Un bimbo di nemmeno un anno trascorre il tempo nella culla a leggere trattati filosofici, a divorare testi di Joyce, Balzac, Swift, Auden, a osservare il mondo circostante e a fornire delle risposte che solo pochi saprebbero dare. La madre lo sprona a leggere, il padre, scrittore fallito, non vuole credere a un figlio prodigio. Non siamo in un film di fantascienza, ma tra le pagine di Glifo dell’americano Percival Everett, pubblicato da Nutrimenti. Un libro osannato dalla critica, il Los Angeles Weekly lo considera “il più intelligente e divertente romanzo del secolo”. Ci si imbatte in un viaggio appassionante nella mente di un neonato superdotato e soprattutto nella mente di uno scrittore che gioca con il linguaggio, le citazioni e anche con la matematica, in un unico flusso dinamico. Glifo apre la nuova collana della casa editrice romana chiamata Greenwich, curata da Simone Barillari e Leonardo G. Luccone. Il lettore avrà a disposizione “scritture innovative e sperimentali di autori contemporanei inglesi e americani – afferma Luccone –. Glifo ne è il primo esempio. Sotto una storia semplice si nasconde una forte critica al mondo moderno. Everett negli Stati Uniti è considerato di culto. Schooling di Heather McGowan, la seconda proposta della collana, spiazza, non credevo che un autore potesse osare tanto. La terza, Tre volte giugno di Julia Glass, è apparentemente più tradizionale”.

Emanuele Bigi, “Il ‘Glifo’ inaugura sezione innovativa”, Epolis Roma, 10 giugno 2007






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