Sophie van Llewyn
Bottigliette
Keller, 2020
traduzione di Elvira Grassi
Leggi un estratto.
Long list al Women’s Prize for Fiction 2019
Long list al Republic of Consciousness Prize 2019
Long list al People’s Book Prize 2018
“Quando siamo spaventati abbiamo tutti bisogno delle nostre madri.”
Nella Romania degli anni Settanta, oppressa dal regime comunista di Nicolae Ceaușescu, i giovani sposi Alina e Liviu, entrambi insegnanti, si ingegnano a incanalare come meglio possono la propria vita nelle strettoie della dittatura. Ma dopo che il fratello di Liviu fugge a Ovest, e dopo che Alina si rifiuta di denunciare una sua allieva in possesso di una rivista illecita, la coppia entra nel mirino delle forze governative e le loro rispettive carriere, insieme al loro matrimonio, cominciano a sgretolarsi. Non resta che scappare dunque, anche per provare a salvare quel che resta della felicità coniugale. Ma la madre di Alina, che non ha mai visto di buon occhio Liviu per via della sua estrazione sociale inferiore, non è disposta ad appoggiarli, anzi, si rivolge ai servizi segreti e spiffera le loro intenzioni. La situazione precipita: Liviu viene sempre più sottoposto a interrogatori cruenti e si rifugia nel silenzio e nell’alcol, Alina subisce pressioni e molestie da parte di un agente dei servizi segreti. L’unica soluzione è rivolgersi alla sorella della madre di Alina, Zia Theresa, moglie di un leader comunista e depositaria di antichi rituali popolari. Sarà la magia a dare una sterzata alle vite di tutti.
Bottigliette è una novella-in-flash composta da cinquantuno brevi capitoli collegati tra loro ma al tempo stesso indipendenti, frammenti eterogenei che compongono una storia accorata immersa in una quotidianità tanto realistica quanto magica, una narrazione in cui forma e parole agiscono in nome della libertà politica e personale.
Sophie van Llewyn è nata e cresciuta a Tulcea, nel Sud-est della Romania, vicino al delta del Danubio. Ha iniziato a scrivere in quinta elementare e si è aggiudicata, piccolissima, il terzo posto in un concorso nazionale per racconti. Durante il liceo si è appassionata alla chimica, materia che ha poi approfondito all’università. Al termine degli studi si è trasferita in Germania, a Stoccarda, dove attualmente vive con la famiglia e dove lavora in àmbito medico. Durante la maternità, ha ripreso a scrivere e ha scoperto la flash fiction, di cui in poco tempo è diventata una delle principali teoriche. Scrive in lingua inglese. Ha pubblicato articoli e racconti su varie testate e riviste, tra cui The Guardian, New Delta Review, Ambit, Litro, New South Journal, Banshee, The Lonely Crowd»
È stata nominata per il Pushcart Prize 2018 con la flash fiction Rotten Eggs ed è entrata nella short list del Bath Flash Fiction Award 2018 con And So They Rise. Nel 2018 è uscito, per la casa editrice inglese Fairlight Books, Bottigliette, con cui è entrata nella long list del Women’s Prize del 2019. È uscito negli Stati Uniti per Harper Collins.
Rassegna stampa italiana
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Ennio Speranza, Qui comincia, Rai Radio 3, 9 aprile 2022;
- Alice Pisu, minimaetmoralia.it, 23 febbraio 2021;
- Giulia Giaume, Satisfiction, 18 gennaio 2021;
- Maria Anna Patti, casalettori.com, 14 gennaio 2021;
- Brunella Schisa, il venerdì, 31 dicembre 2020;
- Nadia Terranova, Il Foglio, 27 dicembre 2020;
- Lorenzo Fazzini, Avvenire, 22 dicembre 2020;
- Francesca Frediani, D di la Repubblica, 12 dicembre 2020;
- Guido De Franceschi, Il Foglio, 10 dicembre 2020;
- Marta Herzbruch, Il Piccolo, 8 dicembre 2020;
- ladivoratricedilibri.it, 7 dicembre 2020;
- Marta Cervino, Marie Claire, dicembre 2020;
- Annachiara Sacchi, la Lettura, 29 novembre 2020;
- Redazione, leggereerileggere.com, 16 novembre 2020.
In evidenza
“Un intenso tratteggio sociale costruito come una flash fiction che esplora la memoria famigliare e collettiva degli ultimi trent’anni del Novecento per rendere l’affresco culturale e politico dei suoi drammi storici.”
Alice Pisu, minimaetmoralia.it, 23 febbraio 2021
“Il breve ma intenso romanzo d’esordio di Sophie van Llewyn […] è crudele, acuto, dotato di uno stile sempre cangiante: prima persona, terza persona, eventi raccontati dalla fine all’inizio, sprazzi di impressioni ed elenchi.”
Giulia Giaume, Satisfiction, 18 gennaio 2021
“Un romanzo poetico, appassionato, la testimonianza di un popolo che non può dimenticare.”
Maria Anna Patti, casalettori.com, 14 gennaio 2021
“Un libro per ricordare e imparare, meritatamente finalista al Women’s Prize for Fiction 2019.”
Brunella Schisa, il venerdì, 31 dicembre 2020
“[…] magia come scappatoia dal regime.”
Nadia Terranova, Il Foglio, 27 dicembre 2020
“[…] sono le osservazioni antropologiche che l’autrice pone qui e là nel romanzo a suggellare la bellezza e lo struggimento di pagine che sembrano, a distanza ormai di tre decenni, quasi scolorite dal tempo passato.”
Lorenzo Fazzini, Avvenire, 22 dicembre 2020
“[…] delizioso e crudele come una favola del folklore dell’Est europeo.”
Francesca Frediani, D di la Repubblica, 12 dicembre 2020
“La storia di Alina e Liviu, che Sophie van Llewyn fa procedere con una grazia rapidissima lungo gli anni Settanta e Ottanta con un sorprendente montaggio di piccoli quadri, si svolge in una Romania che prende forma ‘in negativo’ proprio attraverso l’immaginazione dell’altra Europa e il desiderio di fuga a Parigi, in Germania, in Italia.”
Guido De Franceschi, Il Foglio, 10 dicembre 2020
“51 capitoli brevi, quasi sprazzi di luce improvvisa, per un libro d’esordio tessuto di realismo e magia.”
Marta Cervino, Marie Claire, dicembre 2020
“Un godibilissimo, brioso, empatico mosaico che ricrea la vita d’una famiglia rumena negli anni della guerra fredda. […] La storia del lungo viaggio di Alina verso la libertà o meglio verso il miraggio della libertà è narrato ricorrendo a un sorprendente socialrealismo magico.”
Marta Herzbruch, Il Piccolo, 8 dicembre 2020
“Sophie van Llewyn riesce con grande originalità a rappresentare gli orrori della Romania comunista e contemporaneamente a tratteggiare con intensità e grazia il mondo interiore di una donna che cerca la libertà sopra ogni cosa.”
ladivoratricedilibri.it, 7 dicembre 2020
“Quello che rende questo romanzo d’esordio un piccolo gioiello va oltre i canoni della narrativa della ‘cortina di ferro’, scavalca il cliché della fuga a Occidente (che c’è, è inevitabile). Affonda nelle tradizioni di un popolo, nel suo folklore, nella spiritualità negata dalla dittatura, in un’insolita miscela di cronaca e realismo magico.”
Annachiara Sacchi, la Lettura, 29 novembre 2020
“Un romanzo originale e brillante di quelli che leggi fino a tarda notte per arrivare all’ultima pagina e scoprire il finale.”
Redazione, leggereerileggere.com, 16 novembre 2020
Rassegna stampa straniera
“Esordio convincente, a cavallo tra il surreale, il thriller e il realismo sociale. Se cercate intrigo, profondità psicologica e commedia nera in un libro da divorare in un’ora, beh, questo fa per voi.”
Giudici del Republic of Consciousness Prize 2019
“Un romanzo originalissimo, un gioiello poetico.”
Kirkus Reviews
“Un affresco potente, sofisticato ed emozionale della Romania poco prima della caduta del regime di Ceauçescu attraverso gli occhi e il cuore di una donna.”
Independent Book Review
“Una novella intensa e perturbante.”
Mslexia
“La prosa è serrata, arguta, vivida e atmosferica. Ogni singola parola sulla pagina fa sentire il proprio peso.”
Litro
“Una storia lucida e toccante ambientata in una Romania comunista marchiata da paranoie e tradimenti.”
Helen Rye, vincitrice del Bath Flash Fiction Award
“Uno sguardo dietro la cortina di ferro, in un’opera magistralmente composta da piccole scene della Romania pre-1989. Ciascun capitolo rivela qualcosa del mondo in cui vive Alina ‒ a volte delicato, a volte esasperante, a volte spaventoso. Le incertezze della vita e dell’amore, e l’insaziabile ricerca di libertà, sono ordinatamente imbottigliate in una serie di storie che ti catturano e incantano.”
Michelle Elvy, editor di Flash Frontier
“Ho letto Bottigliette col cuore in gola. Un’avvincente miscela di bellezza e orrore, cupo realismo e trionfale magia, una storia da assaporare, a cui sorridere, contro cui arrabbiarsi e su cui piangere. Ho amato tanto questo libro, e la figura di Alina alle prese con la fede, il folklore, l’amore e la sua tragica assenza mi faranno compagnia per molto tempo ancora.”
Zoe Gilbert
“In Bottigliette Sophie van Llewyn è abile nel ricreare le angosce della Romania comunista in una sfilza di 51 brevi narrazioni. Un tour de force, una storia atroce e al contempo fastosa, un’autrice magistrale, una lettura obbligatoria.”
Christopher Allen
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