Peter Greenaway
Peter Greenaway vede e rappresenta luci ed emozioni oblique.
Peter Greenaway esplora ogni mezzo della settima
arte in modo non convenzionale, artificioso, tale da sconvolgere quello
che Siegfried Kracauer definì il principio estetico fondamentale
del mezzo artistico, al quale il cinema narrativo si attiene invece scrupolosamente.
Segnali non verbali investiti di significati narrativi, colori saturi
che aggrediscono i sensi dello spettatore, numeri che scandiscono i ritmi
dell’intreccio: usando queste innovazioni l’artista ha costruito
nel corso della sua lunga carriera una densa cosmologia, decifrabile solo
attraverso uno studio approfondito della sua opera e quindi dopo numerose
visioni dei suoi lavori.
Nato artisticamente come pittore, Greenaway propone nelle sue pellicole
delle composizioni retoriche elaborate e di forte impatto visivo: le sue
inquadrature sono composte come dei dipinti, siano esse spoglie e simmetriche
o barocche e debordanti di soggetti, i suoi movimenti di macchina sono
ridotti all'osso, il più delle volte su piani perpendicolari. La
staticità delle sue scene si sostanzia nell’uso, molto lento,
dello zoom e in lunghe e solenni carrellate laterali, ereditate da Ophüls
prima e da Kubrick poi.
Poche sono le concessioni alla narrativa cinematografica tradizionale,
al punto di portarlo oggi ad affermare che “il prologo del cinema
è finito, e noi possiamo ora veramente cominciare”. Nel caso
specifico, il regista gallese ha coniato il concetto di Digital Cinema
Multimedia per definire il suo nuovo progetto: The Tulse Luper Suitcase.
Il cinema e le nuove tecnologie non possono continuare ad ignorarsi a
lungo e attraverso il suo particolarissimo e affascinante modus operandi
Greenaway cerca di abbattere le barriere e di esplorare sinergicamente
le potenzialità degli straordinari mezzi di comunicazione sviluppatesi
negli ultimi anni.
Alberto Zambenedetti
*
I luoghi, piuttosto che le persone. Mi conosco, e so che il
mio entusiasmo è più forte per i luoghi che per le persone.
[…] In tante occasioni sono stato accusato di sprecare gli attori,
nel tentativo di esaltare l’architettura.
I don’t want virtual reality, I want virtual unreality.
I don’t think that cinema is a very good narrative
medium. I think if you want to tell a story you should be a writer.
John Cage suggested if you introduce more than 20 percent of novelty into
any artwork, you’re going to lose 80 percent of your audience.
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