Neri
Pozza
Neri Pozza nasce a Vicenza nel 1912. La sua attività di editore
inizia per caso nel 1938, quando il primo libro di poesie del suo amico
Antonio Barolini, La gaia gioventù e altri versi agli amici,
non può più essere pubblicato perché il suo editore,
per via delle leggi razziali, è costretto a fuggire. Le Edizioni
dell’Asino Volante nasce per dare a questo libro, prematuro orfano
di editore, una casa editrice. Neri scopre così la sua vocazione
di editore, che lo porterà a fondare, dopo le Edizioni dell’Asino
Volante, le Edizioni del Pellicano e infine, nel 1946, la casa editrice
che porta il suo nome.
Il suo apporto alla cultura italiana è multiforme. Fu editore,
scrittore, poeta, scultore, incisore: una personalità eclettica,
plurale, come già il nome sembra suggerire. Scontroso, irascibile,
ruvidamente schietto, paternamente severo ma capace di slanci ironici,
fu il primo critico dei propri autori, ai quali non lesinava incoraggiamenti
e stroncature.
Morì a Vicenza il 6 novembre 1988.
*
Neri non era un editore passivo, che basava il suo lavoro
selezionando i manoscritti in arrivo. Aveva già in mente per suo
conto dei libri che pensava mancassero, e li proponeva agli autori che
gli sembravano i più adatti a scriverli. Se avesse potuto li avrebbe
scritti tutti lui di suo pugno.
Fernando Bandini
*
13.7.1950
MINACCIA PER LO SCRITTORE DINO BUZZATI
O Dino, se entro otto giorni non mi manderai il titolo
del nuovo libro (allora saranno pronte le bozze in colonna) noi, editori,
lo annunceremo col titolo più spregioso che esista.
Esempio: I ROSPI IN VETRINA –
Ovvero: Riflessioni di un impiegato
Altri titoli più bassi:
DIARIO DI UN GIOVANE STUPIDO
DIARIO DI UN UOMO STUPIDO, e varianti
LE OSSA DEL MORTO (molto bello)
PICCOLI CADAVERI
Eccetera
O Dino, le nostre minacce sono pericolose. Fa’
che non le dobbiamo mettere in atto.
Neri Pozza
Neri Pozza, lettera a Dino Buzzati
*
6 dicembre 1951
Caro Gadda,
ricevetti le favole, che ho ricopiate a macchina io stesso non fidandomi
di nessun dattilografo. Oggi le porto a Venezia, dove vanno in composizione,
che Le manderò appena pronta. È tuttavia necessario che
Lei non indugi oltre nel mandarmi la nota, della quale sarebbe peccato
il suo primo libro delle Favole fosse privato. Per quanto breve
e sintetica essa sia, sarà sempre utile al lettore per la comprensione
dei testi; e in ogni caso sarà un prezioso scritto che s’aggiungerà
ai Suoi. Devo dirLe che condivido il suo parere circa il costo del libretto.
Con le bozze Le farò avere il contratto: una lettera che contemplerà
i punti da noi fissati nel Suo studio alla RAI, alla quale Lei darà
il suo benestare.
Trattengo presso di me gli originali fintantoché Le manderò
le bozze; rifletta che io ne serbo copia attentamente controllata, e che
tardando Lei a restituirmi le bozze che Le manderò, sarò
costretto ad andare in macchina così, semplicemente, con le favole
corrette dai nostri correttori; correttori còlti e bravi, ma certo
non bravi né attenti come Lei. Mi affido dunque al Suo senso dell’onore
e della parola; un ulteriore e non giustificato ritardo comprometterebbe
questo prezioso libretto, che tanto mi sta a cuore.
Resto dunque in attesa della nota e frattanto Le porgo il mio migliore
saluto.
Obb.mo Neri Pozza
Neri Pozza, lettera a Carlo Emilio Gadda
*
Vicenza, 28 luglio 1955
Caro Eusebio,
vedi un po’ se nelle tue letture ti riesce di fare una sia pur breve
noticina per la seconda edizione del libro di Buzzati. Che è, come
hai visto, per metà nuovo (da 194 pagg. a 320). Tu hai tenuto a
battesimo quel volume, ne parlasti diffusamente; ora, incoraggiati da
quel tuo articolo, abbiamo dato all’opera una sistemazione più
vasta e aperta.
Insomma aiuteresti il libro a camminare; e preciseresti al pubblico, di
solito così distratto, che non si tratta di una ristampa sic et
simpliceter.
Scusami, domando scusa se sono stato seccante.
Non so nulla di te e della Mosca, che cosa fate quest’estate?
Non c’è speranza di vedervi a Venezia?
Abbimi, affezionato amico
Neri Pozza
Eugenio Montale
Via Bigli, 11
Milano
Neri Pozza, lettera a Eugenio Montale
*
14 giugno 1950
Caro Parise,
ho letto il tuo manoscritto: Il ragazzo di quindici anni e ti
propongo quanto segue.
Sono disposto a stampare entro il corrente 1950 il tuo lavoro a condizione
che tu sia disposto a sottoscrivere un impegno secondo il quale il manoscritto
resta vincolato al nome della mia casa editrice per la durata di cinque
anni e a concedermi l’opzione su tutte le opere che scriverai in
seguito per la durata di dieci anni.
Poiché tu non hai pratica di queste cose, ti spiegherò che
il primo vincolo vale direttamente per l’opera in questione. Io
non intendo affatto – per te e per tutti gli altri autori che stampano
con me – che un libro che ho stampato io venga eventualmente ristampato
da un altro editore prima che siano trascorsi cinque anni. Alle ristampe
che entrino in questi cinque anni provvederò io con contratto;
come provvederò con contratto, ogni volta che sarà esaurita
un’edizione, a fissare limiti e responsabilità reciproche.
L’opzione che ti domando è una prova di fiducia che ti dò;
desidero essere io a vedere, prima d’ogni altro editore italiano,
quello che fai. Ove ti rifiutassi di stampare nuovi tuoi lavori –
e lo farei per iscritto – sarai libero di cercarti nuovo editore.
Per la prima edizione del tuo libro di cui l’inizio della presente,
ti darò un compenso unico di lire 20.000.
Rispondi a queste cose e abbiti i miei migliori saluti.
Neri Pozza
Goffredo Parise,
Piazza Castello 14
VICENZA
Neri Pozza, lettera a Goffredo Parise
*
Vicenza, 4 aprile 1956
Caro Parise,
ho letto Il fidanzamento tra ieri e oggi.
È pacifico da anni che tu sei un uomo che non vuole né ama
i consigli. T’ho detto a Milano che avresti dovuto – se non
altro per vecchia amicizia – farmi leggere prima di stampare il
tuo nuovo libro. È probabile che avresti stampato lo stesso, ma
è anche probabile che io t’avrei dato un parere che sarebbe
servito a farti riflettere.
Tu riflettere non vuoi, non ami in fondo che i pareri che coincidono coi
tuoi.
Il racconto è debole, sbadato, scritto alla brava, senza cura e
senza rispetto di te stesso. Passando dal romanzo picaresco alla commedia
borghese, lo stile avrebbe dovuto essere sostenuto, inciso, vigilato in
ogni sua parte.
E la storia stessa, così poco persuasiva nella sua apparente verità,
non sollecita altro che un interesse piatto e anonimo.
Nel complesso, per le tue ambizioni e per le tue possibilità, questo
libro è di un livello assai inferiore al Prete bello,
e mi dispiace.
Al fondo del tuo lavoro di questi ultimi quattro anni, cioè dopo La grande vacanza, vedo una sola ambizione: quella di battere il
tamburo, di fare cassetta. E falla, se così ti piace. Ognuno ha
da seguire la propria vocazione. Ma io, a suo tempo, ti presi e ti stimai
per un primo libro vivo, sincero e intimamente poetico; e per un secondo
ambizioso e pieno di grandi promesse. A quelle prove, con tutti i loro
errori, le loro esuberanze patetiche e ricche di forza, io rimango fedele.
E mi sembra di restar fedele a un amico trovato e perduto. Non ti dolere
di questo parere negativo, io sono un vecchio provinciale con idee estremamente
chiare anche se sbagliate (per te). Saranno idee d’arte e di poesia,
che fanno pochi soldi, ma sono le sole capaci di sedurmi e interessarmi.
Il resto, per me, è buio e vanità.
Ciao, mi dispiace.
Neri
Goffredo Parise
presso Garzanti
Via della Spiga, 30
Milano
Neri Pozza, lettera a Goffredo Parise
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Sapessi quante ingenuità gli ho corretto nel Ragazzo
morto e le comete. Figurati che nel secondo capitolo, quello in cui
parla Fiore, Edo faceva morire il suo ragazzo il 2 novembre. Ma come –
gli dico – fai morire il ragazzo proprio nel giorno della Festa
dei Morti? Allora lui disse che avrebbe messo il 6, e fu una delle poche
volte che accettò una mia osservazione. Bene, gli dissi, il 6 novembre
mi sembra un giorno decente per morire.
Neri Pozza a Fernando Bandini, comunicazione privata
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