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Luciano Funetta
Domicilio sconosciuto
Utet, 24 ottobre 2023

Luciano Funetta, Domicilio sconosciuto, Utet

Una notte, un vecchio dal nome indicibile entra in un albergo e commissiona al portiere un saggio sulla propria tirannia. Come in una novella di Levrero, quindi, tutto comincia con un incarico e finisce con un fallimento. Tra i due poli c’è un quaderno, un comune quaderno con la copertina grigia, in cui il narratore, che non è l’autore o forse è il suo gemello, prende appunti su ciò che dovrebbe scrivere e che non scriverà. Ma se “il quaderno è la forma” è evidente che “la forma viene prima del quaderno” e il non-scrivere è scrivere. Le annotazioni del narratore sono infiorescenze della forma, le sue manifestazioni impreviste; lavorano sull’enigma dell’influenza, su ciò che accade quando si segue una pista fantasma, ragionano sull’incompiutezza e sulla scomparsa a partire da alcune opere della letteratura latinoamericana del Novecento e dei primi anni Duemila, testi che compongono il territorio, l’Istituto, il riflesso del “rosso specchio occidentale” che il vecchio ha condannato a una “lunga metafora dell’insonnia”.
Il quaderno, recuperato in circostanze per nulla letterarie e trascritto fedelmente.


Dicono di Domicilio sconosciuto
- Estratto, Malgrado le Mosche, 21 dicembre 2023;
- Marco Pianti, ildetonatore.it, 19 dicembre 2023;
- Alberto Paolo Palumbo, magmamag.it, 13 dicembre 2023;
- Alberto Riva, newsletter di internazionale, primo dicembre 2023;
- Graziano Graziani (intervista), Fahrenheit (da 59m28s), 21 novembre 2023;
- Francesco Sirleto, abitarearoma.it, 18 novembre 2023;
- Stefania Parmeggiani, la Repubblica, 2 novembre 2023.

 

In evidenza
“In Domicilio sconosciuto, per giocare con le parole, Luciano Funetta è un Esule in Guerra che si adopera a svelare il significato esoterico, inarrivabile, come tutte le verità, dietro al mestiere di scrivere, ma soprattutto dietro alla necessità di leggere, ovvero di scavarsi una fossa in cui giacere stremati, come in alcune filosofie orientali si prescrive lo sfinimento per pervenire alla pace dei sensi, e sfuggire, sublimandolo, al dolore (e alla noia) di esistere.”
Marco Pianti, ildetonatore.it, 19 dicembre 2023

“[…] riflessioni che si estendono al rapporto fra scrittura, lettura e letteratura. […] l’autore pare seguire l’esempio di Bolaño, che in opere come Detective selvaggi e La letteratura nazista in America ha creato un alter ego – Arturo Belaño – e degli scrittori immaginari per confrontarsi con il rapporto fra scrittura e letteratura.”
Alberto Paolo Palumbo, magmamag.it, 13 dicembre 2023

“Una storia della letteratura latinoamericana […] come un racconto d’intrattenimento, i cui protagonisti sono la folla variegata e spesso misconosciuta degli autori.”
Alberto Riva, newsletter di internazionale, primo dicembre 2023

“E, in ogni caso, la lettura del libro di Funetta – notevole sul piano stilistico, apprezzabile per la scelta della formula del saggio romanzato, molto documentato dal punto di vista della mole della letteratura consultata e personalmente rielaborata – risulta avvincente quasi quanto quella di un romanzo poliziesco e pertanto godibilissima (ce lo auguriamo vivamente, dopo averne fatto personale esperienza) anche da tutti coloro che, di letteratura latino-americana, posseggono poche o punto cognizioni..”
Francesco Sirleto, abitarearoma.it, 18 novembre 2023

“Un inno alla letteratura come esercizio vitale.”
Stefania Parmeggiani, la Repubblica, 2 novembre 2023.

 

 

 

 

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