
Björk
“Per me, cantare è sempre stato qualcosa di puro, il mio modo di dialogare con le cose. Mi è sempre piaciuto cantare nel vento, sotto la pioggia, in una tormenta di neve, su un torrente di lava… Io contro gli elementi”.
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Björk, “betulla” in islandese, inizia la sua carriera da solista nel 1993 con l’album Debut. Malgrado la tortuosità e lo sperimentalismo della sua musica, basata sull’unione di elettronica e melodia, battiti techno e sonorità raffinate, atmosfere inquietanti, surreali ed eteree, campionature e sinfonie d’archi, suoni onomatopeici incalzanti e rumori catturati dal vivo, urletti e acuti straziati, l’eccentrica cantante è una dei pochi artisti islandesi ad aver contribuito a esportare la cultura del proprio paese all’estero.
“Noi islandesi siamo più soggetti alla depressione, perché viviamo con poca luce. D’inverno è buio quasi tutto il giorno, d’estate non è molto meglio. Ma abbiamo sviluppato una speciale immunità anti-depressiva, di cui l’arte è una delle espressioni. E siamo anche i più grandi ribelli del pianeta. È per questo che non abbiamo un esercito: non potremmo mai marciare tutti allo stesso ritmo”.
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I live by the ocean
And during the night
I dive into it
Down to the bottom
Underneath all currents
And drop my anchor
This is where I’m staying
This is my home
The Anchor Song
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Nata nel 1965 a Reykjavik, in Islanda, da genitori hippy, Björk Gudmundsdottir trascorre l’infanzia in una comune gestita da figli dei fiori. Oltre a prendere contatto con la natura, con una concezione allargata della famiglia e con la filosofia di vita tipica di quel contesto, Björk inizia a studiare musica alle elementari, prendendo lezioni di flauto e pianoforte ma tendendo anche l’orecchio verso le sonorità più in voga in quegli anni: il rock e la musica psichedelica. A undici anni un insegnante registra la voce della bambina mentre canta una cover di I love to love di Tina Charles. La canzone viene trasmessa su un’importante emittente radiofonica islandese e le frutta il suo primo contratto discografico con l’etichetta Fálkinn.
Il suo primo disco, inciso nel 1977, s’intitola Björk ed è una raccolta di successi islandesi, canzoni per bambini e pezzi di celebri gruppi, cantati da lei e arrangiati alla chitarra dal patrigno.
Durante l’adolescenza Björk è influenzata da diverse correnti musicali: il punk, il jazz fusion, il rock. Collabora con molti musicisti e milita in vari gruppi, con sporadiche uscite di dischi. La prima band importante (che ottiene successo in Islanda aprendo i concerti dei Crass ed effettua anche una tournee in Inghilterra) è quella dei KUKS. In questa fase, la cantante assume alcune delle caratteristiche tipiche del suo stile.
A metà degli anni Ottanta diversi membri dei KUKS confluiscono negli Sugarcubes, gruppo che segna il successo della cantante anche al di fuori della sua Islanda e infatti il primo singolo, Ammæli, diventa subito un successo in Inghilterra. Nel 1988 registrarono il loro primo album, Life’s too Good, destinato ad essere il primo grande successo internazionale di una band islandese. Dopo lo scioglimento degli Sugarcubes, nel 1992, l’artista inizia a Londra la sua carriera da cantante solista. Ottiene molti riconoscimenti, lavora con personalità importanti del mondo della musica (per esempio, il produttore dei Massive Attack) e scrive addirittura una canzone per Madonna (Bedtime Stories). Pubblica diversi album, tra cui Post, Homogenic (considerato uno dei lavori più sperimentali della cantante, incentrato su sonorità elettroniche), Vespertine e Medulla.
Oltre alla carriera nel campo della musica Björk ha ricevuto il premio come migliore attrice al festival di Cannes nel 2000 per la sua interpretazione nel film Dancer in the Dark di Lars von Trier, di cui ha composto e prodotto la colonna sonora pubblicata col titolo di Selma Songs.

“Adoro i suoni e i rumori, molto più delle parole. Del resto è riflesso di quello che sono. Da piccola pensavano che fossi anormale perché non parlavo. Sono stata muta anche per mesi interi. Ora sono affascinata ai rumori e dai suoni insoliti perché hanno una loro musicalità”.
Shhhh, Shhhh
It’s, oh, so quiet
It’s, oh, so still
You’re all alone
And so peaceful until…
You fall in love
Zing boom
The sky up above
Zing boom
Is caving in
Wow bam
You’ve never been so nuts about a guy
You wanna laugh you wanna cry
You cross your heart and hope to die
’Til it’s over and then
Shhh, Shhh
It’s nice and quiet
Shhh, Shhh
But soon again
Shhh, Shhh
Starts another big riot
You blow a fuse
zing boom
The devil cuts loose
zing boom
So what’s the use, wow bam
Of falling in love
It’s, oh, so quiet
It’s, oh, so still
You’re all alone
And so peaceful until…
You ring the bell
bim bam
You shout and you yell
hi ho ho
You broke the spell
Gee, this is swell you almost have a fit
This guy is “gorge” and I got hit
There’s no mistake this is it
’Til it’s over and then
It’s nice and quiet
Shhh, Shhh
But soon again
Shhh, Shhh
Starts another big riot
You blow a fuse
Zing boom
The devil cuts loose
Zing boom
What’s the use
Wow bam
Of falling in love
The sky caves in
The devil cuts loose
You blow blow blow blow blow your fuse
When you’ve fallen in love
Ssshhhhhh…
It’s Oh So Quiet
*
If you ever get close to a human
And human behaviour
Be ready to get confused
There’s definitely, definitely, definitely no logic
To human behaviour
But yet so, yet so irresistible
And there’s no map
They’re terribly moody
And human behaviour
Then all of a sudden turn happy
But, oh, to get involved in the exchange
Of human emotions is ever so, ever so satisfying
Oh oh, and there’s no map
Human behaviour, human
Human, human behaviour, human
Human, human behaviour, human
Human behaviour, human
And there’s no map
And a compass
Wouldn’t help at all
Human behaviour, human, human
Human behaviour, human,
Human behaviour, human,
Human behaviour
There’s definitely, definitely, definitely no logic
Human, human
Human behaviour
Human.
There’s definitely, definitely, definitely no logic
Human, human, human, human.
Human Behaviour
 
“In Islanda è una gloria nazionale, una figura identitaria. […] Un ex premier ha dichiarato che ‘ha rimesso l’Islanda moderna sulla mappa del mondo’. L’autrice di Homogenic è paladina dell’impegno ecologista, necessario anche nella democrazia dei geyser, dove, come dice, ‘alle terme puoi incontrare il primo ministro nudo sotto la doccia’. Björk non solo fa più pubblicità al brand Islanda di quattro ministri degli Esteri, ma si batte contro le mire dell’industria estrattiva e dell’alluminio, e l’espansione urbana negli ambienti ancora vergini della sua terra di sorgenti, lave e ghiacci. Difende il modello dell’energia geotermica, attacca le multinazionali petrolifere. Ha coinvolto amici come Patti Smith in concerti di raccolta fondi per la green economy. Björk è un tipo strano che ancora oggi può camminare per ore cantando nella tundra; mastica le bistecche crude; sguscia gli astici a mani nude; crede nel soffio di Madre Terra. Una volta ha raccontato alla tv tedesca che gli islandesi escono volentieri da Reykjavik in due jeep, fino ai ghiacciai. ‘Perché se una cade in un crepaccio, c’è l’altro equipaggio a salvare il primo. E così ci sono un sacco di cose da raccontare’. […] Forse, per dirla con Clarice Lispector, ha il ‘cuore selvaggio’”.
Enrico Arosio, l’Espresso, 5 febbraio 2015
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