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Giuseppina Oneto è nata a Olbia nel 1959 ma è genovese. Traduce a tempo pieno, attualmente dall’inglese, soprattutto per Adelphi e Fazi. Ha lavorato anche con Einaudi, edizioni e/o, Il Melangolo nella prima fase della sua carriera, quando si dedicava alla letteratura tedesca. Fra i principali autori tradotti, per l’area anglofona, Peter Cameron, Andrew Sean Greer, Hilary Mantel, Kiran Desai, e per quella tedesca, Bertolt Brecht, Heinrich Böll, Peter Schneider. Collabora con Vogue, per cui ha tradotto articoli di Peter Cameron, Micheal Cunningham, David Leavitt, Hanif Kureishi e Fatima Bhutto. Vive e lavora a Tivoli (RM).


Materiali
- La nostra intervista, aprile 2016;
- Nicole Bonacina (intervista), tradurrepereditoria.com.


Principali opere tradotte dall’inglese
Peter Cameron, Anno bisestile, Adelphi, 2021
Hilary Mantel, Un esperimento d’amore, Fazi, 2021
Peter Cameron, Cose che succedono la notte, Adelphi, 2020
Hilary Mantel, Lo specchio e la luce, Fazi, 2020 (con Stefano Tummolini)
Willa Cather, Il canto dell’allodola, Fazi, 2019
Erin Entrada Kelly, Lettere dall’universo, Rizzoli, 2019
Peter Cameron, Gli inconvenienti della vita, Adelphi, 2018
John Irving, Viale dei misteri, Rizzoli, 2018 
Augustus Rose, La ladra di ready-made (di prossima pubblicazione per Rizzoli) 
Hilary Mantel, Otto mesi a Ghazzah Street, Fazi, 2017
John Burnside, La natura dell’amore, Fazi, 2017
Hilary Mantel, Al di là del nero, Fazi, 2016
Lissa Evans, Cuore di contrabbando, Rizzoli, 2015
Hilary Mantel, I giorni del terrore. La storia segreta della rivoluzione. Vol. 3, Fazi, 2015
Hilary Mantel, Un posto più sicuro. La storia segreta della rivoluzione parte seconda, Fazi, 2014
Hilary Mantel, La storia segreta della rivoluzione. Prima parte, Fazi, 2014
Peter Cameron, Andorra, Adelphi, 2014
Shane Stevens, Dead City, Fazi, 2013
Hilary Mantel, Anna Bolena, una questione di famiglia, Fazi, 2013
Peter Cameron, Coral Glynn, Adelphi, 2012
James Lasdun, Comincia a far male, Fazi, 2011
Hilary Mantel, Wolf Hall, Fazi, 2011
Elisabeth Watson, La prigione di neve, Fazi, 2010
Sonya Hartnett, Aria, Fazi, 2010
Andrew Sean Greer, La ballata di Pearlie Cook, Adelphi, 2009
Andrew Sean Greer, La storia di un matrimonio,Adelphi, 2008
Oliver August, Il fuggitivo di Xiamen, Adelphi, 2008
Davis Grubb, La morte corre sul fiume, Adelphi, 2007
Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile, Adelphi, 2007
Kiran Desai, Eredi della sconfitta, Adelphi, 2007
Alicia Erian, Beduina, Adelphi, 2005
Alicia Erian, L’eterno sole di una mente intossicata, in «Adelphiana» n. 4, Adelphi, 2005
R.W.B. Lewis, Dante Alighieri, Fazi, 2005
Peter Blecha, Taboo Tunes. La musica fuorilegge, Arcana, 2005
D.R. Griffin, 11 Settembre, Fazi, 2004
Gore Vidal, Democrazia tradita, Fazi, 2004


Giudizi degli allievi

  1. Ha dimostrato grande generosità nel mettere a disposizione la propria esperienza incitando gli allievi a commentare la sua traduzione, argomentando le scelte effettuate e illustrando il corretto modo di ragionare quando si revisiona un testo altrui. La correzione dell’esercitazione non si è limitata a una valutazione globale e alla segnalazione degli errori, ma è stata ricca di consigli e commenti articolati ed espressi con chiarezza e gentilezza. Ho gradito moltissimo il giudizio finale, esteso e incoraggiante (Laura Pisani, edizione on line 2023);
  2. È stata chiara ed esaustiva, si è soffermata a spiegare le sue scelte traduttive e spesso ha sollecitato un nostro parere (Elisa Cavalli, edizione on line 2023);
  3. Forse la traduttrice più “ostica” con cui abbiamo avuto a che fare. O dovrei definirla fiera. Non è una critica: ha reso l’idea di quanto la traduzione sia un mestiere in cui l’esperienza permette di procedere sicuri. Anche nel dubbio ineliminabile che la contraddistingue (Sofia Ciriello, edizione on line 2023);
  4. Consigli preziosissimi sul senso della professione, grazie e delicatezza nell’esprimere un feedback e un metodo di lavoro al tempo stesso preciso e appassionato (Laura Pettazzoni, edizione on line 2023);
  5. Credo che sia stata azzeccata la scelta di mettere la Oneto tra le prime lezioni perché è riuscita a trasmettere l’idea che la traduzione sia un lavoro di estrema pazienza e dedizione (quasi di artigianato). Un’introduzione perfetta al corso quindi, e all’impegno che richiede (Martina Tiberti, edizione on line 2023);
  6. La lezione con Giuseppina Oneto è stata una delle prime e quindi l’ho trovata utile per capire non tanto come tradurre, ma come ci si approccia a un testo già tradotto e cosa bisogna osservare nel testo di partenza per delineare una buona strategia di traduzione ancora prima di iniziare a tradurre (Paola, edizione on line 2023);
  7. È una traduttrice di grande esperienza, della sua lezione mi torna alla mente la sua precisione nella scelta dei termini, e la sua grande conoscenza della cultura americana che le permette di tradurre in modo efficace e chiaro i testi su cui lavora. È stato molto utile il consiglio di cercare sulle mappe i luoghi che vengono descritti sul testo, in modo da avere un riferimento visivo che ci permette di tradurre l’immagine anche in italiano (Bianca Murgia, edizione on line 2023);
  8. Lei come insegnante mi è piaciuta parecchio, anche se ho detestato il testo su cui abbiamo lavorato assieme (Olga Dies Dreaming di Xochitl Gonzalez). Ha esposto alcuni princìpi generali, come l’importanza del leggere ad alta voce e fare attenzione al come suona la nostra traduzione, che ho iniziato ad applicare immediatamente traendone grandi vantaggi. In alcuni casi non dava spiegazioni del tutto soddisfacenti sul perché aveva fatto determinate scelte di traduzione (Nicola, edizione on line 2023);
  9. Interessante la proposta del testo da analizzare per la sua ambientazione e gli aspetti culturali ma forse la lezione si è svolta senza aver evidenziato nessun aspetto in particolare (Francesca Piccinini, edizione on line 2023);
  10. Molto cortese e affabile. Mi è sembrata una persona con una grande voglia di trasmettere qualcosa a degli aspiranti traduttori (Vincenzo Urso, edizione on line 2022);
  11. Ho trovato la sua lezione molto interessante e ricca di consigli pratici. Anche lei molto competente e disponibile (Donata Azzini);
  12. È stato interessante cogliere indirettamente, attraverso la sua traduzione, alcune scelte della casa editrice Adelphi. Il brano di Peter Cameron su cui ci siamo esercitati a casa è stato uno dei più stimolanti per le scelte difficili che era necessario fare nella traduzione;
  13. Personalmente, non mi è piaciuto molto il testo su cui abbiamo lavorato. Questo non ha comunque inficiato la precisione e l’esperienza della docente (Eugenia Serravalli);
  14. Con Oneto, con la quale abbiamo lavorato sulla sua traduzione di Leap Year di Peter Cameron, c’è stato, diciamo, il mio battesimo, è stata cioè la prima traduttrice che ho sentito parlare, la mia prima lezione in cui un traduttore mi trasportava nel suo mondo, nel suo laboratorio, “a bottega da”. “La traduzione è un atto innato” è stata una delle prime frasi della sua lezione, con la quale rompevo il ghiaccio con il mondo della traduzione: non stiamo apprendendo qualcosa che ci è estraneo, ma la traduzione e i suoi processi ci accompagnano sempre, anche in questo momento in cui, mentre scrivo, cerco di portare i miei pensieri al di fuori da me, di tradurre per altri, con le parole che mi sembrano più efficaci, quanto più possibili fedeli alla amia voce interiore, sempre nel timore di non riuscirci abbastanza: ecco, questa attenzione è la cura che un traduttore deve avere sempre quando si relaziona con il testo da tradurre, la cura di non tradire la voce che si vuole trasportare nella propria lingua. È stato un insegnamento importantissimo (Antonella Valente);
  15. Della lezione di Giuseppina Oneto mi resta impresso il rigore del metodo, a me ancora ampiamente misterioso, ma percettibile, grazie alle rese mirabili dei termini da lei tradotti, l’intuizione improvvisa e coltivata, e la costanza per la ricerca dell’equilibrio nel testo, lo “spostare i pesi”. Bellissimo essersi potuti cimentare come un salto nel vuoto senza rete, con un inedito dello stesso autore estremamente diverso dal primo testo, e aver provato a trovare soluzioni per le geografie del cuore dei posti cari al narratore (Stefania Vigarani);
  16. Giuseppina Oneto è stata la prima docente “extra” incontrata, ed è stato interessantissimo ascoltare ogni suo consiglio e le sue spiegazioni per ogni resa: mi ha fatto riflettere che ogni scelta del traduttore deve essere ponderata e ragionata (Giuseppe De Pascale);
  17. Il suo contributo è stato prezioso per individuare meglio il tono dei testi e abituarsi a immaginare gli spazi così da essere più precisi nella traduzione; sono, tuttavia, convinta, essendo una neofita, di non essere riuscita a cogliere tutto quello che voleva trasmettere (Federica Carleo);
  18. Molto utile il suo consiglio di cercare le mappe dei luoghi descritti nelle opere per farsi un’idea dei luoghi e rendere la traduzione più realistica e convincente (Simona Carleo);
  19. In questo corso, con Pareschi, ha rappresentato un po’ la signora della traduzione. Tanta esperienza, tantissima sostanza. Gentile;
  20. Lezione appassionante e coinvolgente, molto spazio al dibattito e alle proposte. Correzioni all’esercizio di traduzione molto precise e puntuali, sempre ben motivate (Aurora);
  21. Forse la migliore: competente, precisa, attenta e molto disponibile nella correzione. Personalmente ho imparato più dal suo giudizio finale che da qualsiasi altra correzione dei docenti (Roberta Zezza);
  22. Bravissima. Indicazioni molto utili;
  23. Una traduttrice con una profonda esperienza dalla quale è possibile imparare molto (Filomena Perna);
  24. Giuseppina Oneto mi ha fatto riflettere sul fatto che in un testo il “bianco” ha lo stesso valore del “nero” (Teresa Bertuzzi – on line coronavirus edition);
  25. La lezione con Giuseppina Oneto è stata un viaggio fra le parole e nel tessuto del testo. Mi ha fatto capire cosa significa “tradurre”, nel senso di “portare qua”, portare il lettore nel mondo descritto dall’autore. Mi ha fatto capire perché ogni singola parola è importante e non può essere tradotta a caso. Evocativa (Maria Vittoria Conte – on line coronavirus edition);
  26. Nelle sue parole si sentiva il forte attaccamento al testo e all’autore. Giuseppina Oneto si concentra sulla traduzione di pochi autori e così facendo la distanza tra autore e traduttrice si assottiglia e porta a una simbiosi quasi totale. Mi è piaciuto poter osservare da vicino una professionista che lavora così a stretto contatto col suo autore (Francesco Cristaudo – on line coronavirus edition);
  27. Lezione interessante e affascinante. Le scelte traduttive di Giuseppina Oneto sui testi di Cameron che si fondono con la sua personale esperienza come traduttrice (on line coronavirus edition);
    Lezione interessante sia a livello pratico sia per le nozioni teoriche fornite. Molto disponibile per eventuali domande e chiarimenti (on line coronavirus edition);
  28. Una lezione molto significativa, soprattutto per i consigli offerti e per le tecniche e le scelte stilistiche condivise (Claudia Sasso – on line coronavirus edition);
  29. È stata la prima traduttrice che abbiamo incontrato. Mi ha affascinato il suo modo di porsi e di parlare, i suoi racconti di quando andava a lezione da un altro traduttore per imparare il mestiere. Ho fatto scorta di “sapienza”. Anche grazie a lei sono più ricca spiritualmente di quanto lo fossi prima di iniziare il corso (Barbara D’Andò – on line coronavirus edition);
  30. Molto brava. È stato un piacere seguire la sua lezione, ripercorrere il testo insieme e scoprire il perché delle sue scelte traduttive. Lezione apprezzatissima (Federica Falzetti – on line coronavirus edition);
  31. È stata la mia preferita – forse perché ci ha raccontato tutta la sua storia, il percorso accidentato e imprevisto che l’ha portata a diventare traduttrice. Mi ha fatto veramente “entrare” non solo nel libro che stava traducendo, ma anche nel suo modo di tradurre (Giulia De Sensi – on line coronavirus edition);
  32. La lezione di Giuseppina mi ha ricordato quelle del mio professore di traduzione preferito ai tempi dell’università… Piena di spunti interessanti su cui riflettere e di astuzie di cui fare tesoro. Nell’attesa che venga pubblicata la traduzione, ho comprato Leap Year appena finita la lezione! (on line coronavirus edition);
  33. Mi è sembrata molto professionale, affabile e disponibile. Ho apprezzato il fatto che abbia sottolineato l’importanza di analizzare approfonditamente la lingua dell’autore, di “sentire” la voce del testo e di rispettare l’equilibrio che c’è tra parola scritta e “non detto” (il nero e il bianco). Il suo feedback è stato molto puntuale: mi ha mostrato una strategia da lei usata per gestire il problema dei “disse” ripetuti spesso nei testi anglosassoni e mi ha fatto capire la differenza tra interpretare e sovrainterpretare. Ma non solo: ho capito che la mia tendenza a sovrainterpretare deriva dal mio essere formata come critica letteraria, un campo dove bisogna proprio estrapolare un “sovrasenso”, alias il “bianco” che altri critici non hanno ancora messo in luce (Letizia Fusini – on line coronavirus edition);
  34. Traduttrice brillante e di grande esperienza. Abbiamo parlato di Cose che succedono la notte di Peter Cameron, di cui lei ha l’onore e il privilegio di essere la rappresentante italiana. Ci ha spiegato come la traduzione sia un processo che preveda creatività, abilità e riflessione e ci ha illustrato le strategie indispensabili per lavorare nel migliore dei modi, tra cui capire la voce e il ritmo del testo (on line coronavirus edition);
  35. Una donna molto elegante, una mente acuta e un bello stile. Disponibilissima, ha risposto sempre con molta precisione, onestà e acutezza a ogni nostra domanda (on line coronavirus edition);
  36. È stata per me la perfetta prima lezione con “docente ospite”, ha un modo di spiegare chiarissimo e riesce a mettere a proprio agio anche chi come me ha pochissima esperienza (Veronica Medolago – on line coronavirus edition);
  37. Di Giuseppina Oneto ho apprezzato la capacità di mettersi completamente al servizio dell’autore per rendere al meglio la sua opera. È stata anche molto disponibile nella correzione dell’esercitazione, perché mi ha mostrato una volta di più il suo metodo di lavoro e fornito molte traduzioni alternative e corrette (on line coronavirus edition);
  38. Ha risposto con precisione alle nostre domande, illustrandoci il ragionamento dietro a ogni singola scelta e dimostrando quanto lavoro ci fosse dietro. Ci ha dato degli ottimi consigli per sentire la voce dell’autore e rispettarla (on line coronavirus edition);
  39. Con lei abbiamo affrontato il primo vero confronto collettivo su un testo, e fin da subito ha saputo offrirci numerosi spunti di discussione e di riflessione. È stato bello sentire da lei come tra un autore e il suo traduttore possa stabilirsi un legame professionale così intenso, e nei suoi giudizi sul nostro lavoro è stata incoraggiante, indicandoci i punti su cui lavorare ma anche i nostri punti di forza (Valentina Nobili – on line coronavirus edition);
  40. Ho trovato la sua lezione appassionante, per la profondità delle sue riflessioni sulla traduzione, e anche per il focus sul romanzo di Peter Cameron What Happens at Night, che in seguito ho letto e amato. Ho apprezzato molto la sua premura nelle correzioni e nei commenti all’esercizio di traduzione da Leap Year: mi hanno trasmesso tanto e ci penso spesso (on line coronavirus edition);
  41. Sicuramente professionale e preparata (on line coronavirus edition);
  42. Persona squisita e traduttrice di grandissima classe, Oneto riesce come nessun altro a definire i paletti che, pur annoverandola nel campo dell’autorialità, separano la traduzione da qualsiasi altro tipo di scrittura: la traduzione come «servizio reso all’autore», il rispetto del testo e di tutto ciò che intende comunicare, il traduttore come tramite, «costruttore di ponti» tra la cultura traducente e quella tradotta (Francesco Bordoni);
  43. Traduttrice di grande esperienza, garbata, disponibile. Ci ha parlato con grande passione del suo percorso formativo e ci ha proposto di lavorare sulla traduzione di un autore contemporaneo facendoci capire che anche scrittori che sembrano di facile lettura, nascondono comunque, in traduzione, molte insidie, prima fra tutte proprio la difficoltà di restituire quella leggerezza che li contraddistingue (Eleonora Antonini);
  44. Ho adorato la sua lezione, precisa e oculata nei dettagli, le sue correzioni arrivano al nocciolo e aiutano a crescere;
  45. Persona squisita, umanamente e professionalmente lascia tantissimo. È capace di spiegare con metodo eppure con accenti lirici e appassionati;
  46. Direi che Giuseppina Oneto rientra nella categoria di quei professionisti molto bravi in quello che fanno e con molta esperienza che però conservano la propria umiltà e disponibilità nei confronti di chi come noi è alle prime armi. Molto gentile e attenta a cogliere le osservazioni della classe. Bello è stato anche ascoltare della sua visione della traduzione come una “vocazione” (Veronica Buonagiunto);
  47. Ho apprezzato il suo modo di farci entrare nel testo, di respirarlo per poterlo rendere al meglio (Federica Sgubbi);
  48. “Questo è un lavoro di scelte.” È stato un ottimo inizio per capire che la traduzione non è un atto di fedeltà, ma un atto interpretativo al servizio del testo;
  49. Lei è stata la prima, quando ancora non sapevamo cosa aspettarci. Alcuni spunti che ha dato mi sono stati utili per tutta la durata del corso, non soltanto per l’esercitazione da lei assegnata;
  50. Traduttrice molto sensibile alla vita, oltre che al testo letterario, Giuseppina Oneto è stata per me una di quelle persone che lasciano intravedere il lato spirituale dell’attività umana. La sua è stata innanzitutto una lezione personale, che ha permesso di conoscere più da vicino il percorso che un traduttore deve intraprendere; personale anche nel senso che si è parlato molto, appunto, della sua esperienza: unico punto negativo dell’incontro, che così, con un po’ d’ingombro, ha avuto meno spazio per la discussione del testo di James Cameron;
  51. Oneto ha parlato molto del suo modo di rapportarsi con l’autore nel corso del processo traduttivo; le sue spiegazioni e i suoi consigli mi sono però sembrati i più difficili da mettere in pratica, forse perché la sua lezione è stata quella in cui siamo entrati meno direttamente a fondo nel laboratorio del traduttore, trattandosi di un lavoro già finito e pubblicato e quindi più difficile da mettere in discussione (Vittoria Santantonio);
  52. Sono rimasta incantata dalla grazia, dalla bravura, dall’eleganza spontanea e dal percorso variegato di questa traduttrice, che anche nella correzione dell’esercizio è stata di una delicatezza unica (Alessandra Saracino);
  53. Sensibile, misurata e discreta, la prima lezione con lei è stata davvero bella, una delle mie preferite. Chiarissima anche nella correzione individuale;
  54. Professionista di grande esperienza, garbata, un po’ austera. Iniziare il corso con lei è stato bello, per il suo modo di farci entrare nel mondo della traduzione attraverso la sua testimonianza;
  55. Avendo letto alcuni dei libri dai lei tradotti in passato, nutrivo già una grande stima per Giuseppina Oneto. Avere avuto l’opportunità di conoscerla mi ha fatto capire che si tratta probabilmente del modello a cui aspiro: una traduttrice di altissimo livello che si approccia al testo con estremo rispetto ma che al tempo stesso riesce a creare una versione finale perfetta in ogni sua forma (Valentina Muccichini);
  56. Tradurre e confrontarsi con un traduttore è sempre utile. Con lei, però, il racconto della sua esperienza è stato forse più importante per capire come iniziare in questo mondo e come non arrendersi. Ho apprezzato molto anche la sua sensibilità nel confrontarsi con noi nella traduzione e i consigli che ha dato (Chiara Maretto);
  57. È stato interessante ascoltare in che modo la Oneto ha affrontato i testi della Mantel. Mi ha colpito molto la riflessione sul rispetto per il testo di partenza (Ilaria Mazzaferro);
  58. Una persona molto affascinante, una bellissima lezione. Al di là del testo che ha scelto, mi è piaciuto moltissimo il racconto della sua esperienza e del suo atteggiamento nei confronti della traduzione (Milly);
  59. È stato molto interessante venire a conoscenza dell’esperienza formativa e lavorativa di Giuseppina Oneto. Concordo con lei quando dice, ad esempio, che è importante aver vissuto un po’ di tempo in un paese anglofono se si vuole essere dei buoni traduttori. I suoi commenti alle prove erano molto dettagliati e ho apprezzato molto i suoi consigli, stilisti e di lettura, mirati ad affinare le mie tecniche. È grazie a uno dei suoi commenti che mi ricorderò in futuro di “fidarmi delle parole semplici” (Luca Castelletti);
  60. Mi è piaciuto il taglio pratico anche di questa traduttrice. Al di là del testo analizzato, ho apprezzato molto la schietta maniera con la quale si è aperta nel raccontare come è arrivata a essere traduttrice e a come trarre giovamento anche dai propri fallimenti (Raffaella Cesarini);
  61. Donna posata e gentile, ha risposto a dubbi e quesiti con grade disponibilità. Mi ha colpito il momento in cui ci ha raccontato di essere stata scartata a una prova di traduzione. Il crederci sempre, fino in fondo, mi ha lasciato un segno positivo;
  62. Giuseppina Oneto è una donna raffinata, come le sue traduzioni. Nonostante sia molto riservata, riesce a trasmettere a chi la ascolta la sua passione per questo mestiere. Ci ha parlato dei sacrifici che si debbono affrontare durante i primi anni di carriera, facendo riferimento anche alla sua esperienza personale e il suo intervento è stato per me fonte d’ispirazione. Ammiro profondamente la sua schiettezza. Credo sia fondamentale per una traduttrice alle prime armi come me sentirsi dire chiaramente cosa non va nelle proprie traduzioni (Valentina De Santis);
  63. Un po’ più riservata rispetto agli altri relatori, ha però saputo trasmetterci l’amore per quello che fa. È stato bello lavorare con lei, una traduttrice autorevole ed elegante (e, inutile dirlo, bravissima);
  64. Giuseppina Oneto ha basato la sua lezione sulla traduzione del romanzo Otto mesi a Ghazzah Street di Hilary Mantel. L’insegnamento che mi è più rimasto da questa lezione è l’importanza di fare ricerche e raccogliere informazioni sul contesto storico, sociale, religioso e culturale del testo trattato e di cercare di non lasciare mai nulla al caso. Soprattutto se l’autrice in questione è Hilary Mantel! (Beatrice Masi);
  65. Ho apprezzato gli insegnamenti e i consigli tecnici per affrontare la traduzione di un’autrice come Hilary Mantel. La sua bravura (ma questo vale anche per tutti gli altri docenti) è stata quella di mettere sempre in guardia sulle insidie che si possono trovare in un testo letterario (Stefania Minacapelli);
  66. Sua la prima lezione del corso. Ci ha parlato di un testo di Hilary Mantel, della scelta del tempo, del ritmo e della lingua. Ma anche dei suoi inizi da traduttrice. Lezione molto bella (Sonia Nobile);
  67. Affascinante e di grande ispirazione: coinvolgente e sicura, con tanta esperienza alle spalle, grazie alla sua lezione ho mosso i primi passi diventando prima di tutto una lettrice più attenta e poi lavorando su un testo che, nella sua apparente semplicità, conteneva una raffinatezza a cui sapevo che non sarei riuscita a rendere giustizia. Il mio primo incontro con la traduzione non poteva andare meglio;
  68. Giuseppina Oneto ha proposto un’interessante riflessione su come all’interno del romanzo Otto mesi a Ghazzah Street siano presenti sia la forma di scrittura del romanzo sia quella del diario e come rispettarne le caratteristiche nella traduzione;
  69. È riuscita a darci consigli semplici ma efficaci comunicando comunque la complessità del testo su cui avevamo lavorato, anche nelle correzioni ha dato delle indicazioni che ci hanno permesso di considerare e lavorare su alcuni aspetti;
  70. Lezione coinvolgente su un testo molto interessante, si è mostrata estremamente disponibile a rispondere alle nostre domande e a chiarirci eventuali dubbi sulla traduzione;
  71. Ottimo primo incontro, durante la lezione traspariva la sua grande passione per la professione. Non si poneva al di sopra degli studenti, il clima della lezione era molto piacevole (Edoardo Eibenstein);
  72. Ha tradotto con noi alcuni passaggi del libro di Irving su cui aveva lavorato, motivando le sue scelte e dandoci suggerimenti. Ha parlato anche della sua esperienza, di come ha iniziato a tradurre e del suo metodo di lavoro. È stata gentilissima, e i suoi commenti agli esercizi che ci ha lasciato dopo la lezione sono stati tra i più articolati e puntuali ricevuti durante il corso (Elisabetta Mongardi);
  73. Della Oneto ho molto apprezzato il suo approccio al testo. Ha ripetuto e sottolineato l’importanza della lettura e della rilettura del testo e poi ci ha fatto riflettere sulle caratteristiche stilistiche di John Irving. Mi è piaciuta molto la discussione fatta in classe sulle ripetizioni del testo: la Oneto ha ascoltato i nostri interventi e le nostre proposte e ci ha spiegato perché secondo lei funzionavano o no (Silvia La Penna);
  74. Grande e affermata professionista. Durante la sua lezione abbiamo affrontato il primo grande problema di un traduttore di fronte a un testo: l’uso dei tempi. Si è aperto un mondo… (Lucia Lunghi);
  75. Giuseppina è stata la prima traduttrice professionista con cui abbiamo fatto un seminario, la prima con cui abbiamo analizzato alcune pagine di un lavoro e la prima a cui abbiamo potuto fare domande più personali sulla vita di un traduttore. Personalmente mi sono trovata molto in sintonia con lei, è stato un bell’inizio;
  76. Tra le più brave traduttrici che abbia incontrato. Ha risposto a ogni obiezione e osservazione che le abbiamo rivolto riguardo alla sua traduzione: aveva la risposta per tutto, non le era sfuggito assolutamente nulla. Ha parlato di come approccia il testo prima di tradurlo, all’importanza dello stile, della voce dell’autore, e soprattutto all’importanza degli “spazi bianchi” (Carlotta Spiga);
  77. Se, un giorno, in qualunque professione, arrivassi al livello di consapevolezza e solidità di Oneto, potrei considerarmi una persona realizzata (Simone Traversa);
  78. Un’altra grande professionista con una grande esperienza, forse un po’ più chiusa degli altri nel suo modo personale di vedere la traduzione (Andrea Virili);
  79. Una professionista piuttosto riservata e con una grande interiorità. La sua lezione è stata un racconto del mestiere, dalle origini “in bottega”, da germanista, all’incontro con l’America. “Dovete aprire le parole e guardarci dentro”, ci ha detto, confortandoci circa i momenti di difficoltà che potremmo incontrare. Alla fine del corso ha corretto le nostre esercitazioni e ci ha rimandato indietro i testi con delle osservazioni molto rispettose ma anche incisive (Marina Scarsella);
  80. Elegante e garbata come le sue traduzioni. Bravissima. Ho apprezzato molto il modo in cui ci ha spiegato come a volte dobbiamo “aprire le parole” e come trattarle con “gentilezza” (Gabriella Tonoli);
  81. Persona di grande sensibilità e garbo, ha risposto pazientemente alle nostre domande sul romanzo di Sonya Hartnett, dandoci preziosi suggerimenti su come si deve affrontare il testo da tradurre. Bellissime e illuminanti le sue riflessioni sull’importanza delle parole e del non detto. Attenta e sensibile anche nel valutare i nostri elaborati;
  82. Forse un po’ troppo “in cattedra” e poco ricettiva al confronto (Valentina Zaffagnini);
  83. Della Oneto mi ha colpito la grande professionalità. Ha accettato critiche e idee diverse da parte nostra in modo molto serio e aperto. Ci ha coinvolto nel suo processo di traduzione provando a farci entrare nel testo come ha fatto e come fa lei (Rosalba D’Errico);
  84. Anche in questo caso si è trattato di una lezione laboratoriale. Al di là di tutti i suggerimenti e considerazioni puntuali ho apprezzato che in oggetto fosse un’autrice australiana; in questo modo abbiamo toccato con mano le difficoltà che si presentano al traduttore quando deve affrontare una particolare variante dell’inglese e un contesto culturale molto lontano dal nostro e poco noto (Alessio Cioli);
  85. La nostra prima insegnante su un testo da tradurre a casa e commentare in classe. Abbiamo ragionato insieme sulle sue scelte e parlato delle nostre proposte alternative. Era un testo particolare, lei ci ha dato modo di sviscerarlo a fondo. Molto utili i consigli sull’“ascolto” del testo (Cristina Antolini);
  86. Una donna pacata, gentile, una professionista di grande esperienza, una fonte d’ispirazione (L. Lombardi);
  87. Una lezione molto chiara e stimolante (Giulia Frattini);
  88. Brava. Il suo è un lavoro metodico ed elegante;
  89. Mi è piaciuta molto. La lezione su Beduina è stata una di quelle che ho preferito. Abbiamo riflettuto sulla scelta del giusto tempo verbale, sul tono e sul registro da adottare per rendere la voce di una ragazzina come voce narrante e sull’effetto globale del testo. Gentilissima dopo l’esercitazione, mi ha dato ottimi suggerimenti (Tessa Bernardi);
  90. Lezione piacevole in cui la docente ha parlato molto della propria esperienza professionale. La correzione dell’esercitazione è stata utile e propositiva;
  91. La sua lezione è stata molto pratica. Abbiamo preso in esame le frasi più insidiose del libro da lei tradotto e analizzato le scelte fatte. Per quanto mi riguarda è stata una lezione fondamentale per il mio percorso. E ho letto il libro in tre giorni;
  92. Fantastica. Mi ha dato l’idea di qualcuno che crede nel suo lavoro. Ed è stata chiara nel raccontarci la traduzione. Credo che lei abbia saputo più di tutti trasmettere il rapporto che si costruisce tra traduttore e testo prima di affrontare la traduzione. L'ho trovata molto “artistica” nell’approccio al testo, e molto professionale;
  93. Sarà perché è stata, dopo Leonardo, la prima persona che ci ha parlato del mestiere, ma ho trovato la sua lezione estremamente interessante, una testimonianza davvero intensa e che mi ha fatto capire diverse cose (in positivo) di quello che può essere il mestiere del traduttore;
  94. Lezione molto coinvolgente: partendo dall’analisi della sua traduzione di Towelhead di Alicia Erian, Giuseppina Oneto ci ha illustrato il percorso che l’ha pian piano portata alla traduzione, raccontandoci piccole curiosità e rendendoci partecipi di alcuni momenti che hanno segnato la sua carriera, in modo affabile e a tratti delicato. Ho percepito in lei grandissima disponibilità e tendenza all’incoraggiamento, l’entusiasmo del “grande” disposto ad accogliere noi alle prime armi nel miglior modo possibile;
  95. Mi è molto piaciuto il suo approccio “emozionale” alla traduzione, mi ha dato personalmente molti spunti su cui riflettere (Nicoletta Scatolini);
  96. Lezione interessante e appassionante. Ho ritenuto molto utile la spiegazione del suo approccio al testo della Mantel. Ha contribuito a trasmettere l’importanza della sensibilità nei confronti dell’originale, dell’orecchio per il ritmo e la costruzione della frase, e della scelta attenta e ponderata delle parole;
  97. Professionista di grande carattere e personalità, ci ha consigliato di leggere più volte il testo prima di tradurre e di tenerlo come nostra “àncora” (Maria Giovanna Varasano);
  98. È stata la lezione che ho amato in assoluto, bravissima insegnante, capace di trasmettere metodo, passione, consigli a tutti noi con autorevolezza e umanità (Anna Bonaccorsi);
  99. Eccellente;
  100. Una lezione efficace e brillante. Spiegando le scelte e le strategie adottate nella traduzione del libro di Hilary Mantel, la docente ne ha svelato il registro, il ritmo, lo stile, con esempi sempre concreti e calzanti, che poi si sono rivelati preziosi nello svolgimento della traduzione assegnata;
  101. Splendida lezione: ottima comunicatrice. Elegante oratrice. Forse la lezione più formativa sotto il punto della traduzione vera e propria;
  102. Una personalità forte e una traduttrice di grande esperienza. Illuminanti alcuni consigli su come affrontare un nuovo autore, avvicinarsi al testo originale e farlo proprio, lavorare sulla resa con un sano esercizio di autocritica (Erica Farsetti);
  103. Tutti i docenti sono assolutamente competenti, ricchi di esperienze, provenienti da formazioni diverse;
  104. Senza dubbio la lezione più bella dell’intero corso. Giuseppina Oneto ha portato l’eleganza della sua lingua e del suo stile di lavoro a lezione. I tempi di gestione dell’intervento sono stati ottimi, così come l’atmosfera e la partecipazione che l’insegnante ha creato con il gruppo. I consigli sulla traduzione e sul rispetto che si deve anche alla nostra lingua, ai suoi ritmi e ai suoi suoni sono stati per me essenziali. L’onestà e la passione che ha portato con sé mi hanno emozionata. Giuseppina Oneto è diventata un modello di riferimento per me;
  105. I brani forniti erano troppo lunghi, non sono riuscito a leggere tutto e questo ha limitato la mia possibilità di fruire fino in fondo della sua lezione, tuttavia mi è piaciuto molto il compito che ci ha assegnato e come lo ha corretto (Mauro Vanetti);
  106. Precisa;
  107. La sua lezione è stata una delle mie preferite perché ci ha parlato della sua esperienza di traduzione di un testo difficile come Wolf Hall dandoci consigli preziosi sull’approccio alla traduzione dei testi più complessi, insieme a tanti altri suggerimenti di stampo più pratico (Alessandro Spinozzi);
  108. Forse l’incontro più fruttifero, perché Giuseppina è scesa molto più nel particolare di altri, cercando di far capire cosa significhi davvero tradurre. Con lei abbiamo studiato ogni parola del testo, e abbiamo discusso ogni piccola questione e trovato la soluzione (Valerio Piperata);
  109. Una persona molto forte e decisa che sa esattamente cosa vuole. Ho apprezzato molto la prova di traduzione che ci ha fatto fare (Marco Raspa);
  110. Appassionatissima al proprio lavoro e disponibilissima a insegnarlo, con pazienza, simpatia e grande semplicità di modi. Ho apprezzato molto che ci abbia assegnato e corretto personalmente un esercizio di traduzione, dandoci consigli sia nel senso della fedeltà al testo originale sia sulla possibilità, in casi particolari, di soluzioni creative;
  111. Ho trovato molto utili le osservazioni sul ritmo che ha fatto, e credo che mi abbiano aiutato a migliorare la qualità delle mie traduzioni (Raphaël Branchesi);
  112. Come negli altri casi in cui si è tradotto o analizzato in classe, è stato prezioso che la Oneto abbia a più riprese consigliato di non lasciarsi imbrigliare dalla struttura della frase in inglese, e che abbia spronato a suggerire versioni alternative dei passaggi esaminati (Virginia Petrarca);
  113. Di notevoli abilità tecniche ma anche comunicative ed esplicative per cui anche il concetto più intricato è trasmesso all’allievo nel modo più semplice e coinvolgente;
  114. Che donna! In senso positivo, ovviamente (Ilaria Scalise);
  115. La sua lezione mi è piaciuta molto: è stata interattiva, dinamica. Traspare la sua determinazione nell’approccio al lavoro (Francesca Squicciarino);
  116. Rigidamente elegante. Inflessibile (Jacopo);
  117. Mi ha colpito il carattere forte nel supportare le sue scelte traduttive e la disponibilità a correggere le nostre traduzioni (Francesca Laserra);
  118. Probabilmente è la docente che, insieme a Giovanna Granato, ho preferito. Giuseppina Oneto aveva scelto con cura le parti del libro da analizzare insieme a noi e in ognuna ha evidenziato le diverse difficoltà da lei incontrate nella traduzione del romanzo di Cameron, riuscendo a trattare in poche ore molte problematiche frequenti: dall’uso dei tempi passati in inglese e italiano ai giochi di parole. Ho molto apprezzato inoltre la sua disponibilità a correggere i nostri esercizi di traduzione, dandoci l’opportunità di mettere in pratica i consigli che ci aveva dato durante la lezione;
  119. Donna di carattere, compiaciuta, con il tipo di carisma che non suscita immediata confidenza e potrebbe risultare vagamente intimidatorio. In realtà si è dimostrata assai disponibile a condividere le sue (interessanti) esperienze professionali e di vita, e ad accogliere osservazioni sui suoi testi, ammonendoci sempre a motivare le nostre affiancando delle alternative di traduzione, per rendersi effettivamente conto se esistano scelte migliori. Mi è piaciuto e servito concentrarmi sugli aspetti intraducibili di una lingua, per i quali vanno architettate costruzioni alternative, e rendermi conto che il buon traduttore non solo sa risolvere, ma sa anche quando può permettersi di rinunciare a un passaggio irrisolvibile. Apprezzato il confronto tra la versione originale delle sue traduzioni, confrontata con quella definitiva pubblicata in volume: un ottimo sguardo sulle dinamiche concrete del rapporto traduttore-editore. Apprezzo ancor di più il suo averci assegnato un compito, per correggerlo individualmente e riconsegnarlo commentato e confrontato con le sue soluzioni;
  120. Una tosta. Precisa, seria, mi ha insegnato a pretendere il massimo da me stessa. A non fermarmi al testo, tradurre è viaggiare, è conoscere posti, è cucinare piatti stranieri, è mettersi alla prova. Porterò sempre dentro di me un piccolo commento apposto sulla mia traduzione di Coral Glynn. Sarà il mio portafortuna (Francesca Martire);
  121. Schietta e diretta, rigorosa e professionale, ho trovato molto valida la sua lezione e interessante il suo approccio a questo mestiere;
  122. Il contributo della Oneto mi è sembrato particolarmente utile, forse anche perché ho sentito istintivamente una vicinanza al suo modo di fare. È stato interessante capire tramite la sua esperienza quali possono essere gli interventi che la casa editrice può ritenere di fare su un testo consegnato dal traduttore, così come è stato interessante entrare più nel dettaglio delle singole scelte traduttive. In particolare ho apprezzato la digressione sul diverso utilizzo dei tempi verbali tra l’italiano e l’inglese (Alessandra De Michele).

 

 

 

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