Éric Fottorino
Baci da cinema
Gog 8
Traduzione di Michela Paolini e Elena Sacchini
È nella luce, in una vita popolata di figure assenti e volti di dive addormentate nel disordine del tempo, che Gilles Hector, avvocato parigino di mezz’età, vive il suo difficile amore per Mayliss, una donna sposata che incontra per caso in un cinema il giorno del funerale del padre. Quella di Gilles – figlio di un bacio da cinema – è una ricerca dolorosa, primordiale. La madre, a lui sconosciuta e negata, era – presume – un’attrice con cui il padre, direttore della fotografia dei più importanti film della Nouvelle Vague, ebbe una relazione conclusasi misteriosamente. È tra quei volti illuminati alla perfezione che si cela la madre, decine e decine di film e fotografie passati al setaccio mentre Mayliss diventa un sortilegio, un’amante, una madre, una divoratrice del tempo. Perché Mayliss assomiglia così tanto alla misteriosa donna del cortometraggio? La verità è sfumata e sfuggente, e il ricordo non è altro che una pellicola in bianco e nero.
Biografia del libro
Già nel titolo (l’originale francese è Baisers de cinéma che allude naturalmente ai Cahiers de cinéma) l’idea di Fottorino è quella di tenere insieme due piani narrativi opposti, “l’idea di vero (il bacio) e quella di falso o meglio del ‘far finta’ (il cinema, i baci del cinema)”, precisa l’autore. Scrivere e la stessa letteratura sono per Fottorino “un viaggio magico, ed è inutile tentare di spiegare cosa nasconda. L’importante è che la magia si compia”. Un viaggio spesso doloroso in cui si innestano riflessioni e trasfigurazioni evidentemente biografiche come il tema, frequente nei suoi libri, della ricerca della maternità o della paternità. “Ho impiegato parecchi anni per scrivere questo libro, dal 1993 al 2006. E l’ho scritto nelle condizioni più disparate: a casa, in viaggio, in fila al bar, nella solitudine del mio studio, in mezzo alla gente. Non sono un feticista e non ho bisogno di particolari condizioni per scrivere. Sono partito dall’idea di raccontare la storia d’amore tra Gilles e Mayliss, poi ho sentito la necessità di penetrare le loro vite. Solo in seguito ho pensato di incorniciare la loro passione amorosa nella finzione più pura, quella del cinema della Nouvelle Vague”. “La mia relazione con il libro è stata piuttosto distaccata. Ne ho scritto una buona parte, mi sono bloccato, sono rimasto in attesa, e dopo qualche tempo è tornata l’ispirazione. Ora conservo l’impressione di averlo scritto nei momenti in cui non scrivevo, come se il silenzio fosse un modo per completarlo”. “Di solito inizio a scrivere solo quando il grosso del lavoro l’ho terminato nella mia testa buttando giù una trama più o meno lineare, con sovrapposizioni e dimenticanze più o meno volontarie. Non credo di essere influenzato – almeno a livello cosciente – da un particolare libro o da un particolare autore, quello che è sicuro, però, è che durante la stesura di questo libro sono stato cullato dalla musica dei libri di Modiano, Gary e dalla scrittura dei miei due autori italiani preferiti, Calvino e Bassani”.
Leggi un estratto
Profilo di Éric Fottorino
Selezione stampa
- “Narratore puro.”
l’Unità, 3 settembre 2010
- “Una delicata storia d’amore, sfiorata in ogni pagina da un sottile rimpianto, da un’indefinibile e tenera malinconia, un libro carico di nostalgia per gli anni Cinquanta. Fa rivivere l’atmosfera della Nouvelle Vague, dei suoi indimenticabili film […].”
Paolo Grieco, Tempi, 21 luglio 2010
- “Il romanzo di Éric Fottorino […] è un omaggio al cinema francese e alla Nouvelle Vague.”
Red., la Repubblica, 2 giugno 2010
- “Meraviglioso e struggente romanzo scritto dal direttore di Le Monde, uomo di cuore che ben conosce l’amore e i suoi slittamenti.”
E.A., Gioia, 28 maggio 2010
- “È una storia in bianco e nero, una storia del Novecento dal fascino agrodolce, intima ma pudica. […] omaggio all’arte di captare la luce e di far vibrare la bellezza dell’effimero.”
Michael Abescat, Internazionale, 27 maggio 2010
- “Il direttore di Le Monde inventa un Maigret cinefilo e metafisico che pedina le sue origini nel buio della sala. […] Ecco un trittico narrativo incentrato sulla settima arte, dove l’amore per le immagini si fa piacere della scrittura.”
Francesco Troiano, Ttl, 15 maggio 2010
- “Baci da cinema di Éric Fottorino, direttore di Le Monde, riflette sulle derive disastrose della passione, sulle ombre e sulla luce.”
Red., Playboy, maggio 2010
- “Un romanzo cinefilo e citazionista da parte del direttore del prestigioso quotidiano parigino Le Monde.”
Massimo Lastrucci, Ciak, maggio 2010
- “Un altro volume di cui essere riconoscenti, immerso nella celluloide e nei sogni.”
Claudia Mangano, Mucchio, maggio 2010
Altri materiali
La rassegna stampa di Gog
Il progetto grafico di Gog
Il concorso per illustrare le copertine di Gog. Bando. Vincitori
Invio di manoscritti
Gog tour
Torna alla home |