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Giacomo Callo, art director
Giacomo Callo è nato a La Spezia il 20 ottobre 1964. Dopo la maturità artistica ha frequentato l’Accademia di belle arti di Carrara laureandosi nel 1985 in pittura, con indirizzo arti grafiche e design. Ha frequentato il “libero corso” biennale dell’architetto spezzino Silvio Coppola.
Nel 1989 ha cominciato a lavorare a Milano come graphic designer della rivista L’arca edizioni in contatto con Bob Noorda. Nel 1991 ha iniziato la collaborazione con Mondadori, dapprima come designer e dal 1998 come art director di tutte le linee, ruolo che ha lasciato nel luglio 2015. In questi anni ha avuto l’onore di guidare un grande gruppo di graphic designer e di disegnare le copertine dei più famosi scrittori italiani e stranieri.
Collabora con Chiarelettere, Nord, Longanesi Tea, Garzanti, Sem.





Materiali
- Giacomo Callo: The Books of the Deep Sea Diver, il ritratto di Blinking City.


Giudizi degli allievi

  1. Mi aspettavo tantissimo da questa lezione; ero pronta a conoscere tutti i passaggi che portano alla creazione di una copertina. Questo aspetto è stato solo sfiorato e, anche quando è stato sollecitato con domande specifiche sul progetto grafico di una particolare collana, ho avuto l’impressione che volesse evitare l’argomento. È stato comunque un incontro interessante, attraverso tantissime immagini ha parlato di sé, delle sue fonti di ispirazione i suoi più recenti lavori personali;
  2. Semplicemente fantastico! Riguardo a Giacomo Callo posso dire soltanto che il suo incontro è stato stimolante. Non è stata una lezione classica sul mondo della grafica, perché Callo ha raccontato da grande appassionato la sua esperienza in questo àmbito. Con lui ho avuto la sensazione di avere davanti un vero artista! (Elisabetta Rizzo);
  3. Mi è piaciuta la lezione tenuta da Callo, però sinceramente ho trovato più interessante la prima parte (quella che riguardava più nello specifico le copertine e il lavoro del grafico), mentre ho trovato la seconda un po’ troppo nostalgica e molto critica verso il mondo editoriale;
  4. L’unico incontro che non ho trovato utile, di per sé interessante ma non molto coerente con il nostro argomento di studio (Ilaria Azzolini);
  5. Incontro un po’ deludente con uno degli art director più importanti d’Italia. Interessante il suo lavoro da artista e grafico ma dal punto di vista editoriale ne abbiamo tratto troppo poco, se non la crisi interna a Mondadori, che comunque è stato importante trattare (Sara Cappai);
  6. Giudizio positivo. Incontro molto coinvolgente (Francesco Lodato);
  7. La sua lezione da una parte mi è piaciuta moltissimo, dall’altra l’ho trovata carente dal punto di vista editoriale. È stato interessante conoscere il mondo della grafica attraverso i disegni di grandi fumettisti o vedere le sue creazioni personali, ma avrei voluto che si concentrasse di più su questioni tecniche legate al lavoro del grafico in casa editrice. Mi aspettavo dopo la sua lezione di sapere qualcosa di più sull’ideazione e la realizzazione delle copertine (Federica Grossi);
  8. Un professionista nel suo mestiere, un po’ demotivato per via della sua esperienza alla Mondadori (Alessandra Delle Fratte);
  9. Dopo il video di Chip Kidd la lezione di Callo non l’ho trovata utile se non per il breve cenno ai diversi metodi di lavoro nelle varie case editrici e per il processo di gestazione di una copertina (Manuela Massimi);
  10. Interessante la conferenza con Callo anche se forse mi aspettavo qualche chiarimento in più riguardo al lavoro effettivo di un art director. Comunque utile e di stimolo (Valeria Pugliese);
  11. Sulla lezione di Giacomo Callo posso dire che è stata senz’altro interessante. Non avevo visto il suo video su YouTube di cui ho sentito parlare solo alla lezione, mi mancavano quindi alcuni tasselli.
  12. Avevo attese più “strutturate”, mi aspettavo cioè una lezione in cui avrei appreso in modo più didattico “cos’è la grafica editoriale, cos’è una copertina, cosa guardare di una copertina e come guardarla”, come era scritto nel programma della lezione. Sono attratta dalla grafica da tempo, per ragioni personali, alcune familiari, quindi anche l’aspetto editoriale di quel mondo era qualcosa che mi incuriosiva davvero. Pensavo di poterne trarre anche delle informazioni da spendere in modo più pratico. Ma è andata bene lo stesso, sono abbastanza pronta a confrontarmi con modalità artistiche di comunicazione, dove quindi si preferisce mostrare e discutere degli oggetti d’arte in modo più informale, minimale e assolutamente non didattico, lasciando spazi di riflessione e personale interpretazione a chi osserva. Mi sono piaciuti molto i suoi lavori. Mi è piaciuto affacciarmi a questo mondo anche semplicemente osservandone i prodotti e le varie proposte che vengono fatte nell’àmbito della grande produzione. È stato interessante ascoltare alcuni passi dell’iter che ha portato poi alle copertine di Chiarelettere, così come quello seguito per la sua produzione personale. Rispetto a quest’ultima avrei voluto che approfondisse di più i contenuti, i perché di quelle scelte, come sono nate quelle idee. Vedendo il video dopo la lezione, mi sarebbe piaciuto sapere di più anche delle tre serie delle 2D, vedere le foto scattate per ognuna e ascoltarne la sua descrizione. Mentre andavo via ho sentito qualcuno che diceva che avremmo dovuto fare più domande che lo stimolassero a comunicare di più e meglio della sua esperienza. Probabilmente è così, avremmo dovuto, anche perché secondo me per chi utilizza prevalentemente la comunicazione visiva non è facile veicolarne contenuti e motivazioni in quella verbale (Chiara Stella Ferroni);
  13. Più che una lezione vera e propria nel senso letterale del termine un incontro informale tra appassionati, una presentazione personale e sentita delle esperienze lavorative più significative degli ultimi anni.
    In due ore e mezzo Giacomo Callo ha raccontato la creazione di collane (realizzate e no) che riflettono l’immagine delle case editrici per cui le ha disegnate, da Mondadori a Chiarelettere, fino a mostrare le recenti e attuali sperimentazioni personali di un proprio universo grafico fatto di loghi, cataloghi, mappe urbane, alfabeti indecifrabili, composizioni di innovativa cartotecnica. Mettendo in ogni cosa che ha fatto e fa un po’ di sé, della sua visione del mondo. Per finire con i miti, gli ispiratori di segni che hanno ribaltato, rotto, reinventato nella forma e nel contenuto gli schemi e i modelli del fumetto-graphic novel e della grafica editoriale (Cristina Barone).

 

 



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