Glyph

È il titolo del romanzo di Percival Everett, con il quale la Nutrimenti sta per varare la collana «Greenwich», «il meridiano della nuova letteratura» a cura di Simone Barillari e di Leonardo G. Luccone, editor di lungo e eccellente curriculum.
Terreno di caccia: gli autori americani e inglesi; osservatorio: sugli scrittori che verranno; particolare attenzione: alla letteratura delle metropoli. Ma sempre programmaticamente «fuori dalle righe». Il che risulta ampiamente confermato quanto meno da questo esordio. Perché il protagonista del libro, Ralph, è un bimbo prodigio, quoziente intellettivo pari a 475, «che passa il tempo nella culla a leggere trattati filosofici e a divorare libri di narrativa che gli passa furtivamente la mamma: Swift, Sterne, Balzac, Auden...». Tra colpi di scena e rapimenti tanto la minuscola preda è ambita, Ralph riflette su teorie filosofiche e linguistiche, arrivando, anticipa Barillari «a una sorprendente conclusione cui solo un bambino può giungere: il primato dell’amore sull’intelletto». Parodia, demistificazione.
Benché l’importanza del romanzo (leggere il dialogo tra Baldwin e Socrate) stia soprattutto nella singolarità del linguaggio e della scrittura del suo autore, 51 anni, americano della Georgia, docente universitario in California, «diviso tra Wittgestein e la falegnameria», quasi di cult in Usa i suoi 15 romanzi, sinora sconosciuto in Italia , cui Barillari e Luccone hanno messo gli occhi (battuti sul filo di lana, per un evento curioso, dalla Instar che è appena uscita con Cancellazione, già lodatissima), del quale continueranno a pubblicare le altre opere mentre Everett sarà presente a maggio al Lingotto. (Altra scoperta di «Greenwich», sarà Julia Glass il cui «Three Junes» arriverà prima dell’estate).

Mirella Appiotti, Tuttolibri della Stampa, 24 marzo 2007

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