John
Cheever O città dei sogni infranti Un’unica cadenza, piacevolmente ossessiva,
un unico ritmo, soffuso ma incalzante. Di ciò che accade rimane
un indelebile indizio, una traccia nascosta. Non c’è posto
per l’ossessione, non c’è tempo per recriminare sulla
propria sfortunata esistenza di provincia. Il salto, l’anelito,
il richiamo mellifluo della grande città, del gran vivere, esaltano
la stonatura, storcono la normalità, riproiettano nella quotidiana
ripetitività. Non c’è sorte diversa per la propria
sorte. |