Oblique Studio, editoria e passione, studio editoriale e agenzia letteraria
oblique studio, artigianato e passione





facebook   twitter   instagram  
I libri di Oblique
Greenwich e Gog, collane per Nutrimenti
I nostri libri con 66thand2nd
Watt magazine

Oblique è per il
software libero





sitemap
 
 

Oblique è agenzia letteraria

Oblique su D
8x8
editoria digitale, ebook
parole oblique
dicono di Oblique
 

Gog, gog, gog

Giuseppe Schillaci
L’anno delle ceneri

Gog7
Illustrazioni di Ciro Fanelli

L'anno delle ceneri, Giuseppe Schillaci

Il fatale destino di un amore impossibile, quello tra Masino e Ninetta, s’innesta in un lungo racconto delle origini, in un anno di svolta, il 1948, a Palermo, crocevia e snodo d’interessi e traffici che si protraggono nel presente. Il tessuto connettivo della borgata di Buon Riposo riflette l’Italia di oggi: gli affarucci e gli interessi di miseri e capetti, la contrapposizione destra-sinistra, l’ingerenza della Chiesa e del malaffare, e la legge non scritta che tutto ciò non deve cambiare. Che l’oracolo è una condanna.
E sulle ceneri della civiltà, dell’ideologia, delle credenze che hanno spesse e profonde radici nel mito, aleggia la voglia di rinascita, necessariamente altrove, e domina il racconto perché come dice Nofrio, il vecchio del ponte Ammiraglio, “raccontare è ricordare, dare la vita, salvarsi”.

*

Una Palermo profonda, vera, questa di Schillaci. Una Palermo non aulica, non gattopardesca, ma popolare, dell’antico quartiere della Guadagna, del Buon Riposo, nel periodo cruciale delle elezioni dell’aprile del ’48. Personaggi straordinari e una scrittura non di maniera che esprime il modo d’essere e di pensare dei popolani palermitani.
 
Vincenzo Consolo

 

Biografia del libro
“Per scrivere questo libro ho ascoltato il Genius loci di una borgata di Palermo e tenuto conto della stratificazione delle storie legate a quel luogo, la magia di spazi ormai deturpati che portano i segni dello splendore e della maledizione di una comunità dominata dalla paura e da credenze irrazionali, una comunità in cui il cittadino è solo un fedele devoto al potere. E per potere intendo quello politico e religioso, quello mafioso ed economico, che spesso si alleano per formare un’oligarchia occulta, lo Stato nello Stato”. Il romanzo – la cui stesura ha richiesto tre anni – è anche il risultato di un lungo lavoro di ricerca di fonti storiche e iconografiche e soprattutto di testimonianze: “Ho ascoltato persone che hanno vissuto al tempo di cui parlo, che mi hanno fatto capire la portata della rivoluzione avvenuta negli ultimi sessant’anni, ma anche quanto alcune dinamiche sociali siano rimaste immutate. Storie bellissime di uomini e donne che vivevano secondo antichi ritmi dettati da riti e credenze popolari, come quella delle anime dei Decollati. Ho ascoltato, e a volte semplicemente trascritto, storie di personaggi realmente esistiti, una cultura orale che oggi rischia di scomparire per sempre. E sono stati questi racconti ad alimentare la mia percezione della Sicilia come terra di misteri, rovine, ceneri. Ancora oggi Palermo ostenta con arrogante civetteria i segni dei bombardamenti del 1943.
La Sicilia, e l’Italia in genere, è per me una terra di bellezze violate, di speranze tradite. Volevo tornare all’origine di questa distruzione, e il romanzo è dunque il tentativo di fare luce su una storia fatta di ambiguità e trasformismi, complicità e immobilismo, una storia che a Palermo si materializza ancora oggi nell’impenetrabilità di certi sguardi”.
Ne viene fuori una Sicilia “oscura e fantastica, meschina e malata”, una Sicilia specchio e profezia della realtà. “Non volevo ritrarre la classica sicilianità fatta di fichidindia, coppole e scacciapensieri, ed è per questo che tali cliché li ho riportati all’essenza, svuotati; volevo soprattutto utilizzare il mio passato come una grande metafora per capire il mio presente”.


Guarda il booktrailer di L’anno delle ceneri

 

Selezione stampa
“Un piccolo gioiello […]”
Alberto Sebastiani, Gazzetta di Parma, 30 gennaio 2011

“[…] un affresco d’epoca ben riuscito […]”
Michele Barbolini, Pulp, settembre-ottobre 2010

“Romanzo aspro, scritto in una prosa vibrante di passione civile e veemente nell’evocazione di vicende sanguigne […]”
Davide L. Malesi, Stilos, 11 agosto 2010

“Struggente come una favola tradizionale.”
Evelina Cattermole, Di Tutto, settembre 2010

“[…] una scrittura elegante che, pur sempre attenta al dato storico-cronachistico […], lo ha tradotto a pieno titolo in racconto, facendosi immagine e anche visionaria, senza però perdere contatto con la realtà del dolore.”
Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera, 9 agosto 2010

“Appassionata dichiarazione d’amore per la sua Sicilia.”
Red., Playboy, agosto 2010

- “Un ottimo romanzo d’esordio.”
Red., Corriere Nazionale, 25 luglio 2010

- “[…] come un conto antico, questo romanzo è pieno di oracoli che arrivano a dettare le leggi della vicenda secondo il culto un po’ pagano delle anime decollate. […] alle spalle di Schillaci, non c’è solo Consolo, ma anche una tradizione che dal mondo magico di De Martino arriva sino a Carlo Levi. Insomma: coscienza della Storia e sentimento dei simboli. Dentro una Palermo che ostenta le sue rovine e destinata alla cenere: il correlativo oggettivo d’un certo modo di patire e subire la vita, cui Schillaci affida le sue più profonde verità poetiche.”
Massimo Onofri, Avvenire, 10 luglio 2010

- “L’anno delle ceneri […], uno degli esordi narrativi più felici della stagione, è insieme denso romanzo politico-civile e sanguinante, storia d’amore, inchiesta storica […] e rapinoso mélo.”
Filippo La Porta, Left, 4 giugno 2010

- “L’anno delle ceneri […] è un libro potente, scritto con una lingua che non si appiattisce sulla trama né sulle ambientazioni, ma si nutre della storia, dei personaggi, in breve dell’esistenza, in una dimensione corale e polifonica […]”
Francesco Forlani, nazioneindiana.com, 3 giugno 2010

- “Una Palermo del Dopoguerra, 1948, che affascina e conquista nonostante il turbinio di speranze sia ormai cenere al vento. […] Un’epoca, quella raccontata da Schillaci nel suo consigliato esordio, che molto deve alla tradizione orale, salvataggio necessario della memoria storico/sociale collettiva. Scrittura che sposa le origini, il dialetto, gli usi/costumi/detti senza mai merlettarsi.”
Carlotta Vissani, Rolling Stone, giugno 2010

- “Con L’anno delle ceneri, Giuseppe Schillaci esordisce con un romanzo nitido e profondo che ha lo spessore della ricerca storica. […] Un libro che lascia il segno.” 
Silvana Mazzocchi, la Repubblica, 17 aprile 2010





Altri materiali
La rassegna stampa di Gog
Il progetto grafico di Gog
Il concorso per illustrare le copertine di Gog. Bando. Vincitori
Invio di manoscritti
Gog tour

 

 

Torna alla home