
Veronica Nucci, quaerere.it, 9 novembre 2022
“[...] il gorgo della prosa non risucchia il lettore (presupposto lettore attivo) che, consapevole del suo ruolo, riprende respiro godendo del gioco letterario, ma anche assaporando i momenti di tregua, semplici, raccontati senza scadere nel retorico, per quello che sono, perché a volte le cose non hanno bisogno di essere proprio nient’altro che quello che sono [...].”
Tamara Baris, treccani.it, 7 novembre 2022
“Per ragioni anche diverse, Il figlio delle sorelle e Mastro Geppetto sono per me due tra i migliori libri di narrativa italiana contemporanea che ho letto quest’anno. Li accosto per tre primi motivi, che qui fisso sinteticamente.
Perché sono testi di due scrittori, in senso pieno, vale a dire autori che non scrivono e basta, ma fanno della scrittura materia viva di invenzione di realtà possibili; perché lavorano il tema della paternità, decostruendolo e facendolo esistere attraverso logiche narrative e effetti compositivi che creano dislivelli, vertigini, e ci restituiscono modi diversi e struggenti di inventare la paternità e la mascolinità paterna, anche in quanto situazione mentale attraversata (e sabotata talvolta) da memorie sociali; infine, metto accanto questi due libri e dedico loro un riquadro Facebook perché sia Luccone che Stassi sono due scrittori non vistosi, abbastanza a parte, mi pare, ma che, io credo rimarranno.”
Daniela Brogi, Facebook, 15 ottobre 2022
“Non è stupefacente che un professionista del testo come Luccone sappia maneggiarlo con maestria, ma è notevole l’equilibro raggiunto qui tra la densità letteraria, la raffinatezza strutturale e la leggibilità: chi legge volta la pagina agilmente perché alla prosa calibrata, a tratti lirica, si accompagna una tramosità, ci sono dei segreti e c’è il desiderio di vedere che cos’è successo nel salto temporale, anche se poi l’autore si prenderà ben gioco di te per esserti lasciata coinvolgere. […] uno sguardo dolente sul mondo che si sgretola, su uno stile di vita al tramonto, su un maschile che deve soccombere per lasciare spazio alla forza rigenerante e vitale del femminile.”
Magda Crepas, Limina, 3 ottobre 2022
“Una catena di significanti che gioca a disorientare, indicando, forse, il chiasso dei nostri giorni, in una vivida antinomia con l’antica sapienza del mito.”
Giacomo Tinelli, Alias, 25 settembre 2022
“La prosa e la lingua, a tratti deformata, sgrammaticata, aderiscono al contenuto esprimendone lo straniamento. È come se il protagonista dovesse tradurre concetti dal suo mondo interiore e, non trovando all’esterno esattezza né corrispondenze semantiche, genera una sua lingua, riflessiva, costellata di parole che suonano nuove e che si ha immediatamente voglia di prendere in prestito per esprimere i propri stati d’animo. […] Se la scrittura stessa tiene insieme tutti gli elementi, l’attitudine di quest’opera sembra quella di restituire un’esperienza conoscitiva che attraversa più la forma che il contenuto e, proprio attraversandone la forma con la lettura, si può tentare di capire almeno dove i personaggi e noi ci troviamo in questo momento.”
Maria Elena Rovitta, Poetarum Silva, 7 settembre 2022
“Il figlio delle sorelle è quasi cinema, quasi un pezzo di teatro con alcuni personaggi interpretati dagli stessi attori (in tre atti o capitoli), richiede attenzione e procede per schemi di lettura come indizi, che danno la misura della scenografia in cui entrano i personaggi in scena. E un libro di frammenti costruiti con un montaggio scandito perfettamente nel ritmo della scrittura, i registri cambiano con naturalezza, i dialoghi descrivono anche nei non detti, nella costruzione di vuoti che si riempiono, tipico delle narrazioni (riuscite) del dolore. La cura delle parole, la forma scolpita delle frasi, i tempi e i luoghi che si mescolano, i personaggi che si sovrappongono, contribuiscono – ciascuno per sua parte – a raccontare la famiglia, con tutte le incomprensioni, le ideologie e le domande senza risposta che rappresenta nel suo cambiamento contemporaneo.”
Eugenio Giannetta, Avvenire, 25 agosto 2022
“Il figlio delle sorelle – grazie a una scrittura sempre al confine con la fuggevolezza trepida dell’oralità e della performance irripetibile che è propria della voce parlata e ascoltata (di una tenerezza lancinante dal fascino straordinario sono soprattutto i dialoghi tra padre e figlia) – riesce così a ricucire i brandelli delle nostre vite familiari, dei ruoli che ci ostiniamo a conseguire, della sofferenza ingenerata da aspettative impossibili. E della bellezza intima di un racconto che esige e attua un rigoroso pudore.”
Eduardo Savarese, Il Riformista, 7 luglio 2022
“Con un stile ermetico e originale, Leonardo G. Luccone ci racconta quanto sia difficile oggi accettare una paternità e una maternità veramente voluta e non socialmente imposta.”
Giusy Laganà, viaggiletterari.com, 18 giugno 2022
“L’unico modo per avvicinarsi alla materia della famiglia in maniera verosimile, onesta e coerente sia farla raccontare da un pazzo.”
Stefania De Biasi, appuntidicarta.it, 7 giugno 2022
“Un libro assolutamente da leggere, innanzitutto per chi volesse far pace col romanzo italiano contemporaneo, per tutti coloro che si sono fatti fregare dai troppi prodotti mid-cult, per dirla con Dwight Macdonald, di cui le librerie sono ahimè piene. Il figlio delle sorelle è uno dei romanzi più originali e interessanti usciti in Italia negli ultimi mesi – ma facciamo pure negli ultimi anni –, e dimostra la bravura a tutto tondo di un autore capace di prendersi cura delle parole degli altri riuscendo nell’impresa di fare altrettanto con le sue, qui necessarie come non mai.”
Marco Renzi, L’Eco del Nulla, 2 giugno 2022
“Altro elemento positivo è la qualità della scirttura, che si stacca dalla lingua banale e piana di tanta letteratura dei nostri giorni.”
Mirella Armiero, Corriere del Mezzogiorno, 28 maggio 2022
“Un coro di voci femminili che si affastellano in dialoghi convulsi e prepotenti nella debole mente del protagonista senza nome, divorato dallo sfinimento, perso nel vuoto della sua stessa isterica solitudine.”
Alessandra Fassari (intervista), La Sicilia, 28 maggio 2022
“Alle spalle dell’autore si avvertono echi di Freud e di Lacan.”
Antonietta Molvetti, lucialibri.it, 24 maggio 2022
“‘Il dolore non si esaurisce, a finire è la disperazione.’ È la certezza di un incalzante romanzo di domande e ferite, nel quale il mondo è un’irrisolta ‘stanza delle parole’. Un uomo e tante donne, ‘ombre’ e ‘voci’, in cerca della ‘luce verde’.”
Gino Ruozzi, Domenica, 22 maggio 2022
“Fondatore dell’agenzia letteraria Oblique, Luccone torna alla letteratura. E come già nel suo romanzo d’esordio, La casa mangia le parole, pubblicato nel 2019, ibrida la narrazione e sperimenta un nuovo modo di raccontare e, intersecando il passato e il presente, mettendoli sullo stesso piano. Giochi verbali, metamorfosi lessicali, assonanze: nella prosa di Luccone, tutto contribuisce alla costruzione di moduli espressivi originali, con uno sguardo costante alla letteratura europea del primo Novecento.”
Michela Marzano, la Repubblica, 16 maggio 2022
“Un romanzo franto, che si spinge nella penombra della mente, facendo saltare ogni convenzionale rapporto emotivo.”
Michela Fregona, cultweek.com, 16 maggio 2022
“Leonardo G. Luccone ha una forza espressiva ben definita e uno stile tutto suo.”
Andrea Paolucci, rocknread.it, 9 maggio 2022
“È la schizofrenia il senso della nostra realtà ed è con quella che dobbiamo farei conti se vogliamo dare un senso al racconto delle nostre vite. Luccone incarna senza pietà la narrazione interrotta di questo tempo. È il regalo che un giorno figlie e figli faranno a padri e madri. Rimettere insieme le frasi spezzate.”
Vittorio Macioce, il Giornale, 6 maggio 2022
“Un romanzo straniante, con una prosa follemente lucida che si destreggia in un flusso di coscienza deteriorato.”
Emma Fenu, culturaalfemminile.com, 2 maggio 2022
“Luccone costruisce un immaginario psichedelico possibile (e non meno veritiero) del delirio famigliare nell’epoca contemporanea.”
Giacomo Giossi, il manifesto, 30 aprile 2022
“Una narrazione da realismo magico densa e coinvolgente.”
Giacomo Giossi, L’Eco di Bergamo, 25 aprile 2022
“Un piccolo miracolo di luce (scrittura pensata) che dona vita (tempo ritrovato nelle avvincenti pagine) a chi legge. [...] Un libro che ha un piglio escatologico meraviglioso.”
Mario Schiavone, Satisfiction, 22 aprile 22
“Luccone è molto bravo a tramare frammenti di indizi, di piccole suggestioni che ci fanno capire che ci troviamo di fronte a un uomo in difficoltà davanti a cambiamenti profondi del costume, del genere, della sessualità. Il protagonista non è, quindi, solo un uomo, ma tutti gli uomini, almeno nel senso di tutti i soggetti borghesi (o maschi bianchi etero).”
Mario Capello, Huffington Post, 21 aprile 2022
“Mainstream [...]. Una prova che si distrugge da sola, lasciando il lettore nel ruolo di sconcertato spettatore.”
Renato Barilli, renatobarilli.it, 8 aprile 2022
“Emozionante e vibrante, tormentoso e tormentato, pieno di passione, una lettura avvincente ed elegante.”
Gabriele Ottaviani, convenzionali.wordpress.com, 11 aprile 2022
“Il figlio delle sorelle conferma Leonardo G. Luccone scrittore notevole e singolare.”
Tiziano Gianotti, Linkiesta, 28 marzo 2022
“Per la sua architettura dialoghi concentrati, qualche intenso monologo riassuntivo, la suddivisione in tre atti Il figlio delle sorelle ricorda una pièce teatrale. In particolare, ha qualcosa di Harold Pinter e della sua caratteristica di annebbiare ragioni e identità, facendo parlare direttamente il problema, la notizia, il sentimento. [...] Luccone è un giocatore raffinato: sui binari di una lingua luminose, tra stazioni di battute impeccabili, ci conduce verso il finale mantenendo alto il tenore della sfida.”
Nicola H. Cosentino, la Lettura, 27 marzo 2022
“Un romanzo emozionante sulla tenerezza a ogni costo. [...] Raramente ho letto di tanto amore tra le macerie. Merito di Sabrina, delle sue frasi che da brevi segmenti spezzati disegnano una prospettiva.”
Michele Neri, Il Foglio, 25 marzo 2022
“Con una prosa essenziale, densa e curatissima, che riproduce silenzi protratti e dialoghi serrati, Luccone racconta il disgregarsi delle certezze in una famiglia contemporanea, nata da un grande desiderio di maternità, colpita dalle difficoltà legate alla malattia mentale, frammentata dai silenzi e dai non detti. Un racconto incalzante, ruvido, emotivamente coinvolgente, che lascia nel lettore la sensazione di un ineliminabile sospeso, di un’irresolutezza che potrebbe sfociare in frustrazione e si trasforma invece in fascino per tutto ciò che non è pienamente comprensibile, ma solo ipotizzabile. Qualcosa che si può solo guardare da lontano e conoscere per quanto ci è dato sapere, capire, dalle voci che raccontano le vite degli altri.”
Caterina Bonetti, Gli Stati Generali, 24 marzo 2022
“Il figlio delle sorelle rivela una natura audace e sovversiva che guarda al romanzo europeo del primo Novecento per reinventarne i moduli espressivi. La figura collocata al centro dell’opera cela la propria scissione interna, un’estraneità al contesto che produce smarrimento. In tale assenza di certezze i contorni del noto sfumano nell’allucinazione, allagano le terre riarse della memoria.”
Alice Pisu, minima&moralia, 23 marzo 2022
“Uno Ionesco catapultato nel ventunesimo secolo. Una pièce dove tutto quello che può essere decifrato ha un senso e dove tutto quello che non ha senso, o ne ha infiniti, ti viene schiaffato davanti nel suo caos ammucchiato. Magistrale il modo in cui la plausibilità del protagonista si trasforma sotto i nostri occhi in una faccia della follia.”
Rachele Palmieri, Facebook, 23 marzo 2022
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